Gli Oscar 2024 saranno un’edizione a modo suo storica. Sono passati due mesi scarsi dalla precedente proclamazione, eppure la kermesse fa sempre parlare di sé (è veramente il festival di cinema più importante al mondo).
L’ultimo appuntamento, per una serie di condotte improprie e misunderstandings ha costretto l’Academy a rivedere alcune regole collegate agli atteggiamenti delle star partecipanti sui social.
In particolare, nell’occhio del ciclone ci sono Michelle Yeoh (fresca di statuetta per migliore attrice) e Andrea Riseborough. Si sono rispettivamente rese partecipi di alcuni episodi che hanno destato l’attenzione del pubblico e degli addetti ai lavori. La Yeoh ha postato sui social un’esternazione collegata a Cate Blanchett (sua concorrente di categoria con Tàr).
Avrebbe indicato che la stessa attrice aveva già vinto due statuette, manifestando tra le righe la considerazione che forse stavolta meritava di essere premiata lei stessa, piuttosto che la super attrice che tutti amano e conoscono.
Andrea Riseborough di suo non ha fatto niente invece: le sue amiche celebrities si sono impegnate tuttavia nel farle pubblicità, spingendo per la sua interpretazione che, a dire il vero, nessuno ricorda con particolare entusiasmo.
Oscar 2024 – Il contenuto delle nuove regole
L’indicazione data dall’Academy per gli Oscar 2024 è molto semplice. Le star candidate potranno continuare ad utilizzare i social ma evitando di proporre campagne (più o meno velate) in loro favore. Non si potrà dunque far riferimento al voto stesso, per indirizzare la folla e veicolare le preferenze del pubblico.
Un’ulteriore limitazione è stata data alle proiezioni “ospitate”. Nel concreto, se una star partecipante a un determinato film invita gente a casa sua per offrire la visione della sua ultima fatica, verrà sanzionata. Come sanzionata sarà anche la società di produzione connessa all’opera.
Gli Oscar 2024 si prevedono dunque scoppiettanti. La misura adoperata dall’Academy sembra essere pienamente condivisibile. Gli americani, si sa, hanno molto a cuore l’equilibrio del tutto. Anche in questo dimostrano di volere una “competizione” il più democratica possibile (sulla falsa riga di quanto succede nella Nba che limita ingaggi per permettere a tutti di poter battagliare per il titolo).