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La battaglia di Hacksaw Ridge

Candidato a ben sei Premi Oscar nel 2017, al Golden Globe e vincitrice del Premio BAFTA per il miglior montaggio, La battaglia di Hacksaw Ridge, racconta la storia vera di Desmond Doss, interpretato da Andrew Garfield, il primo obiettore di coscienza dell’Esercito Statunitense a ricevere la medaglia d’onore. Mel Gibson regala allo spettatore l’ennesimo film che lo statunitense vuole vedere al cinema, mentre sorseggia Coca Cola e mangia Pop Corn sperando che nelle scene più crude, riesca a incontrare per caso nel contenitore la mano della ragazza su cui spera fare colpo.

La battaglia di Hacksaw Ridge

Mel Gibson sa infatti che se vuoi dirigere un film di guerra, devi mantenerti sulla stessa linea di pensiero dei tuoi predecessori, conservando appunto l’ideologia di film di guerra che appartiene a tale genere. Tutto sommato il regista ha vita facile, ha la storia giusta per dare vita ad un gran film, racconta infatti quelle che ad Okinawa furono le gesta di Desmond T. Doss, che si meritò la medaglia d’oro al valore militare per aver salvato ben 75 soldati americani che rimasero feriti nel fronte nemico; ciò che però rende il tutto straordinario è che Doss, è un obiettore di coscienza, infatti decide di dare il suo contributo al Paese, soccorrendo i suoi compagni senza l’ utilizzo di nessun arma, ciò è dovuto dal fatto che  il giovane Desmond Doss, cresciuto a Lynchburg, Virginia, è stato accudito secondo la fede della chiesa cristiana avventista del settimo giorno.

La battaglia di Hacksaw Ridge

Il film ci racconta la vita del giovane americano sin dalla sua infanzia, momenti in cui infatti ha rafforzato la sua fede e soprattutto la sua credenza nel comandamento sul non uccidere. Si arriva nei campi di addestramento dove il povero Desmond si trova in una sorta di Full Metal Jacket, in cui deve subire continui maltrattamenti e ad essere deriso per la sua virilità in seguito al rifiuto di toccare qualsiasi arma da fuoco. A chi critica la sua apparentemente incomprensibile scelta, lui risponde che se gli altri suoi compagni vanno in guerra per distruggere, lui proverà a rimettere le cose a posto ovviamente per quanto gli è possibile trattandosi pur sempre di un assistente medico. Armato della sua sola fede, Doss è costretto ad abbandonare quello che è il suo elmetto e la fascia caratterizzati da una Croce Rossa per dare spazio ad un semplice elmetto militare, che lo rende quindi ciò che in fondo Doss è, un soldato dell’esercito americano; ed è ciò che Desmond fa, difende i suoi compagni, dopo aver superato la prigionia per insubordinazione, legata alla sua scelta di essere “pacifista”, viene assegnato infatti insieme al suo plotone alla settantasettesima divisione di fanteria e condotti alla battaglia di Okinawa per aiutare la novantaseiesima divisione, incaricata di sorvegliare la scarpata di Maeda, detta “Hacksaw Ridge”.

La battaglia di Hacksaw Ridge

Entrambe le parti subiscono perdite pesanti, ma in particolar modo l’esercito americano che si ritrova in seguito ad un attacco quasi al bordo della scarpata. Qui entra in gioco Desmond che riesce prima a curare alcuni sui compagni che hanno subito gravi lesioni e poi quando tutta la sua divisione è costretta alla ritirata rimane lì senza la protezione di nessunarma. Doss infatti sente le grida di agonia dei soldati morenti e decide di tuffarsi di nuovo nella carneficina. Schivando i colpi del nemico, Doss conduce i soldati feriti al bordo della scarpata e li cala giù con una corda. Ogni volta che ha tratto in salvo un soldato, Doss si mette alla ricerca di un altro per salvarlo. Le decine di feriti creduti morti recuperati da Doss vengono portati negli ospedali da campo e solo nel momento in cui riescono a capire cosa sta avvenendo i commilitoni di Doss tornano sotto la scarpata.
Il giovane americano non è più il ragazzo accusato di codardia, ma l’uomo che diventa eroe e che è incoraggiato a far parte dell’ultimo attacco in quanto i suoi compagni non hanno intenzione di farlo senza di lui e le sue preghiere.

La battaglia di Hacksaw Ridge

Il film termina con Desmond che viene calato giù dalla scarpata su una barella sospesa e con la compagnia della sua amata Bibbia, mentre i suoi compagni riescono anche grazie al suo aiuto a vincere la battaglia. Non si tratta di una pellicola pacifica come si poteva pensare all’inizio dell’articolo, ma di una guerra, dove prevalgono etica e valori, dove l’orgoglio di essere soldato statunitense le fa da padrona e la rivalsa ha sempre uno spicchio di porta aperta per entrare e dare spazio a ciò che il ragazzo che si reca al botteghino con la ragazza su cui vuole fare colpo, ovvero una bella storia di guerra americana.

Voto Autore: [usr 4,0]

Lorenzo Sangermano
Lorenzo Sangermano
Laureato in scienze filosofiche, ho una passione per Calvino, Paul Thomas Anderson, Meryl Streep e i film horror psicologici. Cerco sempre la complessità, che sia in un teen drama o in una pellicola d’autore.
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