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Dopo la serie Monsters si riapre il caso Menendez

Monsters: la storia di Lyle ed Erik Menendez è la serie Netflix uscita il 19 settembre (di cui trovate qui la recensione) che racconta la storia dietro l’efferato parricidio commesso dai fratelli Menendez nel 1989. Tra critiche e opposizioni, la serie ha avuto moltissimo successo, tanto da convincere la giustizia a riaprire il caso grazie all’acquisizione di nuove prove.

Ryan Murphy e Ian Brennan hanno scritto una serie di stagioni incentrate sui serial killer più famosi, iniziando con Dahmer – Monster: la storia di Jeffrey Dahmer e continuando poi con Monsters. In questo caso gli sceneggiatori usano come linea di racconto proprio la linea di difesa che gli avvocati dei due assassini portarono al processo. Nonostante ciò (e a differenza di Dahmer per cui furono le famiglie delle vittime a protestare) sono stati proprio i fratelli Menendez (in particolare Erik) a criticare la serie che il cast invece ha poi prontamente difeso (come vi spieghiamo qui).

Che prove ha fornito Monsters per riaprire il caso?

Nella serie viene citata una lettera scritta da Erik (il fratello minore) per il cugino in cui mette per iscritto molti degli abusi ricevuti da parte del padre, ai quali invece la giuria dell’epoca non credette. Anche personalità del mondo dello spettacolo si sono schierate dalla parte dei fratelli Menendez come ad esempio Kim Kardashian. L’opinione pubblica quindi sembra aver compreso attraverso la serie il difficile passato dei fratelli Menendez arrivando a difenderli da un verdetto troppo duro.

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Il procuratore Gascon che si occupa del caso ha dichiarato di aver ricevuto molte telefonate riguardanti la serie tv impossibili da ignorare. Ha anche tenuto a precisare però che non c’è ancora un’opinione precisa sulle possibili violenze che i fratelli Menendez avrebbero ricevuto dai genitori che rimangono comunque ancora da verificare. Dunque questa lettera potrebbe essere solo l’inizio.

Sveva Serra
Sveva Serra
Classe 2004, metà napoletana e metà romana, credo nel potere delle parole e dell'onestà. Il cinema mi insegna sempre qualcosa e io non voglio far altro che imparare.

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