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The Return – Pasolini fa rinascere l’Odissea

The Return è l’ultimo film di Uberto Pasolini, presentato alla Festa del Cinema di Roma sezione Grand Public, ispirato alla parte finale dell’Odissea omerica, ovverosia il ritorno dell’eroe a casa. 

Impresa grandiosa ed intimistica, affiatata coproduzione inglese, italiana, francese e greca, girata tra le onde greche di Corfù, The Return è indagine sul rientro alla base di partenza, sul peso di compiere un passo non scontato, che lede e riallaccia insieme i propri fili interiori e che rappresenta sempre in qualche modo un redde rationem.

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The Return, directed by Uberto Pasolini, with Ralph Fiennes (Odysseus), Juliette Binoche (Penelope), Charlie Plummer (Telemachus), Marwan Kenzari (Antinous), Claudio Santamaria (Eumaeus).

The Return – Trama

C’è un Odisseo (Ralph Fiennes) nudo, sfiancato, imbelle, sputato dal mare su una spiaggia meravigliosa e disperata della sua Itaca, isola dalla bellezza contaminata, stremata anche lei come il suo irriconoscibile padrone, ridotta alla paura e alla povertà da uomini potenti e prepotenti.

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I Proci spadroneggiano nel palazzo e nelle sue terre, ambiscono alle ricchezze del suo re sparito, tramano per eliminare Telemaco, il figlio che a stento Odisseo ha visto bimbo, bramano sposare Penelope, la regina che non vuole scegliere nessuno di loro come sostituto del glorioso marito.

L’archetipo dell’eroe e la maledizione della guerra

E c’è il leggendario sudario fatto di giorno e disfatto la notte, l’aiuto dell’umile Eumeo (Claudio Santamaria) allevatore di maiali, il camuffamento da mendicante, il ripensamento su come agire, la nutrice che riconosce le ferite del bimbo che accudí, il fedele cane Argo che ritrova luce per un istante prima di morire per aver fiutato l’odore del suo vero padrone e la vendetta sanguinaria contro tutti, esattamente come da mito omerico comanda.

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The Return, directed by Uberto Pasolini, with Ralph Fiennes (Odysseus), Juliette Binoche (Penelope), Charlie Plummer (Telemachus), Marwan Kenzari (Antinous), Claudio Santamaria (Eumaeus).

Ma ci sono anche i dubbi su se e come ritornare l’Odisseo di una volta, il senso di colpa per ripresentarsi dopo vent’anni all’interno di vite e di spazi che non sono più i propri, la vergogna ed il dolore per le perdite subite che non avrebbero mai dovuto accadere, i demoni della guerra che ingigantiscono la nausea del sangue e impediscono non solo la serenità profonda, ma anche un banalissimo sollievo.

C’è una moglie (Juliette Binoche) da poter ri-riconoscere, un figlio perduto da ritrovare, una fiducia compromessa e qualcosa di inspiegabile e forse ingiustificabile che ha ucciso l’uomo che fu, l’ha contaminato con un mostro, con un serpente, con un abile menzognero, con un peccatore, con un eroe che ha agito sul dolore di altre persone ed ora ha la coscienza in fiamme.

The Return – Recensione

L’ ammalarsi di guerra, il fatto inspiegabile, nelle parole della stessa Penelope, per cui gli uomini trovano sempre la strada per la guerra ma non trovano la strada per tornare a casa. E la risposta annientante di Odisseo “A volte la guerra diventa la casa”.

Con il consueto tatto essenziale e focalizzato che Pasolini ha dimostrato nei suoi drammi sociali, The return si dimostra un lavoro che esalta le persone oltre gli archetipi mitologici esaminando le loro circostanze da un punto di vista umano e concreto.

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The Return, directed by Uberto Pasolini, with Ralph Fiennes (Odysseus), Juliette Binoche (Penelope), Charlie Plummer (Telemachus), Marwan Kenzari (Antinous), Claudio Santamaria (Eumaeus).

Odisseo mito caduto, guerriero stanco e in colpa

Odisseo è un soldato valoroso, intelligentissimo e stanco, che della guerra ha visto più la miseria e la degenerazione che l’effettiva convenienza, costretto da sorte divina a vagare, tribolare e cambiare identità tante, troppe volte, prima di ricongiungersi con se stesso. Un padre che trova un figlio diverso dalla tenerezza di bambino, smanioso di risposte, arteria di rabbia ed irrequietudine.

C’è Telemaco, ragazzo cresciuto da solo sotto l’ombra di un mito che fu mito senza che lui potesse comprenderlo e che ora ha la smania di sotterrare, male. C’è la fede di una moglie, l’indomabile enigmatica Penelope, incrollabile, bellissima e brillante che attraversa le tenebre della solitudine cieca, dell’abbandono, dell’impotenza, che fanno di una donna merce da proteggere sempre e mai luce libera di esprimersi.

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Dramma epico e familiare: onore da recuperare e legami da ricostruire

E c’è un popolo di cui con pochi frame si racconta l’abuso e la fatica, per mero esercizio di sfregio e forza, volta ad ottenere quel potere che ancora non si ha, ad essere il più grande, indipendentemente dal numero dei sacrificabili.

The Return è un viaggio attraverso sentimenti epici ed universali portati in bocca da persone e non miti, una mescolanza di fragilità, intuizioni, mutamenti di pensiero che chiunque può legittimamente attraversare nelle stesse condizioni degli archetipici protagonisti.

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Così Pasolini affronta il materiale del poema classico senza classicheggiare, rendendo omaggio alla sua fascinazione di bambino verso quel tipo di letteratura e ad un parallelismo condivisibile tra il distacco che tenne lontano Ulisse da Itaca e dai suoi ed un lavoro come quello artistico che allontana ed immerge spesso per lunghi periodi in un altrove senza accesso a conforti familiari.

The Return – Cast

Il cast è stellare per una recitazione all’inglese composta, consapevole ed approfondita, ogni parola solca lo spazio ed è comunque propria di chi la emette. Ogni interpretazione è sostenuta da immagini emotivamente portanti e funzionali che gli attori hanno spontaneamente analizzato e messo in campo per rendere vita pezzi memorabili di letteratura antica.

Finnies è un uomo colpevole, addolorato, trasfigurato dalla violenza fatta e subita, quasi sopraffatto dal dolore di essere un reduce. Non a caso Pasolini ci parla di interviste a veterani del Vietnam dove ci si è documentati sullo stress post traumatico, sull’ingestibilità degli ex-soldati, specie nella loro ricollocazione all’interno delle rispettive famiglie.

Ricostruire, rendere nuovamente tangibili e caldi i rapporti con migli, figli e con la loro stessa carne, è un lavoro che la guerra ha sequestrato sotto l’egida di ombre non filtrabili e che Odisseo-Finnie rivive tutte.

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La Binoche governa con sicurezza un personaggio che si sposa a pennello con l’intelligenza e l’indipendenza di un’interprete che ha sempre rivendicato la libertà di scegliere, di essere autonome, come donne, come madri e come attrici, artisticamente in continuo fermento, tra sfide nuove e exploit emotivi.

Ci si augura che questa lettura composta, toccante, umanissima di Pasolini, possa avvicinare, laddove ce ne sia bisogno, l’opera omerica ad un pubblico giovane che tende ad accantonarla, per un difetto di immaginazione, ed un’ingenuità di chi non riconosce che i poemi e le leggende omeriche sono tra le cose più eternamente contemporanee prodotte dall’intelletto umano.

The Return – Clip

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e Sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Il ritorno di Odisseo ad Itaca, il ricongiungimento alla sua isola invasa, alla moglie forte e fedele, al figlio in attesa di un padre sconosciuto. Revivescenza del celebre poema omerico nella sua fase finale, con smontaggio dell'archetipo classico in favore di una visione umanissima di uomo tormentato dal demone della guerra, dal senso di colpa per la propria lontananza. Un dramma familiare ed epico che avvicina lo straordinario all'ordinario, impeccabilmente interpretato.
Pyndaro
Pyndaro
Cosa so fare: osservare, immaginare, collegare, girare l’angolo  Cosa non so fare: smettere di scrivere  Cosa mangio: interpunzioni e tutta l’arte in genere  Cosa amo: i quadri che non cerchiano, e viceversa.  Cosa penso: il cinema gioca con le immagini; io con le parole. Dovevamo incontrarci prima o poi.

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