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Spider-Man: Across the Spider-Verse, la recensione

Cinque anni dopo la prima avventura di Miles Morales in Spider-Man – Un nuovo universo, eccoci nuovamente incastrati nel multiverso e nelle molteplici versioni di esso. Nell’anno 2023, Spider-Man: Across the Spider-Verse riparte da dove si era fermato il precedente capitolo, da quel coraggioso ragazzo di Brooklyn che con il suo costume nero e rosso combatte per la sua città, i suoi amici e la sua famiglia.

Spider-Man: Across the Spider-Verse è da oggi nelle sale italiane.

Spider-Man: Across the Spider-Verse, trama

Miles Morales (Shameik Moore), ormai quindicenne e in cerca di comprendere cosa vuole dal proprio futuro, comincia a sentire le pressioni date dal nascondere la sua identità di Spider-Man ai genitori. Dall’altra parte dell’universo, anche Gwen Stacy (Hailee Steinfeld) sta affrontando diversi problemi, e il rapporto con suo padre è andato in frantumi quando quest’ultimo ha scoperto che era proprio sua figlia a indossare il costume di Spider-Woman. I due amici si rincontreranno, ed insieme a numerosi altri Spider-Man, capitanati da Miguel O’Hara (Oscar Isaac), dovranno combattere il pericoloso Spot (Jason Schwartzman) e salvare l’intero Spider-Verse.

spider-man: across the spider-verse
Miles Morales, Spot e Gwen Stacy in una scena del film

Il film che ogni appassionato di Spider-Man stava aspettando

Se pazientemente si facesse un piccolo test, ovvero quello di recarsi all’interno di diverse fumetterie dedite alla vendita di comics Marvel, in altrettante diverse parti del mondo, e si chiedesse ai clienti al loro interno: “Quale è il tuo Spider-Man preferito, e ti piacerebbe vederlo in azione in un film d’animazione in due parti?”, la risposta sarebbe al 100% un sì euforico accompagnato da un sorriso a trentadue denti. Ebbene questo è avvenuto.

Spider-Man: Across the Spider-Verse è il sogno di ogni amante dell’Uomo Ragno che finalmente prende vita. Miles Morales, Spider-Man 2099, Ben Reilly, Spider-Punk e chi più ne ha più ne metta. In questo secondo capitolo il supereroe più amato di tutti i tempi viene omaggiato come non mai, e minuto dopo minuto la sensazione di elevarsi dalla poltrona rossa della sala per raggiungere quei mondi che hanno fatto parte dell’infanzia e impresso ricordi indelebili in moltissimi fan cresce in modo vertiginoso.

Ovviamente, questa sensazione sarà sconosciuta ai profani della carta da fumetto, ma in fondo, questo è un film su Spider-Man, e forse è giusto che questo parli in maniera più profonda e personale a chi ha dato il proprio contributo a far crescere anno dopo anno la fama e successo di questo supereroe.

spider-man: across the spider-verse
Una scena del film che omaggia la serie animata di fine anni ’60

Animazione da Guggenheim Museum

La cosa che aveva maggiormente sbalordito di Spider-Man – Un nuovo universo era proprio l’animazione. Precisa, personale, fresca, con quella voglia di osare e di fare avanguardia in un territorio che, dopo il capolavoro Toy Story, sembrava aver già detto tutto. Questo secondo capitolo fa ancora di più.

L’animazione fumettistica è profondamente immersiva, i personaggi tridimensionali si inseriscono perfettamente in ambientazioni dove colori e sfumature richiamano a gran voce le tavole degli impressionisti francesi. Un mix di tecniche animate che generano un caos vorticoso, ma inspiegabilmente ordinato e pulito. Una piccola opera d’arte su pellicola che segnerà una nuova era circa la tecnica d’animazione. L’odore di Oscar al miglior film d’animazione è già nell’aria.

spider-man: across the spider-verse
Un dettaglio del film

Una storia già vista, ma comunque quadrata e che aiuta i personaggi a venir fuori

Il multiverso e le sue dinamiche sono ormai una prassi dei cinecomics, e gli strani principi che regolano questo fenomeno sono sempre gli stessi: le linee del multiverso non vanno toccate, e gli eventi pilastro di queste linee, per quanto dolorosi, non devono essere in nessun modo alterati. Nulla di nuovo, va però detto che negli anni sono anche stati fatti dei disastri sotto questo aspetto, e le suddette regole subivano brusche alterazioni per servire una sceneggiatura più che confusa.

Il trio Joaquim Dos Santos, Kemp Powers e Justin K. Thompson, dirige invece un film dove lo Spider-Verse e le sue dinamiche sono molto chiare. Queste sono poi utilizzate come un ottimo spunto per raccontarci qualcosa di più sui personaggi, che in questo Spider-Man: Across the Spider-Verse hanno un maggior approfondimento. Miles Morales e Gwen Stacy riflettono sulla verità e sul bene, e le conseguenze che si hanno ad infrangere queste due. E’ giusto sacrificare pochi per salvare molti, e le dure verità feriscono davvero di più delle bugie?

Un opera che oltre a intrattenere alla stragrande, le due ore e un quarto passano infatti in un battito di ciglia, vuole anche approfondire i rapporti interpersonali di amicizia e tra genitori-figli. Il tutto con la solita vena ironica e scherzosa tipica della nona arte.

Miles e Gwen

In conclusione

Spider-Man: Across the Spider-Verse è uno dei prodotti d’animazione più belli di questi ultimi anni. Un sequel che riesce a superare il suo predecessore, e che fa della tecnica la sua arma vincente. Un opera assolutamente da vedere, che segnerà in maniera fondamentale l’evoluzione della tecnica animata.

Spider-Man: Across the Spider-Verse, trailer

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Uno dei migliori film sull'Uomo Ragno, uno dei migliori film d'animazione degli ultimi anni e un sequel che supera il suo capitolo precedente. Spider-Man: Across the Spider-Verse vince su tutti i fronti.
Davide Secchi T.
Davide Secchi T.
Cresciuto a pane e cinema, il mio amore per la settima arte è negli anni diventato sempre più grande e oltre a donarmi grandissime emozioni mi ha accompagnato nella mia maturazione personale. Orson Welles, Ingmar Bergman, Akira Kurosawa e Federico Fellini sono gli autori che mi hanno avvicinato a questo mondo meraviglioso.

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