Eungyo è un film sudcoreano, denominato in alcuni paesi anche con il titolo A Muse, diretto da Jung Ji-woo e vede nel ruolo di protagonista l’attore Park Hae-il, conosciuto in Italia per le sue interpretazioni in Decision to Leave (2022) e Memorie di un assassino (2003). La pellicola, proiettata in Italia al Florence Korea Film Festival 2023, è un adattamento cinematografico di genere erotico – romantico del romanzo sudcoreano dello scrittore Park Bum-shin, un libro che ci è visto al centro di svariate critiche a causa della tematica trattata, ovvero della storia sentimentale che nasce tra un poeta sulla settantina e una liceale di appena diciassette anni.
Trama
Jeok-yo è chiaramente un uomo che sente di essere vicino al “crepuscolo” della sua vita. Tutti coloro con cui entra in contatto, lo trattano come un anziano venerato e colto, addirittura la comunità letteraria vuole creare un memoriale per rendere omaggio al suo lavoro. Ha inoltre uno splendido legame con Ji-woo, suo promettente allievo, tuttavia, dal momento in cui incontra Eun-gyo per la prima volta, i sentimenti perduti si risvegliano dentro di lui. In lui rinasce il desiderio di tornare a vivere e, improvvisamente, torna essere il giovane uomo che era un tempo. Ma anche Ji-woo prova dei sentimenti nei confronti di Eun-gyo, perciò inizia a provare rancore e gelosia nei confronti del suo vecchio maestro, arrivando a rubare l’ultimo romanzo scritto da quest’ultimo.
Eungyo – recensione
Può l’amore tra due persone così distanti anagraficamente avere il suo per sempre felici e contenti? Jeok-yo sente di essere vicino alla fine della sua vita, tuttavia l’incontro con Eun-gyo, di cui si innamora profondamente, gli regale una nuova ninfa vitale.
Le sue azioni diventano più “giovanili“, gli altri intorno a lui si sentono sempre confusi sul perché un uomo anziano si comporti in questo modo, in primis Ji-woo.
Il ragazzo, coetaneo di Eun-gyo, è il primo a criticare la relazione di Jeok-yo ed Eun-gyo, definendola scandalosa e ripugnante, ma segretamente vorrebbe Eun-gyo per sé. Naturalmente, qualsiasi storia d’amore tra un uomo molto anziano e una donna molto più giovane, in questo caso minorenne, può essere mal vista e provocare reazioni forti, ma Eungyo riesce a eludere, in una certa misura, questa controversia e a mostrarla con un po’ di innocenza e bellezza.
Contrariamente, è il desiderio di Ji-woo per Eun-gyo che viene mostrato come sconveniente, moralmente sbagliato e del tutto inappropriato. Nella moltitudine di temi affrontati nel film, si afferma che la solitudine è una forza trainante in ognuno di noi – sia giovani o vecchi – e solleva questioni riguardanti il fatto se il nostro bisogno di connessione e comprensione da parte di anime affini possa, in qualche modo, cambiare le nostre convinzioni e persino influenzare il nostro punto di vista morale. Le inquadrature e la regia utilizzate nelle scene che descrivono l’amore tra Jeok-yo ed Eun-gyo sono visivamente accattivanti ed emotive, in alcuni momenti sembra di trovarsi all’interno di un romanzo. Si ha un montaggio sottile e un ritmo delicato per creare una storia d’amore assolutamente credibile e coinvolgente.
In conclusione
Il film è un’ottima pellicola. Il cinema coreano sta avendo sempre più successo nella società odierna, ma, viene spontaneo chiedersi, perché abbiamo dovuto aspettare così tanto tempo per recuperare una perla cinematografica come questa.