Nonostante la vita, nonostante la morte, c’è un altrove. Un luogo della mente, e, soprattutto, di corpi in attesa di giudizio. In una corsia d’ospedale, le anime di pazienti in coma vagano come mosche, mentre scorrono amicizie, legami profondi e storie d’amore toccanti. Nonostante di Valerio Mastandrea parla di questo, il regista romano riesce nell’impresa di dare immagini a luoghi liminali che non resistono alla memoria. Consentendo così all’immaginazione di viaggiare spedita verso un microcosmo di situazioni che sfuggono all’occhio attento del personale sanitario.
Nessuno può vederli o ascoltarli, i Nonostante di Valerio Mastandrea sono coloro che “nonostante” le avversità e le sofferenze, conducono una vita fatta di passioni, amicizie e sentimenti sinceri. Scritto con Enrico Audenino, il film è stato selezionato come film d’apertura della sezione Orizzonti alla 81esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, con una produzione HT Film, Rai Cinema, Tenderstories e Damocle.
Nel cast, oltre a Valerio Mastandrea, in qualità di attore e regista, figurano anche Dolores Fonzi, Lino Musella, Giorgio Montanini, Laura Morante, Barbara Ronchi, Justin Korovkin e Luca Lionello. Il film è un racconto coraggioso, che sfida le classiche logiche di narrazione e prova a scandagliare l’animo umano partendo una bellissima e toccante riflessione.
Nonostante – La trama
Un uomo, ricoverato da alcune settimane in ospedale, non risente affatto della sua condizione di paziente. Egli, infatti, apprezza l’apparente tranquillità rispetto al mondo esterno, poiché si sente alleggerito dal fardello delle responsabilità e delle preoccupazioni della Società. A differenza di altri pazienti del reparto, che si sentono intrappolati tra le mura dell’ospedale, egli coglie invece un senso di profonda libertà, abituandosi alla sua routine giornaliera.
La situazione viene completamente stravolta dall’arrivo di una nuova compagna di stanza, iraconda e inquieta per il suo stato di degente, che è refrattaria a tutte le regole e le convenzioni sociali instauratesi tra i vari pazienti e il personale dell’ospedale.
La donna appare sofferente e disposta a lasciare il reparto anche se non completamente guarita, in quanto vuole tornare a vivere e lasciare quella situazione di quiescenza. L’uomo, sconvolto dall’impeto della donna, inizia a riflettere sulla sua situazione, affrontando una presa di coscienza ed entrando nuovamente in contatto con le sue emozioni.
Nonostante – La recensione
Sebbene ci sia la morte che aleggi dovunque, Nonostante parla di una vitalità che non vuole soccombere alle leggi della natura. Opposto all’immobilità dei corpi distesi nei letti d’ospedale, c’è uno spirito che comunica, vive emozioni, giudica, organizza gite fuori porta con “rientro in giornata” e, soprattutto, s’innamora, pur consapevole che al risveglio potrebbe finire tutto. Mastandrea racconta un amore che sfida le consuetudini, che preferisce vivere al di qua della vita, purché sopravviva.
Mastandrea si concentra molto sugli attori, ognuno portatore di diversità ma comuni nel condividere un destino incerto, tra la vita e la morte. I legami sono profondi, come quello con Curiosone (Lino Musella) e la Veterana (Laura Morante), rapporti speciali perché vissuti all’ombra di tutti gli altri, come un tesoro nascosto da proteggere.
La scelta di non dare i nomi ai personaggi non è casuale: mentre i corpi in coma trattengono un vissuto, una storia e, dunque, un nome; di là dal guado ci sono le anime pure e semplici, dove non importa la provenienza o chi era prima. Conta solo l’attimo da vivere, come un trapezista in bilico tra il vivere e il morire.
Dopo Ride, la seconda regia di Valerio Mastandrea
Già alla sua prima regia, Ride, Valerio Mastandrea aveva rifiutato qualsiasi schema o cornice entro cui incasellare il suo cinema, così simbolico e scevro da ogni paradigma. Mastandrea porta sullo schermo la paura di scomparire, di soccombere in una dimensione altra che protegge dai turbamenti della vita “vera”. Uno spazio franco dove continuare ad esistere, anche se attaccati ad un macchinario ventiquattrore su ventiquattro.
Sicuramente Nonostante è un film apre la mente, stimola il pensiero, suscita interrogativi importanti che ci rivelano la fragilità dell’esistenza, ma anche la sua forza dirompente. Lontano da facili moralismi, Mastandrea racconta più con i silenzi e gli sguardi, che con le parole, talvolta così vuote di significato nella vita reale. Nell’altrove di Nonostante, invece, è concesso sentirsi vulnerabili, precari, incerti verso il futuro, ma contemporaneamente vivi e umani.
L’idea alla base è la forza centrale del film, quella serie di interrogativi che almeno una volta nella vita ci siamo posti: cosa facciamo, con chi comunichiamo, dove andiamo, chi siamo quando il nostro corpo si distacca dallo stato di coscienza e rimaniamo sospesi in un limbo indecifrabile?
Se l’esperimento è perfettamente riuscito dal punto di vista emotivo, tuttavia il film sembra mancare di alcune giustificazioni narrative. Perché il volontario (Giorgio Montanini) riesce a vederli? E cosa muove nel profondo il suo personaggio? Al di là di questo, Nonostante resta un film da vedere e da ammirare per la sua capacità di emozionare, di annidarsi nel cuore dello spettatore. Un film che ti porta in un altrove, fatto di tanta emozione, passione e sentimento.