Palmer

Palmer, disponibile su Apple Tv+, è un film diretto da Fisher Stevens, dalla sceneggiatura di Cheryl Guerriero. L’opera, tra le più apprezzate sulla piattaforma, subito poco dopo l’uscita, è il racconto della storia di Eddie Palmer, interpretato attraverso la giusta sensibilità di Justin Timberlake. Quest’ultimo, torna ad essere protagonista di un lungometraggio dopo diverso tempo, rimarcando anche in quest’occasione la propria bravura.

Palmer

Lo script del film, che riemerge dal 2016, in quest’occasione è riplasmato, per dare vita a Palmer. Una narrazione, che si può considerare su diversi livelli, prevedibile. Si tratta di un racconto che non si fa forza attraverso l’inaspettato, bensì su e contro l’ordinario. Sappiamo già cosa aspettarci quando si muovono le prime mosse e i primi stimoli nello sviluppo della storia, non ci sono enormi colpi di scena, stravolgimenti o intrecci particolari. Tutto è in superficie. Questo, non toglie assolutamente niente alla delicatezza e alla profondità che riesce a raggiungere l’opera.

Palmer

Eddie Palmer (Justin Timberlake), ex promettente giocatore di football, ha appena finito di scontare i propri 12 anni di carcere, ed è pronto a ritornare a vivere la propria vita con la volontà di riemergere. Come afferma l’attore, il film riguarda la redenzione. La necessità da parte di Eddie di colmare gli errori del proprio passato e rimettersi in pace con sé stesso e il mondo circostante. Torna nella propria cittadina di nascita, Sylvain (Los Angeles), dove ad aspettarlo e ad accoglierlo vi è la nonna, Vivian (June Squibb), pronta a prendersi cura di lui.

Palmer

A Sylvain le cose non sono cambiate da quando Palmer se n’è andato, è la monotonia delle giornate di provincia a colmare le giornate. La conoscenza di tutti i concittadini, come nella maggior parte dei paesi più piccoli, non rende sicuramente molto semplice il rientro in patria di Eddie. Il quale, deve affrontare faccia a faccia il proprio passato di certo non reso semplice dalle vecchie conoscenze, faticando così anche a trovare un’occupazione.

Proprio in questo disordine, dove Eddie cerca di re-inserirsi, la sua vita incrocia quella di Sam, interpretato egregiamente dal giovanissimo Ryder Allen, che come afferma lo stesso Timberlake, è una rivelazione per il grande schermo. Il bambino, riesce a interpretare con una naturalezza necessaria, il personaggio di Sam. Estroverso e a cui non interessa niente, assolutamente niente, del parere degli altri, perché vuole essere sé stesso. A Sam piace il rosa, le fate e gli piace giocare con le bambole. Questo elemento, all’interno della narrazione, è ciò che stimola maggiormente l’emersione del cambiamento in Eddie.

Palmer

I due protagonisti si incontrano in un punto della propria vita, complesso e difficile nell’accettazione della propria figura all’interno della comunità. Sam, con la tenacia di un bambino, non vuole retrocedere alla sua necessaria e giusta volontà di voler essere liberamente sé stesso e per quanto la madre lo appoggi e non lo limiti in alcun modo, quest’ultima, Shelly (Juno Temple), vive la propria vita vittima della tossicodipendenza, con il compagno Jerry, che non facilita in alcun modo le sue scelte, con delle inevitabili ricadute su Sam. Accade, non per la prima volta, che Shelly svanisce nel nulla senza informare nessuno, nemmeno suo figlio. Per questo motivo a prendersi cura di lui, è Vivian, che vive proprio accanto a loro.

Palmer

Sam trova così in Eddie un luogo di riparo, un porto sicuro per la propria libertà e serenità di tutti i giorni. Dapprima abbastanza restio, Palmer si lascia coinvolgere appieno. Nonostante la sua situazione difficile, si ritrova a far tutto ciò che possa rendere felice Sam, che grazie a lui sta trovando maggiore serenità. Sono un duo non conforme agli standard di una società che non riesce a vedere oltre l’apparenza, che non riesce a capacitarsi di una differenza, che come sempre, spaventa.

Un film sincero e necessario. Un’opera, che inevitabilmente raggiunge l’emotività di chi guarda. Di grande forza è l’interpretazione dei protagonisti, ma soprattutto l’intesa che si sviluppa tra i due. Un rapporto che lascia trapelare un’intimità inizialmente pacata, ma che necessita solo di liberarsi. Si tratta di aver la possibilità di avere qualcuno in cui credere e su cui contare, sul suo sostegno. Dall’altro lato, vi è la volontà di difendere chi ha tutto un mondo da scoprire di fronte a sé, qualcuno che ha bisogno di avere un sostenitore, nonostante la tenacia gli permetta già di “essere il primo” a farlo. Palmer si addentra in tematiche complesse, con una delicatezza e sincerità vive. Per questo fa davvero emozionare.

PANORAMICA RECENSIONE

regia
sceneggiatura
interpretazioni
emozioni

SOMMARIO

Un racconto delicato e profondo. Lineare, a tratti prevedibile, ma che con grande sensibilità tocca tematiche differenti. Un racconto dell'ordinario e contro l'ordinario. Un'opera che arriva dritta a noi grazie soprattutto alle interpretazioni, di empatica sincerità.
Davide Pirovano
Davide Pirovano
Mi piacciono le arti visive contemporanee e mi piace pensarle in un’ottica unificatrice. Non so mai scegliere, ma prediligo le immagini e storie di Gaspar Noé, David Fincher, Yorgos Lanthimos e Xavier Dolan.

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