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Io e mio fratello, recensione del film primo in classifica su Prime Video

Io e mio fratello, film disponibile su Prime Video, attualmente è primo in classifica. Vediamo perché.

Io e mio fratello, una commedia piacevole

Io e mio fratello, il film diretto da Luca Lucini, è tra le novità di Prime Video di aprile e attualmente è primo in classifica in Italia. Un bel traguardo, ma Lucini non è nuovo al successo. Infatti, il suo nome è collegato senza dubbio al suo esordio registico, ovvero Tre metri sopra il cielo. Con le commedie e i drammi amorosi e familiari quindi, ci sa fare. Certo, i suoi film non hanno rivoluzionato il genere nel nostro paese (non ancora almeno), ma continua a dare dimostrazione di saper confezionare bei prodotti adatti ad una serata tra amici o per quei momenti in cui si ha bisogno di un po’ di leggerezza. Io e mio fratello è una commedia leggera e delicata, dal buon ritmo, sostenuta da un cast assolutamente perfetto e impreziosito dal contributo recitativo di grandi attori e caratteristi del nostro cinema. La giovanissima e brava Denise Tantucci regge il peso della storia sulle sue spalle. Ad aiutarla, Cristiano Caccamo, Greta Ferro e Claudio Colica (si, una delle due “Coliche” su Youtube). E poi la partecipazione di Ninni Bruschetta, Teresa Mannino e soprattutto Lunetta Savino rende il film ancora più piacevole.

Io e mio fratello, la trama

Sofia Nisticò è una ragazza un po’ scapestrata, che si è trasferita dalla Calabria a Milano, dopo la morte del padre. Si destreggia tra vari lavori e una vita amorosa decisamente poco felice. Cambia donna di continuo e l’unico punto fermo nella grande città sembra essere il suo coinquilino Alessandro, che la sopporta con affetto. Al sud ha lasciato sua madre, suo fratello Mauro, l’azienda vinicola di famiglia e Michela, l’unica ragazza che abbia mai amato davvero. Quando scopre che Michela sta per sposarsi proprio con Mauro, Sofia parte con l’obiettivo di far saltare il matrimonio tra i due e riconquistare la ragazza. Il problema è che, tornata a casa, i conflitti mai risolti con Mauro ritorneranno a galla e non solo quelli. Scoprirà con non poca sorpresa, che i problemi in famiglia sono più di quel che credeva, dai più “leggeri” come la zia Tecla desiderosa di una nuova gioventù, a quelli più gravi che riguardano il destino dell’azienda familiare, che il padre con tanto amore e fatica aveva costruito.

io e mio fratello

In cerca dell’amore e di sé stessi

Nel personaggio di Sofia, protagonista di Io e mio fratello, non è difficile immedesimarsi. È una ragazza giovane, omosessuale, che proviene da un paesino del sud, dove i pregiudizi non hanno mai smesso di esistere. L’essersi trasferita a Milano è anch’essa una scelta che la madre non ha ben compreso, perché secondo il suo pensiero di donna devota alle tradizioni, non avrebbe mai dovuto lasciare la casa in cui è nata. Anzi, magari avrebbe dovuto ereditare il lavoro del padre dopo la sua morte, sorte che invece è toccata a Mauro, il figlio quello bravo. Ma sotto la pressione materna, Mauro è comunque un ragazzo che a 24 anni si è ritrovato proprietario di un’impresa con dipendenti a suo carico. Entrambi i fratelli quindi hanno i propri fantasmi da combattere, le proprie paure, e sono in cerca di qualcosa: Sofia dell’amore e di sé stessa; Mauro di una spensieratezza che non ha mai vissuto, perché diventato adulto e responsabile senza essere davvero pronto. I loro scontri e litigi sono sì dovuti a Michela, che non mancherà di lasciarsi scalfire dalla presenza ritrovata di Sofia, ma soprattutto da legami familiari improvvisamente cresciuti storti, come una delle loro viti.

Io e mio fratello è una commedia agrodolce, dove a condurci fino alla fine della storia è principalmente il dramma familiare. È soprattutto l’attrice Denise Tantucci ad essere al centro di questo intreccio. Una grande responsabilità, tuttavia dimostra d’essere sempre più brava e a suo agio in scena. I suoi comprimari la sostengono egregiamente, motivo per il quale il cast non risulta mai sopra le righe. C’è da riflettere, da ridere, da sorridere, ma mai un aspetto sovrasta l’altro.

Niente di più, niente di meno

Da una commedia italiana nata per lo streaming di solito non ci si aspetta che rivoluzioni il genere o che resti indelebile nella memoria di chi sceglie di guardarla. Il “compitino” che le si chiede di svolgere è quello di intrattenere, magari in modo intelligente, lo spettatore. Io e mio fratello sicuramente centra l’obiettivo, affidandosi anche a dei temi piuttosto scottanti come l’omosessualità, il pregiudizio e i trentenni (o quasi) con alle spalle il peso delle aspettative familiari che gravano su di loro, privandoli di scegliere da soli la vita che vogliono vivere, e raccontandoli con naturalezza e leggerezza. Inoltre, gioca a favore del film di Lucini anche la bellissima fotografia di Manfredo Archito e una regia che con quest’ultima trova un’armonia ideale.

Conclusioni

Insomma, bisogna prendere Io e mio fratello esattamente per quello che è. Una commedia dall’intreccio un po’ prevedibile, con pochi guizzi narrativi, ma che fa il suo mestiere. È naturale e sincera nel suo essere nata per la piattaforma e tanto bisogna farsi bastare, senza pretendere di più. Se cercate un film leggero, con un buon cast, una storia dal ritmo sostenuto che non permette alla vostra palpebra di calare per la noia, Io e mio fratello è quello che fa per voi.

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e Sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Io e mio fratello è una commedia a cui si richiede di intrattenere con intelligenza e naturalezza il pubblico. Ci riesce? Sì, perfettamente. L'obiettivo non era certo rivoluzionare il genere, cosa che non farà mai e nessun film di Lucini l'ha mai fatto, eppure per una serata in compagnia è l'ideale. Un buonissimo cast, una storia con un buon ritmo e delle tematiche gravose trattate con la giusta leggerezza.
Tiziana Panettieri
Tiziana Panettieri
E’ un amore di lunga data quello tra me e il cinema, cominciato con cult come Halloween, IT e L’Esorcista e alimentato negli anni con il meglio dell’horror e del cinema di genere. Ammetto, però, d’aver subìto il fascino del cinema asiatico, mediorientale e sudamericano. Sono onnivora, non mi precludo nulla senza aver prima provato.

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