Chiamatemi Anna è la serie targata Netflix che riprende il classico della letteratura per ragazzi, Anna dai Capelli Rossi. Uno dei prodotti di spicco sulla piattaforma, è purtroppo composto da sole tre stagioni. Nonostante le proteste dei fan Chiamatemi Anna non è stato rinnovato da Netflix, ma ha offerto un finale soddisfacente e coerente. Nel corso di ogni stagione la serie affronta tematiche rilevanti a livello storico e contemporaneo, diventando un prodotto che riesce a distinguersi per il suo grande livello educativo.
Chiamatemi Anna: trama
Ambientata in Canada alla fine del 1800, Chiamatemi Anna racconta la storia della giovane Anna Shirley, orfana di entrambi i genitori, costretta a spostarsi da una famiglia all’altra per gran parte della vita. Giunta per caso nella cittadina di Avonlea sull’isola del principe Edoardo, la giovane verrà adottata da due anziani fratelli, Marilla e Matthew Cuthbert. Anna è però una ragazza molto particolare, dotata di grande immaginazione e sensibilità, che si ritroverà spesso in contrasto con la comunità di Avonlea, caratterizzata da una mentalità ristretta e restia a qualsiasi forma di cambiamento. A seguito di grandi sforzi Anna riuscirà finalmente a farsi apprezzare dalla cittadina diventando un importante punto di riferimento.
Chiamatemi Anna: recensione
Gran parte del successo della serie è dovuto alla sceneggiatrice Moira Walley-Beckett, che ha deciso di introdurre tematiche più adulte e delicate all’interno della serie coming of age, distaccandosi dal libro di partenza, ma conservandone l’essenza. Si tratta di un racconto di formazione adatto al grande pubblico, perché in fondo ognuno può rivedersi nel personaggio di Anna. Una giovane donna alla ricerca della sua identità in una realtà che spesso la fa sentire fuori luogo. Chiamatemi Anna affronta le fasi più critiche dell’adolescenza in modo veritiero e intelligente.
I personaggi che vengono introdotti via via hanno scopi narrativi fondamentali e sono ben sfaccettati. Partendo da Cole, giovane ragazzo dall’animo artistico che si sente diverso rispetto ai suoi coetanei. Ottimo escamotage per esplorare l’identità sessuale. Troviamo poi Sebastian, detto Bash, ragazzo di Trinidad conosciuto da Gilbert (protagonista maschile) mentre lavora su una nave. Il colore della sua pelle sarà un fattore di forte shock per gli abitanti di Avonlea, affrontando il tema del razzismo e di come fosse fortemente radicato all’epoca.
Riferimenti storici
Oltre a temi fortemente sociali troviamo riferimenti a determinati momenti storici. Uno tra i più significativi sono le scuole residenziali, periodo buio della storia canadese. Si trattava di collegi riservati ad indigeni canadesi, in cui i ragazzi venivano rieducati per essere reinseriti all’interno della società civile urbanizzata. I bambini venivano strappati in giovane età alle famiglie impedendo loro di avere qualsiasi tipo di interazione con i genitori.
La cultura veniva completamente cancellata, spesso attraverso uso di violenza, abusi sessuali e elettroshock. Una volta usciti dalle scuole i giovani si ritrovavano spesso a vivere come disadattati incapaci di trovare una loro collocazione all’interno della società a causa dei traumi causati. Questo capitolo oscuro è raccontato attraverso la storia del personaggio di Ka’kwet, giovane ragazza parte di una comunità di indigeni vicino ad Avonlea.
Femminismo
Non mancano poi tematiche femministe attraverso il personaggio di Anna, giovane donna coraggiosa sempre pronta a scontrarsi contro convenzioni sociali radicate. Fin dai primi episodi la ragazza si ritrova ad interrogarsi sulla condizione della donna e sui motivi di disparità nel rapporto tra sessi. In particolare, uno dei momenti più significativi si verifica durante la terza stagione quando l’amica di Anna, Josie, viene molestata da un suo coetaneo, questo porta la ragazza a reagire scrivendo un potente articolo sul consenso:
“Le donne contano anche da sole, non in relazione a un uomo. Tutte meritiamo il diritto all’autonomia fisica e di essere trattate con rispetto e dignità. Di dire basta ed essere ascoltate invece di venire costrette, derise e convinte che gli uomini sappiano più dei nostri desideri di noi. Non sono gli uomini che completano le donne, le donne sono già complete nel momento in cui vengono alla luce”.
Trailer e dove vederla
Chiamatemi Anna è una serie educativa che dovrebbe essere vista da tutti, adulti e giovani, perché nonostante concentrata in sole tre stagioni è capace di portare contenuti di spessore in modo mai scontato. La serie è disponibile su Netflix con la possibilità di vederla gratuitamente tramite la settimana di prova.