Monster: la storia di Ed Gein (2025), questo il titolo della nuova stagione di Monster, serie ideata da Ryan Murphy, prodotta e distribuita da Netflix. Dopo aver visto gli omicidi di Jeffrey Dahmer ed essere entrati nell’oscuro passato dei fratelli Menendez, ora è il turno a Ed Gein. Una scelta che ha fin da subito destato non poco scetticismo, tra chi sosteneva che questa fosse una figura troppo controversa e chi invece si pose fin da subito il dilemma delle fonti storiche da cui la serie poteva attingere.
Purtroppo i dubbi palesati dai più scettici si sono dimostrati fondati e, purtroppo, Monster: la storia di Ed Gein è la peggior stagione dello della serie Netflix. Otto episodi che, uno dopo l’altro, hanno decretato un fallimento inaspettato.

Monster: la storia di Ed Gein – Trama
Nelle gelide campagne del Wisconsin degli anni ’50, dove il ricordo del secondo conflitto mondiale è più che vivo, un uomo solitario e dai modi gentili di nome Eddie Gein (Charlie Hunnam) vive tranquillamente in una fattoria fatiscente, nascondendo una casa degli orrori così raccapricciante da ridefinire l’incubo americano. Spinto dall’isolamento, dalla psicosi e da una completa ossessione per la madre Augusta (Laurie Metcalf), i crimini perversi di Gein hanno dato vita a un nuovo tipo di mostro destinato a tormentare Hollywood per decenni. Da Psyco a Non aprite quella porta, fino a Il silenzio degli innocenti, la macabra eredità di Ed Gein ha dato vita a mostri immaginari immortali.

Monster: la storia di Ed Gein – Recensione
Dopo due stagioni segnate da reazioni controverse, criticate per l’eccessiva violenza mostrata e mancanza di tatto, Ryan Murphy torna indietro nel tempo fino agli anni ’50. Questa volta si torna a parlare di un serial killer: Ed Gein il macellaio di Plainfield. Una figura che scioccò il mondo intero per i suoi delitti e che a sua volta ispirò altre menti deviate e opere di finzione. Questi due sono proprio gli aspetti su cui Monster si sofferma maggiormente, tanto che già dopo i primissimi episodi la vita di sdegli uomini che lo hanno interpretato o in qualche modo emulato diventano un tutt’uno.
Un’idea, all’apparenza brillante, che si discosta notevolmente dalle precedenti stagioni ma finisce per essere l’elemento che più di tutti fa naufragare Monster: la storia di Ed Gein. Da qui prendono origine dei parallelismi tra il killer ed Anthony Perkins privi di alcun senso. La storia che Alfred Hitchcock porta sul grande schermo con il suo Psyco è sicuramente stata ispirata da quei fatti di cronaca consumati a Plainfield, ma l’ossessione che vediamo perpetrata da Perkis e Hitchcock nei confronti di Ed Gein non ha nessun fondamento. Vedere due così grandi figure del cinema degli anni ’60 ridotte a essere l’ombra di un killer così mentalmente disturbato e spietato è stato un pessimo spettacolo.
Il mostro, la violenza e la morbosità
Questa è però solo una delle tantissime libertà storiche che lo sceneggiato si prende. Nonostante gli omicidi confessati ed attribuiti ad Ed Gein siano due, la serie non si esime dall’attribuirgli altri omicidi, forse per accrescere la figura del mostro, o forse per aumentare la morbosità e la violenza da gettare in pasto agli amanti del gore e dello splatter. C’era bisogno di questo? Assolutamente no. Una scelta che, oltre a mancare di rispetto etico e morale, non alimenta l’odio e l’indignazione verso la figura del macellaio di Plainfield. Anche perché, bisogna dirlo, la serie verso la sua seconda parte ne esalta la figura, trasformandolo quasi in un mostro che però ha trovato la sua redenzione.

Personaggi ed interpretazioni
All’interno di questo progetto tutt’altro che riuscito, l’elemento che alza un pochino l’asticella qualitativa sono le interpretazioni. Charlie Hunnam lascia dietro di sé il ruolo del belloccio a cui il pubblico è sempre stato abituato per impersonare il vero volto della pazzia. Dopo qualche episodio forse l’interpretazione può apparire forzata, ma nel complesso non si può negare che questa sia stata un ottima performance. Agghiacciante Laurie Metcalf, una madre ossessiva che ha sicuramente contribuito a trasformare quel ragazzo timido e “strano” nel mostro. Molto brava anche la cantante Addison Rae.
Qualche parola in più bisogna però spenderla per Suzanna Son. L’interpretazione dell’attrice è sicuramente di livello, ma non si può certo trascurare il fatto che questo personaggio, essenziale ai fini della ricostruzione della vita di Ed Gein, è totalmente campato in aria. Il rapporto tra Eddie e Adeline, qui portato ad un livello di grandissima intimità tanto che Adeline era a conoscenza dei fatti macabri, in realtà non era che una semplice conoscenza. Il motivo del perché si sia voluto dare così tanto rilievo a questa donna non è ancora chiaro.

Conclusioni
Duole dirlo, ma Monster: la storia di Ed Gein è la peggiore delle tre stagioni sui grandi mostri del secolo scorso. Una ricostruzione che si prende troppe libertà, tanto che quasi si potrebbe parlare di un Ed Gein proveniente da un altro universo parallelo.

