The World of Tim Burton, la mostra su Tim Burton ospitata dalla Mole Antonelliana di Torino, si apre domani. E promette di meravigliare tutti i fan del regista.
Le prime notizie erano filtrate nel mese di marzo. La mostra, patrocinata dal Comune di Torino, è stata ideata e co-curata dalla curatrice indipendente Jenny He in collaborazione con il regista, ed è adattata da Domenico De Gaetano per il Museo Nazionale del Cinema.
Tim Burton, cosa aspettarsi dalla mostra
La mostra è suddivisa in 10 sezioni, ognuna delle quali dedicata ad un tema diverso. Le opere presenti sono più di 500, realizzate dagli esordi fino a oggi.
Le tipologie delle opere, alcune delle quali inedite, sono le più disparate: schizzi originali di personaggi, quadri, disegni, sculture, costumi di scena, maquette, pupazzi e molto altro.
L’idea è quella di realizzare un’esperienza totalmente immersiva nell’universo di Tim Burton, potendo interagire attivamente con l’allestimento stesso della mostra, diventando parte integrante della mostra.
Tra le altre cose, è possibile scattarsi foto con il celebre Balloon Boy ed entrare nella replica fedele dello studio del regista, scoprendo alcuni dei suoi progetti attuali e mai realizzati.
E cosa dire del contenuto della mostra? E’ la quintessenza dello stile Burton. Tra ibridazioni tra uomo, animale e macchina, l’interazione costante tra orrore e umorismo e ovviamente, il mix tra commedia e grottesco.
Senza dimenticare un tema centrale per lui, evocato in film come Nightmare Before Christmas ed Edward Mani di Forbice, ma anche de La fabbrica di cioccolato: la malinconia profonda degli emarginati e degli incompresi.
Una sapiente amalgama di queste e di altre tematiche care al regista è ben rappresentata. all’interno della mostra.
Non solo cineasta: Tim Burton artista a tutto campo
Questa mostra sarà un’ottima occasione per (ri)scoprire il genio poliedrico di Tim Burton. Non tutti sanno che iniziò la sua carriera come disegnatore alla Walt Disney: un legame che, tra alti e bassi, è durato 40 anni. Fino al live action di Dumbo, uscito nel 2019.
Lui stesso ha chiarito l’importanza di essersi formato come animatore, prima ancora che cineasta. Ecco cosa ha dichiarato in un’intervista: “Il CalArts (California Institute of the Arts, ndr) non era come una scuola di cinema, ma era come una scuola di cinema – perché ogni anno facevi un certo numero di secondi di animazione, ma dovevi crearne il storyboard, animarlo, girarlo, montarlo.
Quindi ottenevi davvero l’intero pacchetto del fare cinema, ma attraverso l’animazione. Era molto eccitante. Ti insegnava la composizione, ti insegnava il tempismo e cose del genere. È stato uno strumento e un’esperienza molto, molto preziosa nell’approccio al cinema“.
Qualunque sia la forma nella quale sceglie di esprimersi, comunque, Burton resta fedele al suo stile grottesco, perturbante, che punta alla meraviglia attraverso l’orrore. Senza perdere mai quel sapore dark che gli è proprio.
Una breve storia della mostra
Il tour di The World of Tim Burton è iniziato nel 2015 e ha visitato molti Paesi. L’idea originaria è stata del Museum of Modern Art di New York (MOMA), che nel 2008 propose al regista di allestire una retrospettiva dei suoi lavori.
Da allora, l’esposizione dedicata al regista ha fatto il giro del mondo: da Praga a Tokyo, da San Paolo a Hong Kong. Fino a Torino, unica tappa italiana di questo surreale tour.
Un riconoscimento speciale per Tim Burton
A Torino, nella giornata di domani, Tim Burton terrà una speciale masterclass e riceverà il premio Stella della Mole. Un premio dovuto, che il direttore del Museo del Cinema Domenico De Gaetano e il presidente Enzo Ghigo definiscono come “un riconoscimento del suo contributo visionario e innovativo, con il suo inimitabile stile, alla storia del cinema”.
Benvenuti nell’immaginario di mister Tim Burton.