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28 anni dopo: fioccano le reazioni

Era tra i ritorni cinematografici più attesi, quello di 28 anni dopo. Sì, perché il suo antesignano, 28 giorni dopo, nel 2002 aveva conquistato i fans. Il primo sequel, 28 settimane dopo, nel 2007 non riuscì a entrare allo stesso modo nel cuore degli estimatori. Varie le ragioni del mancato successo: non c’era più Danny Boyle alla regia, non c’era più Alex Garland alla sceneggiatura. In un certo senso, è quello che esce quest’anno a essere considerato il vero sequel, in qualche modo canonico. Sono tornati Boyle, Garland e solo da produttore esecutivo Cillian Murphy. Protagonisti del film Jodie Comer, Ralph Fiennes, Aaron-Taylor Johnson (un altro horror per lui dopo Nosferatu).

Ma cosa sta dicendo la critica di 28 anni dopo? I pareri sono pressoché unanimemente entusiasti. Alcuni commentatori hanno messo in risalto una certa politicizzazione della saga, con molti riferimenti metaforici alla Brexit. Altri parlano della capacità di produrre un’esperienza horror pura. Non mancano alcune critiche per il tono definito eccessivamente sobrio adottato da Boyle per la regia del film.

28 anni dopo: non finisce qui

È previsto che 28 anni dopo si trasformi in una ulteriore trilogia. Il sequel è già stato girato, con alla regia Nia DaCosta (The Marvels, Candyman). Per il terzo e conclusivo capitolo è previsto che alla regia torni lo stesso Danny Boyle. Ma a sentire le parole del regista non è ancora ufficiale che il film si realizzerà. È molto probabile, d’altronde che prima di procedere si attendano responsi sull’opera attualmente in sala. Il fatto che il sequel sia stato già girato conferma che comunque la fiducia di poter concludere la trilogia, esiste. Per tornare alle reazioni che il film sta avendo in questo momento, Rotten Tomatoes rappresenta un buon indicatore. Sull’aggregatore il 94% delle reazioni sono, per ora, di segno positivo, sintomo di una ottima presa presso il pubblico.

Stefano Minisgallo
Stefano Minisgallo
Si vive solo due volte come in 007. Si fanno i 400 colpi come Truffaut, Fino all’ultimo respiro come Godard. Il cinema va preso sul serio, ma non troppo. Ci sono troppi film da vedere e poco tempo, allora guardiamo quelli belli. Il cinema è una bella spiaggia, come nei film di Agnes Varda.

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