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Jeremy Strong sulla questione degli attori etero in ruoli gay

Jeremy Strong è recentemente intervenuto sull’annosa questione del casting di attori etero in ruoli gay.

Dopo aver interpretato il mentore gay di Donald Trump, Roy Cohn, in The Apprentice, ha dichiarato di ritenere che gli attori LGBTQ dovrebbero avere “più peso”. La posizione dell’attore non è generalizzante e assolutista, ma ben ponderata.

Al Los Angeles Times ha dichiarato: “Sono un po’ all’antica, forse, nella convinzione che, fondamentalmente, si tratta dell’abilità artistica di una persona. I grandi artisti, storicamente, sono stati in grado di cambiare, per così dire, l’impronta della loro natura. Questo è il tuo lavoro di attore. Il compito, in un certo senso, è quello di rendere qualcosa che non è necessariamente il tuo habitat nativo. Anche se non credo che sia strettamente necessario, che i ruoli gay siano interpretati da interpreti gay, penso che sarebbe bene che a questo aspetto venisse dato più peso”.

Strong ha aggiunto: “Quello che sento, chiunque interpreti qualsiasi ruolo, è che bisogna prendere queste cose sul serio, come si prende la propria vita. Non è un gioco. Queste persone, le loro lotte e le esperienze che si decide di rappresentare non devono essere prese alla leggera. Se non avessi creduto di poter comprendere a un livello profondo la sua angoscia, il suo turbamento e il suo bisogno, e quella sorta di nodo gordiano che ogni personaggio ha, ma che Roy ha in modo particolare, se non avessi creduto di poterlo capire o di potermi collegare ad esso in modo fedele o vorace, non l’avrei fatto. Di certo non faccio queste cose solo per autocelebrarmi”.

The Apprentice, la trama del film con protagonisti Jeremy Strong e Sebastian Stan

Scritto da Gabe Sherman, The Apprentice racconta l’ascesa al potere di un giovane Trump (Sebastian Stan) attraverso un accordo faustiano con l’influente avvocato di destra e faccendiere politico Cohn (Jeremy Strong). Il film annovera tra gli interpreti anche Martin Donovan nel ruolo di Fred Trump Sr. e da Maria Bakalova nel ruolo di Ivana Trump.

La sessualità di Cohn era un segreto aperto, nonostante avesse svolto un ruolo cruciale nel Lavender Scare dell’era McCarthy degli anni Cinquanta. Anche se nel tempo abbia continuato a negare la diagnosi, Cohn è morto per complicazioni legate all’AIDS nel 1986.

Durante l’ anteprima mondiale al Festival di Cannes a maggio, il film ha ricevuto un’ovazione di 11 minuti. Subito dopo la première, la campagna di Trump ha tentato di boicottare l’uscita del film nelle sale. L’entourage del candidato ha inviato una lettera di diffida per impedire la proiezione di The Apprentice negli Stati Uniti in vista delle elezioni presidenziali del 2024. Ma la lettera sembra essere stata infruttuosa fin da subito, dato che il titolo è stato proiettato al Telluride Film Festival in agosto, e che presto verrà distribuito nei cinema di tutto il mondo. L’11 ottobre in quelle statunitensi e dal 17 dello stesso mese anche in quelle italiane.

Riccardo Brunello
Riccardo Brunello
Il cinema mi appassiona fin da quando ero un ragazzino. Un amore così forte che mi ha portato ad approfondire sempre di più la settima arte e il mondo che la circonda. Ho un debole per i film d’autore e per il cinema orientale, ma, allo stesso tempo, non riesco a fare a meno di un multisala, un secchio di popcorn, una bibita fresca e un bel blockbuster.

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