Se Ted Lasso incontrasse il mondo dell’NBA, il risultato sarebbe sicuramente Running Point, la nuova serie comedy di Netflix, recentemente rinnovata per una seconda stagione. Creata e co-scritta da Mindy Kaling (Never Have I Ever), la serie vede come protagonista Kate Hudson, affiancata da un cast brillante che include Brenda Song e Justin Theroux. In dieci episodi, Running Point esplora il mondo del basket con ironia e una vena dissacrante, offrendo una prospettiva prevalentemente femminile in un ambiente dominato dagli uomini.
Running Point – La Trama
Isla Gordon (Kate Hudson) si trova improvvisamente catapultata nel ruolo di presidente dei Los Angeles Waves, una delle squadre di basket più famose degli Stati Uniti, dopo che il fratello maggiore Cam (Justin Theroux) viene travolto da uno scandalo che lo costringe a ritirarsi temporaneamente.
La nuova posizione di Isla non è accolta con entusiasmo, né dalla sua stessa famiglia né dai giocatori della squadra. I suoi fratelli Ness (ScottMacArthur) e Sandy (DrewTarver) non la considerano all’altezza del compito e cercano in tutti i modi di metterle i bastoni tra le ruote. Come se non bastasse, Isla scopre di avere un altro fratellastro, Jackie, il cui inserimento nella famiglia crea ulteriori tensioni.
Nel frattempo, deve destreggiarsi tra le complesse dinamiche della squadra, popolata da giocatori con ego smisurati e problemi personali che vanno dalla dipendenza alla pressione mediatica. A tutto ciò si aggiunge la sua relazione con il fidanzato Lev (MaxGreenfield), sempre più frustrato dal poco tempo che Isla riesce a dedicargli. Fortunatamente, al suo fianco c’è Ali (Brenda Song), migliore amica e braccio destro, il cui sarcasmo e pragmatismo si rivelano essenziali per la sopravvivenza di Isla in un ambiente così ostile.
Running Point – La recensione
Le serie ambientate nel mondo dello sport non sono certo una novità, ma Running Point si distingue per la sua originalità nell’affrontare il tema con un taglio ironico e un punto di vista inedito. Con un perfetto equilibrio tra commedia e dramma, la serie riesce a catturare le sfide quotidiane di una donna che cerca di imporsi in un settore dominato dagli uomini.
Tra i punti di forza della serie spiccano la scrittura brillante e i personaggi ben delineati. Gli episodi alternano momenti di pura comicità a scene più introspettive, affrontando temi come il sessismo, le disfunzioni familiari e il prezzo della notorietà nello sport.
I giocatori della squadra sono tratteggiati con una certa vena caricaturale, ma senza cadere nella banalizzazione: c’è Travis, la star capricciosa con una madre ingombrante; il rookie con difficoltà economiche che si trova catapultato in un mondo di lusso sfrenato; il coach zen che, nonostante la sua apparente calma, ha degli scatti d’ira difficili da gestire.
Dal lato familiare, Isla si scontra con fratelli che oscillano tra il supporto e l’ostilità: Cam, il maggiore, lotta con problemi di dipendenza; Ness, ex giocatore professionista e ora general manager, è un personaggio sopra le righe, sensibile ma anche immaturo; Sandy, il fratellastro più giovane, cerca di mantenere il controllo finanziario della squadra mentre nasconde una relazione segreta con Charlie (Scott Evans). Infine, c’è Jackie, il fratellastro appena scoperto, che fatica a trovare il proprio posto in famiglia.
Running Point – Il cast
Uno degli elementi chiave del successo della serie è sicuramente il cast, che dimostra un’ottima chimica sia nei momenti comici che in quelli più drammatici.
Kate Hudson brilla nel ruolo di Isla Gordon, una donna che ha sempre vissuto nell’ombra dei suoi fratelli e ora deve dimostrare di meritare il proprio posto. Il personaggio si ispira chiaramente a Jeanie Buss, presidente dei Los Angeles Lakers, una delle poche donne a ricoprire un ruolo di leadership nell’NBA. Isla ha il difficile compito di guidare la squadra tra resistenze interne e pregiudizi esterni, con il solo aiuto della sua determinazione e del suo sarcasmo pungente.
Tra i personaggi di supporto spiccano Brenda Song nei panni di Ali, la spalla perfetta per la protagonista, e Jay Ellisin quelli di Jay, il coach che con i suoi metodi si pone come intermediario tra Isla e il resto della squadra. Anche Justin Theroux, Scott MacArthur e Drew Tarver offrono interpretazioni solide, regalando momenti di grande ilarità nei panni dei fratelli di Isla.
Rompere il soffitto di cristallo
Uno dei temi centrali di Running Point è sicuramente l’empowerment femminile. La serie racconta la storia di una donna che si trova a gestire una squadra di basket in un ambiente notoriamente dominato dagli uomini e deve affrontare pregiudizi, pressioni e tentativi di delegittimazione.
Isla, come la vera Jeanie Buss, dimostra che l’umorismo e la tenacia possono essere armi potenti contro il sessismo. Il suo percorso non è lineare, e la serie non cade nella tentazione di trasformarla in un’eroina perfetta: Isla commette errori, ha dubbi e insicurezze, ma non si lascia abbattere.
Il personaggio si inserisce in una più ampia riflessione sulla difficoltà per le donne di ottenere posizioni di potere senza dover dimostrare costantemente di meritarlo più degli uomini.
Conclusioni
Running Point è una serie che riesce a bilanciare perfettamente commedia e tematiche più serie, offrendo uno sguardo fresco e originale sul mondo dello sport professionistico.
La sceneggiatura è scorrevole, il ritmo è sostenuto e le dinamiche tra i personaggi sono ben costruite. Il cast funziona alla perfezione, dando vita a una serie che non si limita a far ridere, ma spinge anche a riflettere su questioni attuali.
Grazie alla sua ironia e ai suoi personaggi ben caratterizzati, Running Point si candida a diventare una delle serie comedy più interessanti del momento. Non resta che attendere la seconda stagione, già annunciata da Netflix, per scoprire cosa riserverà il futuro a Isla e ai Los Angeles Waves.