Torna nelle sale americane il capolavoro del cineasta australiano, classe 1944, Peter Weir, Picnic a Hanging Rock (qui, una recensione del film). Restaurato in versione 4K il film del 1975, un film magistrale della settima arte che è entrato di diritto nella storia del cinema. Sperando che presto possa arrivare anche nelle sale italiane, una versione tirata a lucido per godere ancora una volta di un grande film.
Il Festival di Venezia l’anno scorso aveva omaggiato Peter Weir consegnandogli meritatamente il Leone d’Oro alla Carriera. Per l’occasione, venne organizzata una proiezione speciale del film Master & Commander. Nella sua carriera, con tredici film realizzati in quarant’anni di carriera, molti ricordano film diventati cult mondiali, da L’attimo fuggente a The Truman Show.
In una carriera costellata di successi, uno dei capolavori più intimi e riusciti di Weir, rimane senza ombra di dubbio uno dei suoi primi film, Picnic a Hanging Rock, per l’appunto. Film realizzato prima del suo trasferimento definitivo nella fabbrica dei sogni hollywoodiana.
Picnic a Hanging Rock, la trama
Il film, basato sul romanzo della scrittrice Joan Lindsay, parla della misteriosa sparizione avvenuta nel 1900, di un gruppo di studentesse di una scuola femminile nel corso di una gita effettuata il giorno di San Valentino. Un caso che fece scalpore per la sua crudezza, un racconto che sfociava nel dramma quotidiano con lucidità e forza.
Picnic a Hanging Rock divenne un tramite per scavare a fondo nella psicologia umana, nelle sue idiosincrasie e incertezze. I personaggi, attratti da un istintivo fascino per l’ignoto, conducono sé stessi in un viaggio quasi metafisico, etereo, in cui la ricerca dell’ineffabile disorienta il proprio raziocinio.
Dunque, i motivi ci sono tutti per regalarsi una versione unica, restaurata e resa ancora più affascinante agli occhi umani, per un film che non è invecchiato di un anno. Con l’auspicio che prima o poi, Picnic a Hanging Rock possa giungere anche da noi.