Martin Scorsese sta preparando l’uscita del suo prossimo successo Killers of the Flower Moon e, nel corso di un’ intervista di ampio respiro a GQ, è stato nuovamente interrogato sulle sue opinioni in merito al cinema contemporaneo e ai cinecomic.
Il cineasta si è detto molto preoccupato su questa tendenza a produrre infinite saghe cinematografiche: “Il pericolo è ciò che stanno facendo alla nostra cultura. Ci saranno generazioni che pensano che il cinema sia questa cosa. Lo pensano già. Per questo dobbiamo contrastarlo in modo ancora più forte”, ha dichiarato. “Dobbiamo partire dalla base. Devono essere i filmmaker stessi a farlo, ci sono i fratelli Safdie, quelli come Chris[topher] Nolan”. Questi sono gli esempi di una resistenza che può salvaguardare il cinema nella sua essenza. Poi il regista aggiunge: “Bisogna colpirli da ogni lato. Uscire fuori e fare cose, reinventarsi. Non lamentarsi. Ma è vero che dobbiamo salvare il cinema”.
L’opinione di Scorsese è che ormai colossi come la Warner pensino solo al profitto, come ha rivelato con un aneddoto: “Ho discusso con dei manager che volevano costringermi a rendere The Departed il primo capitolo cinematografico di una trilogia.“
Martin Scorsese racconta il cambiamento dell’industria cinematografica
Scorsese ha anche ammesso che Hollywood e il sistema degli studios sono molto cambiati da quando ha iniziato a fare film più di mezzo secolo fa.
Per il regista di Taxi Driver, non tutti i contenuti sono parte del mondo del cinema: “Fare content non corrisponde a fare cinema. È quasi come utilizzare l’intelligenza artificiale. Questi film cosa vi danno?” e prosegue “L’industria è finita. Del settore di cui facevo parte, stiamo parlando di quasi, quanto, 50 anni fa?”.
Il cineasta ha poi affermato che le cose sono cambiate molto, rispetto a quando ha mosso i primi passi nel mondo del cinema: “Le case di produzione non vogliono più supportare le voci individuali che esprimono dei sentimenti reali, dei pensieri autentici”