Il presidente ucraino Zelensky è intervenuto (a sorpresa) alla cerimonia d’apertura del festival di Cannes 2022. La kermesse ha sempre ospitato la crème de la crème del panorama cinematografico mondiale, garantendo visibilità ma, al contempo, contenuti culturali di sostanza e classe. Questa volta l’attenzione è tuttavia rivolta (almeno in occasione di questo primo appuntamento) a un’ospite che dire che sia d’eccezione è dire poco.
Zelensky ha calcato i palcoscenici mediatici di ogni dove e, onestamente, si è abituati a vederlo apparire in diversi frangenti anche nell’arco della stessa serata. Vederlo partecipare alla cerimonia inaugurale del festival francese ha però un retrogusto insolito. Stavolta il connubio tra cinema e storia si fa ancora una volta più forte e si realizza come la settima arte abbia un ruolo concreto di collante tra il mondo della finzione e quello reale.
Il presidente ucraino ha fatto un intervento in parte rievocativo del capolavoro di Charlie Chaplin, Il Grande Dittatore. Le sue parole sono state le seguenti <<Il cinema non dovrebbe restare muto. L’odio alla fine scomparirà e i dittatori moriranno>>. Ha continuato poi specificando che <<la Russia ha cominciato una guerra contro l’Ucraina con l’intenzione di arrivare più lontano in Europa. Il cinema non può restare muto. Tutti i giorni troviamo delle fosse comuni. Non fanno altro che uccidere>>. La conclusione di Zelensky è infine assolutamente simbolica e in linea con il tema della serata: <<Serve un nuovo Charlie Chaplin che dimostri che il cinema di oggi non è muto>>.
Zelensky e il supporto culturale all’Ucraina
Il presidente, ora più che mai, si fa portavoce di un popolo martoriato e sconvolto da una guerra che tutti ritengono ingiusta. Dopo la recente vittoria dell’Ucraina all’Eurovision è palese come anche l’ecosistema culturale sia pronto ad abbracciare la causa di Zelensky. Al festival musicale tenutosi a Torino il trionfo ha sancito la volontà di mezzo mondo di prendere parte e regalare così i voti a un gruppo che, non sarà stato tra i favoriti, ma che assume un valore simbolico indiscutibile.
Da tempo anche Hollywood si è dimostrata solidale: da ricordare infatti la volontà di Sean Penn di scendere sul campo di battaglia (e la più concreta opera di raccolta fondi che la sua “Community Organised Relief Effort” ha messo in atto).
All’apertura del festival di Cannes 2022, Zelensky ha acceso ancora una volta le menti dei presenti con un riferimento propriamente cinematografico: il monito alle azioni di Putin è più chiaro che mai ma ciò che sorprendere è l’attinenza dell’immagine di Chaplin con il contesto che si sta vivendo oggi: c’è bisogno anche di ridere costruttivamente, di fare spettacolo perché ci sono performance in grado di assumere una portata che va al di là di ogni palcoscenico; capaci cioè di bucare lo schermo.