HomeDrammaticoIngannevole è il cuore più di ogni cosa

Ingannevole è il cuore più di ogni cosa

La citazione del titolo, stando alla prima inquadratura del film, è a carattere biblico (“Jeremiah, 17.9”). Nel 2004, Asia Argento è un nome che circola anche a Hollywood, vanta una liason artistica con un regista decisamente maudit come Abel Ferrara (lei compare nel suo New Rose Hotel) ed  è forte dell’esperienza del suo primo lungometraggio.  Scarlet Diva(2000) che l’ha fatta emergere come autrice completa, è una sintesi romanzata della sua vita di attrice e delle sue trasgressioni della morale comune.

Il piccolo Dylan Sprouse interpreta Jeremiah all’età di 11 anni

Ingannevole è il cuore più di ogni cosa è la continuazione in senso artistico del discorso iniziato con il primo film, autobiografico, dove Asia interpretava un’attrice ‘maledetta’. Qui è una ‘madre maledetta’, alla disperata ricerca dell’amore. La vicenda si svolge nella provincia americana (il New Jersey?), in un Paese tanto grande dove si può cambiare nome ogni giorno, nascondersi, sparire senza che il mondo se ne accorga. Così, la 23enne Sarah, dopo una battaglia legale, ottiene l’affidamento di Jeremiah, sei anni, cresciuto felicemente con una famiglia adottiva. Jeremiah verrà letteralmente strappato dai suoi genitori per finire tra le braccia di Sarah, grazie evidentemente ad una manchevole perizia degli assistenti sociali.

E’ chiaro fin dal primo istante, infatti, del dramma che sta per compiersi. Sarah è una sbandata che non sa badare neppure a sé stessa, e il bambino diverrà immediatamente la sua vittima. Perché ha voluto riavere il bambino? Le motivazioni diverranno più chiare nel corso della storia.

Sarah è stata vittima di abusi da parte del padre, uno psicotico maniaco religioso, categoria non certo rara negli USA. Quando la figlia rimane incinta, il figlio Jeremiah viene dato in adozione. Sarah fugge di casa, iniziando una vita da punk tossica che non le impedirà di lottare per riavere suo figlio. Da quel momento, per il piccolo Jeremiah sarà un continuo calvario: Sarah lo torturerà prima psicologicamente, facendolo sentire rifiutato dal mondo, dai genitori adottivi, dalla vita stessa, per poi fargli subire tutti gli abusi attraverso i quali lei stessa era passata. Così lascerà continuamente il bambino in balìa dei suoi compagni occasionali, alcuni lo picchieranno, altri arriveranno ad abusare sessualmente di lui, distruggendolo nella mente e nell’anima. Il bambino si aggrapperà alla madre fino a che non verrà definitivamente abbandonato.  Proverà ad iniziare una seconda vita con i nonni materni, ma la comunità maniaca religiosa produrrà solo altro orrore psicologico per Jeremiah.

Asie e Dylan

La madre tornerà tre anni dopo e lo rapirà di nuovo, con l’aiuto di un camionista, e lo trascinerà in un’esistenza sempre più degradata, fatta di pasti tra i rifiuti, prostituzione ed eroina. Il finale sembra mostrare una piccola speranza, l’amore nonostante tutto,  tra madre e figlio, o più semplicemente tra due essere umani uniti dalle circostanze.      

Lo stile di regia adottato, notarono molti all’epoca, è quello degli autori underground americani. Le partecipazioni sono di livello: il padre di Sarah è interpretato da Peter Fonda, la madre è Ornella Muti, due degli amanti di Sarah sono camei di Marilyn Manson e Jeremy Renner, il fratello di Sarah è Michael Pitt e Wynona Ryder interpreta una psicologa decisamente sopra le righe.  

Asia con Jimmy Bennett, che interpreta Jeremiah all’età di sei anni

La regia sincopata, la fotografia sporca, accrescono la tensione, dando quel senso di realismo documentaristico che si conviene ad un prodotto del genere. Asia è stata accusata di non saper recitare, in realtà in questo caso è funzionale alla storia. Il film concede poco all’estetica tradizionale (è stato accusato di virare troppo sul trash) e la tesi proposta è quasi insostenibile (convincere il pubblico che una madre così merita l’amore del figlio è un’impresa disperata).

Il destino della pellicola sarà quello di un insuccesso totale, rifiutato in toto da critica e pubblico, ed avrà strascichi grotteschi. L’attore (allora bambino) che interpreta Jeremiah nella prima parte, Jimmy Bennett, accuserà anni dopo Asia di averlo molestato sessualmente all’età di 17 anni in una camera d’albergo.          

Voto Autore: [usr 3,5]

Articolo precedente
Prossimo Articolo

ULTIMI ARTICOLI