Lisa AI: Yearbook and Avatar, un’app che fa ricorso all’AI, l’intelligenza artificiale, ha scatenato un nuovo “incidente diplomatico”. Che sembra destinato a causare conseguenze dirompenti.
In principio fu Tom Hanks, in versione digitale e ringiovanito di circa vent’anni. in una pubblicità per assicurarsi un sorriso smagliante. Neanche quando era dovuto dimagrire per Philadelphia e ingrassare per Cast Away si era sentito così manipolato. Ricreato a forza e a sua insaputa in quell’ancora poco conosciuto laboratorio figlio dei Big Data e fratellastro molesto di creativi e artisti. Erano solo i primi di ottobre, e l’attore aveva diffuso la notizia. C’è un video in giro con la mia faccia, ma io non c’entro. Risultato? Post ritirato.
Ora a fare le spese di un utilizzo della sua immagine con l’aiuto dell’AI è Scarlett Johansson. Vediamo insieme che cosa sia successo.
Lisa AI contro la Vedova Nera
Galeotto fu un cinguettio dello scorso 28 ottobre. Uno spot di 20 secondi, successivamente rimosso dalla piattaforma che Elon Musk sta stravolgendo, a partire anche dal nome.
Lo scopo chiaro ed evidente, la promozione dell’applicazione della Lisa AI. Che non si limiterebbe a poter a creare semplici avatar stile fumetto. O già pronti per sbarcare in una delle tante versioni del metaverso.
Il programma, infatti, sarebbe in grado di creare immagini, testi e video AI. A darne l’annuncio, e farne le spese, proprio l’attrice che ha dato il volto a Black Widow. Parte una clip, relativa ad un backstage del film, in cui la Scarlett vera invita il suo pubblico a seguirla. Poco dopo la scena cambia con l’inserimenti di immagini create dall’intelligenza artificiale. Poi una Scarlett artificiale parla con la voce generata dall’applicazione. E, alla fine, dopo aver dato prova delle sue potenzialità, invita i potenziali clienti ad effettuare l’acquisto.
AI, una delle questioni irrisolte dallo sciopero
Sullo sciopero che prosegue da mesi e che ha visto dopo 60 anni protestare insieme sceneggiatori e attori, il capitolo AI è di quelli spinosi. Poco conosciuto dal pubblico, distolto e preoccupato per i ritardi e le mancate uscite dei loro prodotti preferiti sulle piattaforme. Difficilmente valutabile in tema di conseguenze lesive e dannose. Non solo per gli addetti ai lavori. Ma anche per i fruitori. Sia nella veste di cinefili e series addicted. Sia nella versione di consumatori ingannabili.
AI AI AI… Una cosa sembra certa. Quelli di Lisa AI l’hanno fatta grossa. Rimanendo impigliati nella “ragnatela” di una Scarlett Johansson che non avrebbe alcuna intenzione di accontentarsi della rimozione dello spot. E che starebbe accordandosi con i suoi avvocati per procedere per le vie legali. Magari per scandagliare meglio insidie e problematiche legate al fenomeno. Per il quale è già stato coniato un nuovo termine: deepfake. Tradotto alla lettera, falso profondo.
E voi che ne pensate? Siete dalla parte dell’attrice, che tanto ci ha coinvolto con le sue interpretazioni autentiche e vibranti? Oppure il deepfake non vi preoccupa e dormirete sonni tranquilli?