Liam Neeson non è di certo uno degli ultimi attori planati sulla terra. La sua figura è interamente cosparsa di una presenza scenica fuori dal comune, diciamo anche unica.
Neeson ha decisamente codificato un nuovo/vecchio modo di fare cinema: il cinema cosiddetto “di cassetta”. I suoi revenge movies sono entrati di diritto nel novero del cinema cult. Io vi troverò è stato ad esempio il primo di un lunghissimo filone.
Proprio quest’impostazione artistica ha scatenato l’ira delle maggiori testate americane e di altri siti molto battuti che negli ultimi anni sono saliti al rango di stelle polari in fatto di critica. Liam Neeson secondo molti avrebbe stufato con film tutti uguali e privi di contenuti emotivamente apprezzabili.
Da tutto il web sono piovute considerazioni negative sul suo stato lavorativo. Punta infatti al massimo guadagno con il minimo sforzo. L’ultimo progetto, Retribution, entra di fatto in questo discorso.
Non c’è sentimento, solo azione. Indubbiamente, grazie a questo impianto scenico, Liam Neeson di soldi ne ha fatti molti. A scapito di quella che può essere definita arte. Il cinema è effettivamente una forma di arte.
La presenza scenica ha soppiantato le emozioni, tutto a causa di una logica prettamente capitalistica. Si sa come sono i cachet nel mondo di Hollywood.
Liam Neeson – Di che è la colpa del calo?
Liam Neeson è davvero carnefice in questo gioco all’ultimo dollaro? Decisamente no. O meglio, non solo.
La decisione ultima spetta a lui e ci mancherebbe. Ma il problema di fondo è legato anche alla qualità del resto che lo contorna. Un buon copione può esaltare anche attori mediocri. Una sceneggiatura con i crismi giusti arriva a deliziare tutti, senza che ci sia bisogno di far ricorso nei confronti del cast.
Liam Neeson ha preso parte, sia a progetti discutibili, ma notoriamente anche a dei capolavori. Schindler’s List, per citarne uno.
Infine è bene soffermarsi anche su un ragionamento quasi filosofico. Cosa determina l’effettiva validità di un prodotto filmico? L’autorialità è importante ma se il pubblico va in visibilio, già questo è un argomento a favore della pellicola.
Il pubblico è chiamato a dire la sua e se il giudizio è positivo (e porta di conseguenza introiti) un film può definirsi riuscito.
Lo stesso Retribution di Liam Neeson ha dalla sua un complesso contenutistico discutibile ma come sempre il revenge movie alla Neeson vince. E continuerà ancora a farlo.