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Riabbracciare Parigi, in sala il dramma di Alice Winocour  

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Il 13 novembre 2015 è una data che non possiamo dimenticare. Quel giorno tremendo una serie di attacchi terroristici di matrice islamica seminò il terrore nella città di Parigi, di questi il più cruento avvenne al Bataclan, il teatro delll’XI arrondissement. Una tragedia immane che lo sguardo attento e sensibile della regista e sceneggiatrice francese Alice Winocour prova ad indagare nel suo ultimo film Riabbracciare Parigi (Revoir Parigi), in sala dal 9 novembre con Movies Inspired, attraverso la memoria di chi ha vissuto in prima persona quei terribili momenti. Presentata nel 2022 alla Quinzaine di Cannes, la pellicola vede nel cast un’ispirata Virginie Efira nel ruolo della protagonista e Grègoire Colin nelle vesti del suo compagno. Tra gli interpreti principali ricordiamo anche Benoît Magimel e Maya Sansa.

Riabbracciare Parigi – La trama

Mia è un’interprete dal russo sopravvissuta ad un attacco terroristico avvenuto in una brasserie parigina. Era capitata in quel locale per caso per ripararsi dalla pioggia, quando all’improvviso sentì degli spari e di colpo nulla più. Si risveglia direttamente in ospedale, non ricordando quasi nulla di ciò che è accaduto. Dopo tre mesi, la donna è ancora in cerca di risposte e prova a mettere insieme i frammenti della sua memoria. Forse il suo tentativo di ricostruire i fatti di allora potrà avere successo solo condividendo le proprie emozioni con chi come lei ha vissuto quella tragica esperienza. Così un giorno, Mia ritorna sul luogo dell’attentato e lì incontra Thomas, un superstite anche lui, che le sarà di grande aiuto in questo percorso di elaborazione e di rinascita.

Riabbracciare Parigi

La regista: “sono partita dai miei ricordi”

In una recente intervista, Alice Winocour rivela di aver attinto materiale utile per la realizzazione di Riabbracciare Parigi direttamente dalla sua esperienza personale e dai racconti di suo fratello: “Sì, il mio fratello più giovane è stato coinvolto nell’attacco del Bataclan a Parigi, quindi sono partita dai miei ricordi personali di quella notte. Volevo comunque raccontare una storia sulla resilienza, ma non fare un riferimento diretto al Bataclan”. Riguardo invece al personaggio di Mia e alla sua difficoltà di ricordare, commenta così: “È molto comune, poiché il corpo e la mente non possono sopportare il ricordo della violenza. Questo comunque è soprattutto un film sulla memoria, e la memoria post-traumatica è qualcosa di molto specifico. Mia è come dentro un puzzle, ha tanti dettagli, ma non nell’ordine giusto. Sta cercando così di rimetterli insieme, ma poi incontra altre vittime che hanno pezzi e prospettive diversi”.

Alessia Pennino
Alessia Pennino
Il cinema ha sempre rappresentato per me il rifugio perfetto dalle vicissitudini quotidiane, un porto sicuro dalla realtà, ma anche la dimensione ideale in cui sogni e desideri prendono forma. Ho sempre coltivato un interesse profondo per quest'espressione artistica, immaginandomi un giorno di scrivere recensioni per poter esprimere il mio punto di vista.

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