Harry & Meghan da ventata di freschezza nella famiglia reale più antica al mondo a prodotto Netflix che non smette di far parlare di sé. O meglio di produrre materiale per notizie, sia alte sia davvero di bassissimo livello. E poi figli e figliastri, prodotti di nicchia nati e curati da vari content creator che si rincorrono e si ispirano a vicenda.
Alcuni si sono limitati ad alimentare quella voglia di gossip, di guardare dal buco della serratura altrui e dire la propria, spesso non in maniera edificante, che va sotto il nome di pettegolezzo o chiacchiera da bar. Altri invece hanno colto l’occasione per approfondire la “storia” recente e passata attorno alla vicenda. E di fonti a disposizione ce ne erano senz’altro. A cominciare da almeno tre libri, usciti prima e dopo la docuserie. E righe e righe di titoli, trafiletti, tweet e hashtag che hanno accompagnato quella che alla fine poteva essere “solo” la storia d’amore di due persone. Scopriamo insieme che cosa c’è da dire su questa docuserie.
Harry & Meghan, racconto in prima persona
Immagini di repertorio e testimonianze filmate, titoli di giornali e clip di trasmissioni televisive. E poi quello che dicono loro due. La serie, composta da 6 episodi di un’ora circa ciascuno, si apre con loro. Immagini prese dai cellulari dei due protagonisti. Lui che a Marzo 2020 si trova nella Windsor’s Lounge dell’aeroporto di Heathrow e sta per raggiungere Vancouver Island in Canada. Lei che si trova in casa, con un turbante sulla testa probabilmente a tamponare i capelli appena lavati, e si mostra preoccupata.
Poi arriva la scena tipica dei documentari, i protagonisti seduti davanti all’intervistatore fuori campo che inizia a fare domande per dare il contesto di tutta la storia. Volevamo finalmente dire la nostra, parlare direttamente al pubblico per spiegare come siano andate per davvero le cose.
Harry & Meghan, le ragioni della serie
In realtà, una precedente loro versione della storia era stata rappresentata dalla famigerata intervista bomba con Oprah Winfrey di Marzo 2021, da cui erano trapelate le accuse di razzismo e il desiderio di suicidio di Meghan. Il contraccolpo, anche istituzionale, era stato deflagrante. E aveva dato il via ad una nuova campagna di attenzione dei media e degli haters sulle varie piattaforme social.
È per tale ragione, ci spiegano, che, passato oltre un anno da quei fatti, gli ex Duchi di Sussex hanno deciso di raccontare quello che per loro ha rappresentato la strada, personale e familiare, verso la libertà. Un racconto ricostruito anche attraverso una sorta di video diario, iniziato nel 2020, registrato sui loro telefoni. Sul quale è Meghan stessa a dire: “Chissà, forse in futuro servirà”.
Harry & Meghan, il ricordo di Diana, i tabloid e la sicurezza
La serie parte con un primo episodio in cui Harry ricorda sua madre Lady Diana Spencer e le conseguenze per lui di aver dovuto vivere sempre sotto i riflettori. E introduce quindi l’atteggiamento dei tabloid britannici e dei media che verrà comunque richiamato in tutti i sei episodi. Invadere la vita privata delle persone, gettarla in pasto alla folla, mettendo a rischio anche la sicurezza dei personaggi coinvolti.
Ed è il tema della sicurezza, del vero e proprio terrore di Harry di non riuscire a difendere la propria famiglia, già manifestato durante l’intervista a Oprah, il vero motivo che lo ha convinto a lasciare il Regno Unito prima e il Canada poi. Per cercare una vita in cui, attraverso risorse da guadagnarsi personalmente, avere al proprio fianco un team di professionisti che si occupi di mantenerli al sicuro lontano da rischi e pericoli.
Gli episodi della docuserie
Nell’episodio 1 Harry passa a raccontare dell’incontro con Meghan Markle a Luglio 2016 e dei primissimi periodi della loro frequentazione. Una partenza tramite messaggi. Due incontri a Londra, dove lei si trovava in quel momento. Poi contatti a distanza nel primo mese di quella estate: ancora messaggi di testo e videochiamate. E nel bel mezzo, una sorta di campeggio-safari in Botswana.
Al ritorno dal viaggio la cosa si fa seria e i due continueranno a vedersi di nascosto, fino alla rivelazione, trapelata a Ottobre, della loro relazione. Nell’episodio 2 sono quindi raccontate le prime reazioni del pubblico britannico. In parte positive e in linea con la modernità dei tempi. In parte negative, e che sono alimentate dallo scavare dei media nel passato dell’attrice americana. La Rachel Zane del legal-drama Suits ambientato in USA e girato in Canada.
Negli episodi 3 e 4 il racconto va dal fidanzamento ufficiale fino al nuovo matrimonio reale, ripreso in mondovisione. Meghan alle prese con protocollo, nuove abitudini e i doveri connessi allo status di chi beneficia del Sovereign Grant. E con una famiglia di origine allargata che negli USA si esercita alacremente nello sport tanto caro agli americani: gettarsi fango addosso per il tramite dei media. In sottofondo gli echi della cultura, ultraconservatrice e xenofoba, che ha alimentato e portato alla Brexit. Ma anche il solito “giochetto”, cinico e becero, di parlare tanto per, di spettegolare e criticare. Su un abito, su un fascination troppo originale, su crisi e litigi, su foto rubate.
Quindi “Ciao Ciao” ai FabFour, soprannome attribuito alle coppie dei principi, per i quali si è scomodato anche il ricordo dei mitici Beatles. Benvenuta Megxit. Nell’episodio 5 vengono ricordati quei tempi di inizio 2020, che porteranno ad una uscita definitiva e inappellabile con il sopraggiungere del lockdown. E poi la causa contro il Daily Mail, che ha pubblicato una lettera privata di Meghan al padre che non si presentò al matrimonio per condurla all’altare a causa di un infarto.
Tutti questi fatti sono raccontati in parte anche attraverso testimonianze di conoscenti e amici della coppia. E in parte attraverso esperti che hanno tentato di approfondire argomenti come Royal Rota, Commonwealth e rapporti irrisolti con il regime schiavistico che fece la fortuna dell’Impero Britannico. Ancora, le cause civili più attuali di cui erano intenzionati ad occuparsi insieme i Duchi del Sussex in attività filantropiche in giro nel mondo.
Harry & Meghan arriva quindi all’episodio 6, la libertà, la nuova vita, in California. Un ritorno a casa per lei, una nuova prospettiva per la famiglia, che nel frattempo si è allargata con l’arrivo, dopo il primo figlio Archie, di Lilibet Diana.
Harry & Meghan, l’autenticità della moderna fiction
La storia d’amore dei due famosi piccioncini (ex)reali sarebbe potuta finire qui. Con una sorta di reality, che tanto piace agli americani, e a cui ci siamo, purtroppo, assuefatti anche noi. Da un punto di visto drammaturgico, possiede tutte le componenti per emozionare e coinvolgere lo spettatore. I personaggi che parlano in prima persona, a volte in una forma più libera, e anche sguaiata e più da off-records, per essere così relatable. Ossia così vicini a noi… da apparire quasi veri, autentici.
E la capacità di accostare testimonianze di altre persone e un racconto di esperti o narratori che riempia la trama con approfondimenti del caso e riferimenti storici e culturali completano la ricetta. Senza che lo spettatore si accorga della reale mancanza di un contraddittorio approfondito. La finzione o comunque la versione, personale e soggettiva, di ogni storia, proposta attraverso un docureality, assume la rilevanza della “Storia”, quella con la S maiuscola da libri di testo e ore di studio.
In sostanza chi guarda un reality, soprattutto se si affrontano tematiche sociali o rilevanti, baratta l’opportunità di accedere ad un contenuto più obiettivo e approfondito con la sensazione che le persone note che vedono sullo schermo sembrino più vicine e alla sua “portata”. È una scelta assolutamente inconsapevole, che ha la caratteristica di autoalimentare la ricerca di notizie più frivole e senza una consistenza intrinseca, senza una necessità di verifica delle stesse.
Harry & Meghan, il caso socialmediatico…
Meghan era ormai un’ex attrice, mai diventata veramente una star mondiale. Harry un non più giovanissimo disoccupato padre di due bimbi a cui garantire la sicurezza perché non capitasse loro quello che era successo a sua madre. Entrambi quindi avevano la necessità, come per loro stessa ammissione, di trovare attività che consentissero loro di mantenere il loro stile di vita. E magari anche di (iniziare a) occuparsi delle tante cause civili per le quali avevano manifestato l’impegno di farsi portavoce e attivisti.
Parte il podcast della Markle intitolato Archetypes incentrato sui diritti delle donne, lanciato ad Agosto 2022 su Spotify. Nonostante un pubblico americano dalla loro parte, e endorsement convinti di personaggi famosi, il loro consenso inizia a calare. Così come gli ascolti. La seconda stagione del programma non vedrà mai luce e il loro successo inizia a naufragare.
Che cosa è capitato? Sulla scena della moderna comunicazione, tutta podcast, post di Instagram e video brevi di Tik Tok, la sorte di Harry & Meghan è messa in crisi da tradizionali (e anacronistici) strumenti di divulgazione di notizie: i cari vecchi libri.
…che nasce dalle pagine dei libri
Luglio 2022, è il momento del biografo del futuro Re Carlo in Rebel Prince del 2018 con tantissimo materiale per gli appassionati delle storie reali. Lui è Tom Bower, e la licenza di giornalista investigativo appuntata sulla giacca. La protagonista della sua nuova opera? Meghan-ex-Duchessa-di-Sussex Markle. Con il titolo Revenge: Meghan, Harry and the war between the Windsor. Oltre 700 pagine di una biografia non autorizzata ma apparentemente ben strutturata e approfondita.
Parte dall’infanzia della nuova icona delle donne, delle minoranze e delle celebrità impegnate e attiviste. Racconta la sua vita, il suo rapporto con la famiglia, di origine e allargata. La sua formazione scolastica e artistica. La sua carriera universitaria e cinematografica. Passando per relazioni amorose e il precedente matrimonio. Arrivando all’ingresso nella Royal Family e alla “guerra tra i Windsor” che dopo le nozze si era scatenata.
Un po’ di spoiler? Meghan viene descritta come calcolatrice e narcisista, bulla di giovani assistenti donne e manipolatrice ai danni dello stesso principe Harry. Al quale si sarebbe presentata come un’ingenua che sapeva poco o niente di lui e della sua vita. Quando invece le fonti raccolte da Bower descriverebbero come fan convinta e accanita della sua celebre madre Lady Diana. Che voleva emulare-sostituire nel cuore dei britannici (e più in generale all-over-the-world).
Harry & Meghan, esplode una bolla
La vicenda in quel momento era racchiusa all’interno di una bolla, anzi due. Gli americani e i filo-Meghan, che la sostenevano e difendevano a spada tratta. I britannici e quelli contro, che ritenevano avesse mandato in fumo le loro speranze di un nuovo corso anche sul suolo del vecchio impero. E sul fronte dei social, forse entrambi un po’ stanchi di titoli di tabloid e veline semplificate e dal contenuto clickbait, emergono e vengono premiati prodotti che, a torto o a ragione, in maniera approfondita o cavalcando l’eterno pettegolezzo, iniziano a ricercare conferme o smentite a quanto divulgato. Aprendo la strada alla ricerca di nuovo materiale, letterario e non, che riguarda lei e suo marito.
Una cosa la possiamo senza dubbio dire e ammettere. Non basta, nella vita, sostenere di essere a favore di qualcosa, neanche se questo viene fatto a livello mondiale. Per chi quelle situazioni le vive e le subisce sapere che qualcuno è dalla loro parte può essere di conforto, ma non cambia in maniera sostanziale la loro condizione. Ed in effetti, proprio in un periodo caratterizzato da una comunicazione sempre più diretta e orizzontale come è quella consentita dai social, il rischio è proprio questo.
Relatable & pretty
Mostrarsi come paladino di qualcosa, usando, a tal fine, frasi politically correct e concetti semplificati e ovvi, sembra essere uno strumento attraverso il quale aumentare il proprio consenso, costruendo e migliorando la propria immagine. È in effetti, socialmente parlando, un aspetto narcisistico di una comunicazione a senso unico. “Guardatemi come sono bravo che sostengo queste cose. Non merito il vostro amore e la vostra ammirazione?”.
Il tutto condito da un mostrarsi, che è già finzione o comunque fictionalizzazione, come persone semplici e alla mano, nella propria quotidianità e semplicità. Provare a sembrare brave persone anziché esserlo davvero, magari in silenzio, senza riflettori. Sforzandosi a comprendere in maniera autentica e non superficiale la condizione o lo stato d’animo, e i problemi reali connessi a chi quella situazione vive, sulla propria pelle ogni giorno.
Uno scontro di culture
Come prima conclusione, questo ha portato alla luce il caso di Harry & Meghan. L’esistenza di uno scontro di culture che, se riusciremo a comprendere, molto potrà cambiare nel futuro che ci aspetta. La cultura del nuovo che avanza che spesso irrompe contro il passato, volendolo distruggere e spazzare ancora prima di averlo conosciuto e compreso.
La cultura delle competenze effettive contrapposta a quella basata sull’immagine pubblica e sulla notorietà. E a volte su un potere che genera condiscendenza e timore reverenziale, come lo stesso #MeToo ha avuto modo di dimostrare desolatamente. La cultura dei follower, che seguono il proprio beniamino acriticamente, contrapposta a quella dei protagonisti del proprio e personale processo di costruzione di un punto di vista sano e genuino.
Harry & Meghan, quel che resta del giorno
A volte quello che accade alle storie raccontate troppo a lungo e forse un po’ ingigantite è che prima o poi ci si annoi. Che la polvere sotto il tappeto salti fuori, sporcando tutto il pavimento. O che, molto semplicemente, una serie di nodi che abbiamo cercato di nascondere e ignorare vengano, finalmente ed inevitabilmente, al pettine. Per gli ex Duchi del Sussex, impegnatissimi a sensibilizzare le persone sulla loro vicenda, davvero troppo lontana da quella della maggior parte delle persone comuni, sono iniziati ad arrivare dietro front inaspettati ed endorsement al contrario. Sembra che la stessa Oprah non sia più una loro estimatrice. Mentre le femministe americane eredi di Gloria Steinem già nel corso del 2022 abbiamo preso definitivamente le distanze.
A Gennaio 2023 irrompe sulla scena “Spare“, tradotto in italiano “il minore”, protagonista Prince Harry. Scritto da un ghostwriter d’eccezione, il premio Pulitzer autore di Open del tennista Andre Agassi J.R. Moehringer. Un nuovo e approfondito “dire la sua” dell’ex Duca che ha tracciato, a modo suo, un solco definitivo. Chi lo ha criticato ha detto in particolare come contenga accuse a tutti gli altri corredate da un’autoassoluzione praticamente totale.
Conclusioni
La serie è stata diretta dalla regista Liz Garbus, con due nomination agli Oscar nel curriculum. Prodotta da Story Syndicate, è il contenuto con cui la Archewell Productions dei Duchi di Sussex ha deciso di presentarsi ad alto livello. Ben ideata e strutturata, non presenta timeskip illogici e ha un inserto delle varie testimonianze calibrato e abbastanza puntuale. Pregevole la musica della sigla e in generale la colonna sonora.
Rappresenta, probabilmente suo malgrado e a dispetto delle intenzioni dei suoi protagonisti, un’occasione, davvero unica, per affinare il senso critico nei confronti dei contenuti fictionalizzati e più in generale sulle notizie e presunte tali. Che troppo spesso rimbalzano sui nostri device ipertecnologici e costantemente connessi ad una rete. Quella rete che può essere fonte di informazioni preziose attraverso le quali sviluppare la propria riflessione personale e non solo assorbire un banale e preconfezionato clickbait.