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Spider-Man: No Way Home – Un viaggio nel multiverso

Il multiverso è un concetto di cui sappiamo spaventosamente poco: con queste parole pronunciate da Doctor Strange, la Marvel apre ufficialmente le porte al multiverso, e con Spider-Man: No Way Home iniziano a manifestarsi i primi elementi e personaggi che condurranno a un vero e proprio cambiamento epocale. Un cambiamento destinato a stravolgere tutto ciò che i fan hanno sempre conosciuto del Marvel Cinematic Universe.

Spider-Man: No Way Home è un film del 2021 diretto da Jon Watts e prodotto da Columbia Pictures e Marvel Studios. Basato sull’iconico personaggio dei fumetti Marvel, rappresenta il 27º capitolo del MCU e il terzo film della trilogia iniziata con Homecoming (2017) e proseguita con Far from Home (2019).

La sceneggiatura riprende esattamente dal cliffhanger finale di Far from Home: Spider-Man, interpretato da Tom Holland, ha appena smascherato le illusioni di Quentin Beck/Mysterio (Jake Gyllenhaal), ma prima di soccombere, quest’ultimo è riuscito a rivelare pubblicamente al mondo la vera identità dell’eroe. Da qui prende il via una catena di eventi sempre più catastrofici che porteranno Peter Parker a confrontarsi con scelte difficili.

No Way Home è dunque un film di grandi cambiamenti, ricco di battaglie spettacolari e momenti di forte impatto emotivo, in cui la nostalgia diventa sia motore narrativo che spinta emozionale. I numerosi rimandi al passato, le citazioni e la colonna sonora, che riprende i temi della trilogia di Sam Raimi e dei The Amazing di Marc Webb, contribuiscono a rendere l’esperienza particolarmente coinvolgente  per i fan di lunga data. Tuttavia, se si guarda oltre l’entusiasmo e l’effetto sorpresa, affiorano alcune debolezze nella sceneggiatura, in particolare sul fronte dello sviluppo narrativo e della coerenza interna dei personaggi.

Spider-Man: No Way Home – Trama

Spider-Man: No Way Home riprende dagli eventi conclusivi del viaggio scolastico di Peter Parker in Europa, dove, dopo aver sconfitto Quentin Beck alias Mysterio, si ritrova travolto da una sconvolgente rivelazione: un video manipolato diffuso da Beck rivela pubblicamente la sua identità come Spider-Man, incolpandolo della sua stessa morte. La vita del giovane, da quel momento, cambia radicalmente.

Spinto dal desiderio di proteggere i suoi cari dal caos mediatico che lo circonda, Peter si rivolge a Stephen Strange, sperando che un incantesimo possa far dimenticare al mondo intero la sua identità segreta. Tuttavia, durante l’esecuzione le continue interferenze di Peter causano il collasso dell’incantesimo, aprendo una frattura nel multiverso. Questo squarcio dimensionale porterà nel suo mondo alcuni dei più iconici nemici di Spider-Man, provenienti da realtà alternative.

Con il sostegno dei fedeli Ned e MJ, Peter dovrà affrontare le conseguenze delle sue scelte e fermare questi pericolosi villain prima che mettano in pericolo l’intera città di New York. Le difficoltà, però, si rivelano ben oltre le sue forze. A sostenerlo, inaspettatamente, arriveranno altri Spider-Man da universi differenti, dando vita non solo a un’unione straordinaria, ma anche a un percorso di crescita personale del ragazzo che lo spingerà a confrontarsi con il dolore, la responsabilità e il sacrificio.

Spider-Man: No Way Home

Spider-Man: No Way Home – Recensione

Spider-Man: No Way Home rappresenta un punto di svolta all’interno del Marvel Cinematic Universe, aprendo le porte al Multiverso e dando ufficialmente inizio a una nuova fase narrativa ricca di potenzialità. La pellicola si configura come l’ultimo tassello del percorso di crescita del Peter Parker di Tom Holland, che, dopo le esperienze scolastiche e le avventure condivise con gli Avengers, viene ora messo di fronte a perdite, responsabilità e decisioni che segneranno per sempre il suo cammino da supereroe.

Dal punto di vista tecnico, il film si presenta con una buona esperienza visiva, una regia dinamica, un buon utilizzo della CGI (nonostante alcune incertezze nei fondali e nel costume di Holland), e una colonna sonora che gioca un ruolo fondamentale nell’evocare emozioni. Michael Giacchino rielabora infatti brani iconici provenienti dalle saghe precedenti, creando un ponte emotivo tra passato e presente del personaggio.

La vera forza di No Way Home risiede nella sua chiave nostalgica: più che un semplice film, è un omaggio all’eredità cinematografica di Spider-Man. Rimandi alle saghe passate, citazioni iconiche, scelte musicali evocative e ritorni attesissimi si intrecciano in un racconto profondamente celebrativo, rivolto tanto al personaggio quanto ai fan che lo hanno amato, sul grande schermo come tra le pagine dei fumetti.

Spider-Man: No Way Home

Dal passato al presente: il ritorno dei grandi nemici di Spider-Man

Uno degli elementi centrali e più attesi di Spider-Man: No Way Home è senz’altro il ritorno sul grande schermo dei villain storici che hanno segnato la vita cinematografica di Peter Parker nelle sue precedenti incarnazioni.

Tra tutti, spiccano soprattutto Willem Dafoe e Alfred Molina, i cui personaggi risultano ancora oggi tra i più carismatici e complessi dell’intero universo cinematografico dell’Uomo Ragno. Dafoe, in particolare, offre un ottima interpretazione del suo Norman Osborn, mostrando con efficacia il dualismo del personaggio. La lotta interiore tra la parte umana e quella malvagia è resa in modo intenso, restituendo profondità a un villain che, a distanza di vent’anni, resta una delle figure più memorabili della saga.

Molina, nei panni di Otto Octavius, torna con grande classe, riportando sullo schermo la sua storica frase “La potenza del sole, nel palmo della mia mano” e arricchendo il personaggio con nuove sfumature legate alla redenzione. Il suo arco narrativo funziona e riesce a intrecciarsi in modo coerente con le dinamiche del film che spaziano dal serio al comico.

Più defilati, invece, gli altri villain. Electro si mostra con un look più moderno e una personalità più ironica, ma non raggiunge lo stesso impatto dei due villain principali. Lizard e Sandman, sebbene ben inseriti nella coralità del film, rimangono più in secondo piano, limitandosi spesso a brevi scene comiche o d’azione nei combattimenti.

Nel complesso, il ritorno dei villain storici funziona bene sul piano spettacolare ed emotivo, regalando momenti intensi e carichi di nostalgia. Tuttavia, non tutti i personaggi riescono a emergere con la stessa forza: alcuni risultano meno approfonditi o con motivazioni poco sviluppate, in parte sacrificati alla coralità del racconto. Nonostante ciò, la sola presenza degli attori originali nei rispettivi ruoli rafforza il valore del film come tributo all’intera saga cinematografica dell’Uomo Ragno.

Spider-Man: No Way Home

Tre Spider-Man, un solo destino: Holland, Maguire e Garfield insieme

Uno dei momenti più emozionanti e iconici di Spider-Man: No Way Home è senza dubbio l’incontro tra le tre versioni cinematografiche di Peter Parker. Un evento fino a pochi anni fa impensabile sul grande schermo, ma che grazie al multiverso diventa realtà.

Il ritorno di Tobey Maguire e Andrew Garfield nei rispettivi ruoli di Spider-Man non è solo un omaggio ai fan, ma anche un’operazione di riscatto e continuità per i loro personaggi. Maguire mostra un Peter più maturo, riflessivo e sereno: il suo Spider-Man ha ormai superato i conflitti della giovinezza e assume nel film il ruolo di mentore, portando equilibrio nelle dinamiche tra i tre. Il suo personaggio non ha bisogno di troppe parole per imporsi: con poche battute e una presenza silenziosa, restituisce tutta l’umanità del Peter Parker originario, chiudendo idealmente un cerchio iniziato nel 2002.

Andrew Garfield, invece, è la vera rivelazione emotiva del film. Il suo Spider-Man torna segnato dal dolore irrisolto per la perdita di Gwen Stacy (Emma Stone), ma anche con una forte voglia di riscatto. Il film gli restituisce lo spazio necessario per affrontare ciò che era rimasto in sospeso dopo The Amazing Spider-Man 2. La scena in cui salva MJ rappresenta una delle vette emotive della pellicola: è un momento catartico non solo per il personaggio, ma anche per tutti i fan che avevano percepito il brusco e incompiuto finale della sua saga.

Infine, il Peter Parker di Tom Holland, protagonista di questa nuova trilogia, affronta in questo film il momento più drammatico del suo percorso: la perdita di zia May, la consapevolezza delle conseguenze delle proprie scelte e la necessità di compiere sacrifici definitivi. Tutto ciò conduce il personaggio a una grande maturazione, abbandonando definitivamente l’innocenza adolescenziale.

Spider-Man: No Way Home – Cast

Spider-Man: No Way Home riunisce un vastissimo cast corale, composto sia da personaggi del Marvel Cinematic Universe, sia da volti storici che hanno segnato le precedenti incarnazioni cinematografiche del giovane arrampicamuri.

Tom Holland torna nei panni di Peter Parker/Spider-Man, dopo aver interpretato il personaggio nei due film a lui dedicati (Homecoming e Far from Home) e in altre pellicole corali del MCU come Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War ed Endgame.

Accanto a lui ritroviamo Zendaya nel ruolo di Michelle “MJ” Jones-Watson, compagna di classe e fidanzata di Peter, e Jacob Batalon nei panni dell’inseparabile amico Ned. Ricompaiono dai precedenti film del MCU anche Benedict Cumberbatch nel ruolo del Dottor Stephen Strange, Jon Favreau in quello di Happy Hogan, Benedict Wong nel ruolo di Wong, Tony Revolori come Flash Thompson e Marisa Tomei nei panni di zia May.

Nel film tornano anche storici nemici di Spider-Man provenienti da altri universi cinematografici. Dalla trilogia di Sam Raimi ricompaiono Willem Dafoe come Norman Osborn/Green Goblin (Spider-Man), Alfred Molina nei panni del Dottor Octopus (Spider-Man 2) e Thomas Haden Church nel ruolo di Sandman (Spider-Man 3). Dall’universo dei The Amazing rientrano Rhys Ifans nei panni di Lizard (The Amazing Spider-Man) e Jamie Foxx come Electro (The Amazing Spider-Man 2).

Completano il cast grandi e piccoli ritorni: Andrew Garfield e Tobey Maguire indossano nuovamente il costume di Spider-Man dai rispettivi universi cinematografici; Charlie Cox fa il suo debutto nel MCU come Matt Murdock/Daredevil, dopo la serie Netflix; Tom Hardy appare brevemente nei panni di Eddie Brock/Venom dal Sony’s Spider-Man Universe. Rivediamo anche J.B. Smoove (Julius Dell), Martin Starr (Roger Harrington), Angourie Rice (Betty Brant) e Hannibal Buress (Coach Wilson). Una menzione speciale va a J.K. Simmons, che riprende il ruolo iconico di J. Jonah Jameson.

Conclusioni

Spider-Man: No Way Home è una lettera d’amore al personaggio di Spider-Man e alle sue incarnazioni cinematografiche.

Il film vince soprattutto sul piano della nostalgia, un elemento che attraversa tutta la pellicola: dai ritorni iconici dei villain, alla riunione dei tre Spider-Man, fino alla colonna sonora che riprende i temi musicali dei precedenti film. È una celebrazione che funziona perché non si limita a “mostrare”, ma sceglie di raccontare e far evolvere i suoi personaggi, chiudendo archi narrativi sospesi e aprendo nuove possibilità per il futuro.

Tuttavia, non mancano i limiti: la sceneggiatura, per quanto efficace dal punto di vista emotivo, presenta alcune scelte forzate e buchi logici che, con uno sguardo più critico, possono risultare poco coerenti. Alcuni personaggi agiscono in modo incoerente o funzionale solo allo sviluppo della trama. Anche la CGI, pur complessivamente buona, ha alcune sbavature, in particolare nei fondali e nel costume digitale di Holland.

Nonostante ciò, No Way Home riesce a emozionare e coinvolgere come pochi altri film Marvel, portando sul grande schermo un evento generazionale che unisce epoche, attori e fan diversi. Il film funziona proprio perché parla al cuore dello spettatore, richiamando i ricordi, le emozioni e le esperienze vissute nel corso di oltre vent’anni di cinema dedicato al giovane arrampicamuri.

Il Trailer

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e Sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Spider-Man: No Way Home è un omaggio emozionante al mito dell’Uomo Ragno, capace di unire tre generazioni di fan attraverso un uso intelligente e coinvolgente della nostalgia. Il cast corale funziona, Tom Holland cresce nel ruolo e la regia è efficace, supportata da una colonna sonora ricca di richiami e da una buona fotografia. La CGI non è sempre impeccabile e la sceneggiatura presenta alcune forzature. Nonostante ciò, il film conquista sul piano emotivo, risultando uno dei capitoli più sentiti dell’intero MCU.
Francesco Simone
Francesco Simone
Laureato in DAMS e in Informazione, Editoria e Giornalismo, attraverso il cinema e le serie tv viaggio con la fantasia, vivo emozioni autentiche e mi immergo nelle storie e nei loro protagonisti. Raccontare questo mondo è ciò che amo di più: il modo migliore per condividere questa passione.

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Spider-Man: No Way Home è un omaggio emozionante al mito dell’Uomo Ragno, capace di unire tre generazioni di fan attraverso un uso intelligente e coinvolgente della nostalgia. Il cast corale funziona, Tom Holland cresce nel ruolo e la regia è efficace, supportata da una colonna sonora ricca di richiami e da una buona fotografia. La CGI non è sempre impeccabile e la sceneggiatura presenta alcune forzature. Nonostante ciò, il film conquista sul piano emotivo, risultando uno dei capitoli più sentiti dell’intero MCU.Spider-Man: No Way Home – Un viaggio nel multiverso