HomeRecensioni FilmHayao Miyazaki e l’airone: Il diario degli ultimi anni del maestro

Hayao Miyazaki e l’airone: Il diario degli ultimi anni del maestro

Il nuovo documentario di Kaku Arakawa arriva al cinema il 25, 26 e 27 novembre con Lucky Red, in versione originale con sottotitoli in italiano. Avendo già diretto Never-Ending Man: Hayao Miyazaki e 10 anni con Hayao Miyazaki, non è la prima volta che il regista Kaku Arakawa si è avvicinato personalmente a il regista di anime. Ma è probabilmente la prima volta che lui, o chiunque altro, per quel che conta, ha documentato Miyazaki in un momento così profondamente tormentato. Gli aspetti inediti esplorati in Hayao Miyazaki e l’Airone trovano il loro momento di unificazione nello studio di casa e nei temi ricorrenti che da sempre attraversano la vita del regista, confluendo in una riflessione sulla fase finale della sua esistenza.

Hayao Miyazaki e l’airone – Il ritorno tra incertezze e difficoltà

Hayao Miyazaki e l’Airone si concentra sul momento in cui il regista giapponese, dopo aver annunciato il suo ritiro, decide di tornare a fare un altro film nonostante la sua indecisione e la fatica data dall’anzianità. Ambientato principalmente nei sette lunghi anni di produzione de Il ragazzo e l’airone, Arakawa documenta ogni fase del processo creativo di Miyazaki, proseguendo un lavoro di osservazione e racconto che lo vede impegnato da quasi vent’anni. Il documentario si concentra principalmente sulle numerose prove e tribolazioni sopportate da Miyazaki, siano esse artistiche, personali, esistenziali o altro.

Per coloro che si chiedono se sia necessario aver visto Il ragazzo e l’airone prima di guardare questo: francamente, sarete in grado di apprezzare Miyazaki e l’Airone molto di più se lo avete già visto. Offrirà un contesto più chiaro per i momenti specifici del film su cui vediamo Miyazaki lavorare, aggiungendo così ulteriore significato a quelle scene. Detto questo, non ci sono spoiler enormi per Il ragazzo e l’airone, quindi, sebbene non sia molto nello spirito del film notoriamente non commercializzato, non è nemmeno la fine del mondo se decidete di guardare prima Miyazaki e l’airone.

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Il dolore, il ricordo e la spinta a creare

Miyazaki si trova a confrontarsi con una lista crescente di perdite tra i suoi colleghi. In particolare, di grande significato è la morte del suo amico di lunga data e rivale Isao Takahata (che Miyazaki chiama Pak/Paku), scomparso nel 2018. Miyazaki, che ha pronunciato un elogio funebre in lacrime per Takahata, ha dovuto affrontare profondamente questa perdita; come si evince anche dalle scene in cui si confida alla camera, esprimendo il desiderio di poter parlare ancora con lui. Le ripercussioni sono state tali che Miyazaki si è sentito spinto a non fermarsi. I colleghi, amici e affetti che lo hanno accompagnato per tutta la storia dello Studio Ghibli, ora, dall’aldilà o attraverso il ricordo delle loro parole, lo spronano a realizzare un altro film.

Hayao Miyazaki e l’airone

Hayao Miyazaki e l’airone – Recensione

Se non l’avete ancora capito, questo documentario racconta da molto vicino le difficoltà che incontra Miyazaki. Alcuni momenti, che spaziano dal dolceamaro al commovente, si alternano a episodi dove Miyazaki tira giù le somme o subisce la frustrazione di fronte alle sue illustrazioni, che non rispondono alle sue alte aspettative. Più si va avanti nel documentario, più diventa chiaro che, sebbene abbia sicuramente avuto un ruolo, la pandemia è stata ben lungi dall’essere l’unica cosa che ha tenuto Il ragazzo e l’airone in produzione per così tanto tempo.

Il documentario si distingue per la sua immediatezza e l’autenticità delle immagini, raccontando un processo creativo che non è mai lineare o prevedibile. Non c’è una visione predefinita di Miyazaki, ma una continua evoluzione. Arakawa è riuscito con destrezza a crearsi uno spazio privilegiato da cui osservare e comprendere il regista; ha infine unito i frammenti raccolti e dato loro ordine e ritmo. Tra una scena e l’altra, trova il coraggio di porre delle domande al regista, pure nei momenti di sconforto: a volte semplici, altre volte pungenti, sono fondamentali e ben riuscite.

Hayao Miyazaki e l’airone

Hayao Miyazaki, il lavoro e vita quotidiana

Hayao Miyazaki e l’airone si trasforma in un viaggio profondo e a tratti tortuoso nella mente di Miyazaki, esplorando ciò che lo spinge, le ragioni delle sue scelte e come la sua arte lo definisca. In nessun momento emerge un’immagine incompleta o forzata dalle aspettative esterne. Miyazaki appare sincero e genuino in ogni sua sfumatura: quando si ferma a riflettere sulla panchina davanti a casa, quando è immerso nel suo disegno in studio, quando i bambini lo guardano con ammirazione, o quando i suoi amici, con gratitudine, reagiscono al suo lavoro, e lui sembra quasi spaesato, incapace di rispondere a tanta riconoscenza. Al pubblico vengono occasionalmente ricordate le sue tendenze da stacanovista e quanto il suo perfezionismo possa essere frustrante per chi gli sta intorno, e di solito questo viene discusso dal co-fondatore dello Studio Ghibli Toshio Suzuki.

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Il ragazzo e l’airone può essere paragonato a di Federico Fellini, non solo per le evidenti citazioni che rimandano al suo film, ma anche per il suo stesso spirito. Così come per Fellini 8½ è stato un’opera in continua trasformazione, mai fissa e mai veramente conclusa, lo stesso si può dire del film di Miyazaki. Inoltre, nel documentario scopriamo in modo tutt’altro che casuale, data la grandezza di questi due autori, che Miyazaki è solito raccontare bugie; proprio come Fellini. Entrambi, potremmo dire, si divertono a inventare mondi, creare storie e personaggi straordinari, e infine a mescolare verità e finzione, giocando deliberatamente con i confini tra fantasia e realtà.

Hayao Miyazaki e l’airone

Conclusioni

In questo documentario, Hayao Miyazaki e l’Airone non è solo una testimonianza del lavoro creativo, ma anche una riflessione universale sul senso della vita, della morte e della continua ricerca. Chiunque guardi questo film avrà l’opportunità di capire meglio l’uomo che si cela dietro la leggenda, un uomo che, pur nella sua fragilità, ha ancora molto da dire al mondo.

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Il documentario di Kaku Arakawa offre un'intima e autentica ricerca sul processo creativo di Miyazaki durante la realizzazione de Il ragazzo e l'airone, raccontando da vicino le sue difficoltà, riflessioni e il ritorno alla regia. Il film riesce a catturare la complessità emotiva e artistica di Miyazaki, mostrando non solo il suo genio creativo, ma anche le sue vulnerabilità, i dubbi e le perdite che lo spingono a proseguire.
Lucio Tanganelli
Lucio Tanganelli
Amo guardare film di ogni genere, ma ho una forte passione per il cinema italiano e per i suoi grandi maestri come Fellini, Visconti, Pasolini e Scola.

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