La mostra del cinema di Venezia 2023 è alle porte e già stanno trapelando i primi dettagli organizzativi su uno degli eventi filmici più importanti in assoluto. Tra ospiti, attese e impazienza per l’uscita in sala di film come Dune 2 e Oppenheimer, ancora una volta Venezia 2023 si conferma trascinante in fatto di settima arte.
Stavolta è il marketing a farla da padrone. Per l’ottantesima edizione è stato scelto un manifesto particolare, ispirato al grande cinema on the road. La tradizione può risalire a diverse pellicole: Thelma e Louise, Il Sorpasso e Easy Rider. Lorenzo Mattotti ha voluto proporre questa scelta perché è un concetto simbolico che rimanda al passato ma guarda necessariamente al futuro.
Il grafico italiano, che è al sesto anno di partecipazione alla stesura del manifesto, ha voluto anche celebrare la capacità del cinema di creare, progredire e innovare. Un invito a lanciarsi, a prendere il volo verso nuovi lidi e nuovi orizzonti. E quest’anno di sperimentazione ce n’è stata effettivamente molta (basta pensare a Barbie).
La biennale di Venezia 2023 deve necessariamente celebrare la tradizione cinematografica italiana ma anche porsi come evento in grado di far dimenticare il covid. Da qui l’idea di uno slogan che faccia percepire alla gente la volontà generale (e il bisogno) di guardare avanti.
Un altro evento tuttavia minaccia di incombere sulla cerimonia di Venezia 2023. Parliamo dello sciopero di attori e altri addetti ai lavori che, partendo da Hollywood, ha generato un’eco importante anche in ottica europea. Non vi sono grossi pericoli ma intanto già è da registrarsi il ritiro di Luca Guadagnino dalla biennale. Non prenderà parte alla cerimonia con il suo The Challengers.
I presupposti insomma non sono dei migliori ma il messaggio di speranza che cerca di dare Mattotti alla biennale di Venezia 2023 parte anche da qui. Il futuro è nelle mani di chi fa il cinema. Basta avere coraggio, rispetto e non farsi trascinare in basso da scontri scomodi e poco fruttuosi.