Trentaseiesimo film del Marvel Cinematic Universe, Thunderbolts*, diretto da Jake Schreier, chiude la quinta fase dell’MCU e apre ufficialmente le porte di un nuovo inizio. Il progetto Thunderbolts* riporta sullo schermo personaggi amati, odiati o che in passato hanno solo dato un accenno di mano, in un avventura che va a riprendere quanto visto in sala ed in streaming negli ultimi due anni. Un altro prodotto che è il risultato di una narrazione che intreccia il mondo cinematografico con quello seriale televisivo. In passato i disastri non sono stati pochi. Questo ha accresciuto la rabbia dei fan verso un franchise che, a detta di molti di loro, era ormai alla frutta.
Thunderbolts* è l’ennesimo flop o forse questo è il dolce saluto che chiude una porta per avviarsi verso un grande portone?
Thunderbolts* – Trama
Dopo essersi ritrovati nel mezzo di una trappola mortale orchestrata da Valentina Allegra de Fontaine (Julia Louis-Dreyfus), gli emarginati antieroi Yelena Belova (Florence Pugh), Bucky Barnes (Sebastian Stan), Red Guardian (David Harbour), Ghost (Hannah John-Kamen) e John Walker (Wyatt Russel) devono affrontare una missione pericolosa, una minaccia di nome Sentry (Lewis Pullman), che li costringerà a confrontarsi con gli aspetti più oscuri e dolorosi del loro passato.
Thunderbolts* – Recensione
Dopo un lungo periodo in cui si era abituati ad una lunga sequela di film scadenti e di basso livello (Deadpool & Wolverine e Doctor Strange nel Multiuso della Follia esclusi) Jake Schreier chiude questa brutta tendenza realizzando un film dotato di una sua identità. Thunderbolts* porta in vetta cinque eroi ormai accantonati, dimenticati, alcuni neanche mai apprezzati, eclissati dal gruppo più amato e noto al mondo: gli Avengers. Un quintetto che non ha però ancora smesso di suonare la propria musica, e che nel momento del bisogno, senza che nessuno li reclami a gran voce, danno tutto per salvare New York da una minaccia impossibile da fermare.
Viene così fuori una Suicide Squad più sobria e contenuta, dove il passato e la solitudine sono il punto che unisce i vari protagonisti. Ognuno dei Thunderbolts* racconta una vita tormentata, dove il dolore ha quasi cancellato ogni traccia di umanità. Questo è però il momento della redenzione, una redenzione che può avvenire ristabilendo l’equilibrio nella mente di uomo che può essere la fine del mondo: Sentry.
Robert “Bob” Reynolds alias Sentry è la miglior sorpresa di questa pellicola. Un personaggio che in futuro avrà molto da fare e dire, ma che qui è utilizzato come espediente narrativo per raccontare il disagio interiore, la solitudine e la depressione. Il cinecomic si eleva a racconto sociale e non è più solo botte da orbi. Una cosa che il pubblico aveva ormai dimenticato. Il tutto grazie ad un ottimo approccio al tema, condiviso e messo in luce in particolar modo dal rapporto tra Yelena e Bob.
Thunderbolts* – Uno dei migliori Film Marvel degli ultimi anni
Ebbene sì, con immenso piacere si può dire che questo è senza alcun dubbio il miglior film della fase cinque. Thunderbolts* è un cocktail inebriante ben congegnato, dove una ricca e ben realizzata azione si mescola con momenti di puro divertimento e approfondimenti di spessore. Dai trailer si percepiva che qualcosa sarebbe cambiato, ma questo va ben oltre le più rosee aspettative. Ora l’attenzione è tutta puntata su I Fantastici 4, primo film di quella che sarà la tanto attesa sesta fase. Una fase che però, come il finale fa intendere, parte proprio da questo gruppo di supereroi all’apparenza poco eroi e poco super.
Thunderbolts* è riuscito comunque a salvare un qualcosa che sembrava insalvabile, e lo ha fatto grazie ad un nuovo team, un gruppo che si distacca dagli eroi convenzionali che si sono susseguiti ultimamente e dei quali il pubblico era assai stufo. Vale la pena andare in sala per quest’opera? Assolutamente sì.
Conclusioni
Dal film più inaspettato è arrivato l’epilogo che nessuno si sarebbe aspettato. Thunderbolts* chiude un periodo buio e infruttuoso per la Marvel, pieno di fallimenti e che ha allontanato molti fan dal seguire l’MCU, per molti diventato troppo complesso e poco accattivante. Jake Schreier realizza invece un ottimo lavoro, ed ispirato forse dai passati lavori di James Gunn tiene alto il nome della casa dei supereroi più famosa del mondo. Una squadra affiatata, fatta da componenti che hanno qualcosa da dire e non messi li tanto per fare numero.
Thunderbolts* è un cinecomic da vedere, un opera che tiene alto il nome di quello che è stato il genere più remunerativo in termini d’incassi dell’ultimo decennio. Chissà come il pubblico risponderà a quest’ultima chiamata della Marvel. Le ultime volte il telefono a continuato a squillare senza risposta, ma questa volta è giusto alzare la cornetta, perché Thunderbolts* vale sotto molto aspetti.