Oggi, giovedì 9 novembre, a mezzanotte e un minuto lo sciopero indetto da SAG-AFTRA è giunto al termine.
L’intesa tra i grandi studios hollywoodiani e il sindacato degli attori si concretizza nella firma di un nuovo contratto collettivo.
La storia della protesta
Il 13 luglio era scaduto il contratto collettivo che regolavo il rapporto tra gli studios e più di 160.000 addetti ai lavori. Il giorno seguente il sindacato degli attori SAG-AFTRA è sceso in strada, unendosi alla protesta portata avanti dal Writers Guild of America, il sindacato degli sceneggiatori, che continuava dal 2 maggio.
Entrambi i sindacati hanno alzato la voce per motivi molto simili, se non uguali. Oltre a chiedere un ragionevole aumento dei salari, gli scioperanti hanno lottato per una maggiore regolamentazione di fronte all’avvento dell’intelligenza artificiale e un trattamento più dignitoso per quanto riguarda i diritti provenienti dallo streaming.
Il 27 settembre i produttori hanno firmato un’intesa con gli sceneggiatori. Mentre ci sono voluti altri 46 giorni perché la stessa giungesse anche con gli attori.
Il comunicato di SAG-AFTRA
La protesta degli attori più lunga nella storia di Hollywood, 118 giorni, sembra aver raggiunto degli obiettivi importanti.
A comunicarlo è stato lo stesso sindacato sulle sue pagine ufficiali e sui profili social.
“Con un contratto del valore di oltre un miliardo di dollari, abbiamo raggiunto un accordo di portata straordinaria che comprende aumenti dei compensi minimi, disposizioni senza precedenti in materia di consenso e compenso che proteggeranno i membri dalla minaccia dell’intelligenza artificiale e, per la prima volta, stabilisce un bonus di partecipazione allo streaming. I nostri massimali pensionistici e sanitari sono stati sostanzialmente aumentati, il che apporterà il valore necessario ai nostri piani. Inoltre, l’accordo prevede numerosi miglioramenti per molteplici categorie, tra cui aumenti straordinari dei compensi per gli artisti di base e disposizioni contrattuali fondamentali che proteggano le diverse comunità.”