Famiglia, un mondo variegato e complesso da raccontare in maniera sincera e, soprattutto, reale. Ed è proprio ciò che prova a fare Storia della mia famiglia, la serie disponibile su Netflix con Vanessa Scalera (Diamanti), Eduardo Scarpetta e Massimiliano Caiazzo (Mare Fuori, Uonderbois). In sei puntate, la serie ideata da Filippo Gravino e diretta da Claudio Cupellini affronta temi universali e profondi come la famiglia, la morte, il lutto e la malattia.
Storia della mia famiglia – La trama
A Roma, Fausto (Eduardo Scarpetta) vive con i figli Libero ed Ercole, nati dalla relazione con Sarah (Gaia Weiss). L’uomo ha un tumore in fase terminale e passa gli ultimi giorni della sua vita cercando di trovare una sistemazione per i suoi figli, non volendo che vengano affidati alla madre. Lucia (Vanessa Scalera), madre di Fausto, gestisce un salone di parrucchiere vicino Napoli, ma decide di andare a Roma per stare accanto al figlio nella fase finale della sua malattia. Determinato a garantire un futuro sereno ai suoi figli, Fausto costruisce una rete di supporto che coinvolge la madre, il fratello Valerio (Massimiliano Caiazzo) e gli amici di sempre, Demetrio e Maria (Cristiana Dell’Anna).
Storia della mia famiglia – La recensione
Alternando momenti di leggerezza ed episodi più intensi, Storia della mia famiglia affronta con delicatezza tematiche complesse, regalando spunti di riflessione profondi e toccanti.
Il tema della malattia viene trattato in maniera delicata e mai melodrammatica. Fausto non si abbandona alla disperazione, ma affronta la malattia con coraggio, concentrandosi sul benessere dei suoi cari piuttosto che sul proprio dolore. La sua resilienza diventa il motore della storia, mostrando un uomo che, nonostante la consapevolezza della fine imminente, cerca di lasciare ai figli un’eredità fatta di amore e protezione.
Un aspetto chiave della serie è la memoria, raccontata non solo attraverso flashback che illustrano il passato dei personaggi, ma anche tramite gli audio che Fausto registra per i figli. Questi messaggi rappresentano un modo potente per tenere vivo il suo ricordo, trasmettendo insegnamenti, momenti di leggerezza e affetto, quasi come se lui non se ne fosse mai andato. La serie evidenzia così come il ricordo delle persone amate non si estingua con la loro scomparsa, ma resti impresso in parole e gesti che continuano a vivere.
Storia della mia famiglia – Il cast
I personaggi di questa serie sono ben costruiti, umani nelle loro imperfezioni e nelle loro fragilità.
Fausto (Eduardo Scarpetta) appare come un uomo positivo e determinato, ma in realtà è schiacciato dalle responsabilità: un rapporto difficile con la madre, un fratello problematico e una relazione fallita. Lucia (Vanessa Scalera), sua madre, sembra inizialmente una donna superficiale e sfuggente, ma si rivela dotata di una forza interiore straordinaria e di un forte senso di indipendenza.
Valerio (Massimiliano Caiazzo), il fratello minore di Fausto, ha sempre avuto un legame profondo con lui. Tuttavia, la difficoltà nel gestire le emozioni e i traumi familiari lo ha spinto verso la droga, rendendo il suo percorso personale uno dei più complessi della serie. Maria (Cristiana Dell’Anna) e Demetrio (Antonio Gargiulo), i migliori amici di Fausto, hanno un rapporto complicato: lei è innamorata da sempre di Fausto, mentre Demetrio nutre sentimenti per Maria. Maria, insegnante forte e determinata, si fa carico di molte responsabilità, mentre Demetrio appare il più fragile del gruppo.
Sarah (Gaia Weiss), la madre dei figli di Fausto, è una donna con problemi di stabilità mentale che la portano a momenti di dissociazione.
Ritratto di una famiglia “non convenzionale”
In un’epoca in cui il concetto di famiglia tradizionale è spesso visto come l’unico modello ideale, la serie pone una domanda fondamentale: cos’è davvero una famiglia? Fausto e Valerio sono cresciuti in un nucleo familiare monogenitoriale, così come i figli di Fausto sono stati affidati a lui piuttosto che alla madre. Dopo la morte di Fausto, i bambini trovano un nuovo equilibrio con una famiglia atipica composta dalla nonna, dallo zio e dagli amici più stretti del padre.
La serie ribadisce che la famiglia non è definita solo dai legami di sangue, ma è formata da coloro che si prendono cura l’uno dell’altro, anche quando non è facile. Questa famiglia imperfetta, fatta di persone con le loro paure e i loro errori, diventa un simbolo di resistenza e amore incondizionato.
Conclusioni
Storia della mia famiglia è una serie che riesce a toccare corde profonde senza mai risultare forzata o artificiosa. Grazie a una sceneggiatura ben scritta e a un cast convincente, offre una riflessione sulla famiglia, sulla resilienza e sul valore del tempo condiviso. Pur trattando temi dolorosi, la serie riesce a bilanciare il dramma con momenti di leggerezza, rendendo la narrazione autentica e coinvolgente. Non si limita a raccontare la perdita, ma celebra anche la forza dell’amore e dei legami umani, lasciando nello spettatore una sensazione di malinconia, ma anche di speranza.
Una storia intensa e toccante, che merita di essere vissuta fino in fondo.