Élite 5 è uno dei piatti forti del calendario primaverile di Netflix. Dopo ben quattro stagioni dal seguito garantito sempre e comunque, la serie si presenta al quinto appuntamento e si sente quasi il sapore di sfida. Cinque è infatti un numero importante perché segna il passaggio a una lunghezza produttiva notevole e impone una riflessione più profonda sullo stato del franchise.
Il capitolo precedente, come si è visto, aveva riscosso un successo numericamente apprezzabile ma aveva anche fatto storcere il naso a molti di coloro che si erano affezionati agli scapestrati studenti di Las Encinas. Nemmeno Élite 5, in tal senso, delude le aspettative: la serie fa rumore nella misura in cui smuove di più le coscienze e mette il mondo davanti al fatto compiuto che la lunghezza non è sempre sinonimo di qualità. Questo registro produttivo sta avendo delle conseguenze sempre più concretamente preoccupanti (vedasi la crisi degli abbonamenti Netflix) e le due cose sembrano andare di pari passo, soprattutto se ci si concentra sulla trama delle avventure che la piattaforma continua a proporre.
Élite 5 – La Trama
Il primo episodio inizia dal preciso momento in cui era terminata la stagione precedente. L’incipit di Élite 5 è legato infatti alle conseguenze dell’omicidio di Armando e tutti i protagonisti devono a questo punto farci i conti. Ecco, dunque, il solito format narrativo che gira intorno alle confessioni di ciascuno (il colloquio frontale con la polizia è una grandissima certezza di Élite). Si vede ovviamente sempre Samu (Itzan Escamilla) precedere leggermente gli altri in fatto di centralità scenica ma non si può dire che questa non costituisca un esempio magistrale di fiction corale. La sua storia d’amore con Ari (Carla Diaz) rischia, tra l’altro, una seria compromissione a seguito di questo omicidio.
Si fa la conoscenza anche dei nuovi arrivati: Élite 5 inserisce, come sempre, studenti che apportano un valore aggiuntivo alla trama ma stavolta il tentativo è abbastanza bizzarro. Le due new entries Isadora (Valentina Zenere) e Ivàn (Andrè Lamoglia) non lasciano il segno: non sorprende infatti che siano, rispettivamente, una ricca ereditiera ibizenca e il figlio di un grandissimo calciatore. I due si rendono esclusivamente compartecipi delle sotto-trame che riguardano piuttosto le altre figure di punta: su tutte, quella di Philippe spicca di più in quanto indiziato di stupro ai danni della sua ex fidanzata francese. Le fila si tessono dunque sulla base dei due macro-avvenimenti anticipati e, tra una festa e l’altra, quello che lo spettatore deve fare è soltanto aspettare un finale come tanti che ha impiegato forse troppo per arrivare.
Élite 5 – La Recensione
Si passa all’analisi di Élite 5 che non può, ovviamente, filare liscia come l’olio. Da segnalare un impianto scenico ripetitivo che offre ogni singola volta gli stessi assiomi. Gli inquietanti messaggi via tv che Benjamin manda a tutto l’istituto sono stati clamorosamente confermati (e si capisce che questo è l’espediente narrativo utilizzato per concatenare gli eventi e far evolvere le relazioni tra i personaggi). Altro fattore da tenere in considerazione è la presenza di Cayetana (Georgina Amoròs) come inserviente scolastica (né dentro né fuori la serie proprio per questo motivo). È lei senza dubbio l’anello di giunzione tra la vecchia generazione di Elite e quella nuova, colei che fa in modo che la nostalgia per i vecchi Carla, Guzman e Nadia sprizzi da tutti i pori (una volta superata l’estenuante impasse dei primi episodi).
Si ha quindi la percezione di un costante e ripetitivo avvicendarsi di situazioni, dialoghi e rapporti: le grandi feste intervengono a voler spezzare questo brutto incantesimo (quasi si fosse imprigionati in una sorta di multiverso “elitiano”. Nemmeno quest’ultime tuttavia riescono nell’intento, essendo ormai anacronisticamente uguali l’una all’altra. Dal vestiario scolastico (divise molto serie e riconoscibili) si è giunti a un eccesso stilistico francamente non degno di nota, dato che lo “scoglio” dello sfarzo è stato già superato dalla terza stagione.
La mancanza di argomenti di Élite 5 manifesta il suo volto più preoccupante nel momento in cui anche uno dei genitori dei giovani studenti di Las Encinas prende parte alle trame amorose dei ragazzi: il modo in cui questo dettaglio narrativo viene inserito non lascia presagire uno sviluppo degno di considerazione ma appare come un inserto estemporaneo. La fluidità sessuale a cui la serie ha sempre abituato gli spettatori è validissima (e sempre crescente) ma rischia spesso di diventare il fine ultimo di una serie che non sa più cosa raccontare. Questo caso è l’esatto opposto di serie come Euphoria dove tutto è bilanciato con maestria e la scioltezza giovanile (seppur abbondante) impreziosisce invece che apparire stucchevole.
La serie è a un bivio
Questo decadimento narrativo, corroborato da un fugace luccichio scenico, costituisce in piccolo uno dei motivi per cui Netflix sta perdendo proseliti: ormai è sulle nuove serie che si giocherà la grande partita degli abbonamenti streaming. Fatte salve, infatti, alcune storiche serie tv o film (Stranger Things 4 uscirà a maggio) è lampante il bisogno di novità. Élite 5 rientra nel novero di prodotti giunti ormai al termine ma che, in un modo o nell’altro, cercano di mantenere viva l’attenzione. Dette considerazioni non sono pensate nei riguardi di chi ha un particolare affetto nei confronti degli studenti spagnoli ma valgono più come discorso generale (la quantità è sempre nemica della qualità).
Netflix è sempre stata una casa produttrice in grado di offrire storie brevi ma dal forte coinvolgimento emotivo (a prescindere dal genere): quasi verrebbe da dire che recuperare questo approccio può fare bene. Se una serie non è progettata per durare tanto, è controproducente rinnovarla all’infinito. Élite si colloca proprio in questo novero e, se il dato numerico conferisce al prodotto la dimensione di asset aziendale, da un punto di vista contenutistico siamo davanti a qualcosa di molto diverso dai precedenti capitoli: viene preso come spunto il Teen Drama per creare un mix di spunti provenienti da serie americane dalla lunghezza estenuante. Questo non costituisce un approccio vincente a lungo termine, ma fino a che il pubblico si dimostrerà reattivo, Élite e altre serie avranno sempre terreno fertile.