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Kraven – Il cacciatore: una promessa mancata nell’universo di Spider-Man

Kraven – Il cacciatore (Kraven the Hunter) è un film del 2024 prodotto dalla Columbia Pictures e diretto da J.C. Chandor. L’opera è ispirata all’omonimo personaggio dei Marvel Comics e rappresenta il sesto, e per ora ultimo, capitolo del Sony’s Spider-Man Universe (SSU), un universo narrativo che esplora i villain più iconici legati al mondo di Spider-Man, senza coinvolgere direttamente l’Uomo Ragno. Nato con il film Venom, questo universo sembra oggi sospeso, in attesa di una direzione chiara sul proprio futuro.

Il film racconta le origini di Kraven e si concentra sulle dinamiche familiari che lo spingono ad abbracciare il ruolo del cacciatore, un percorso che lo porterà a incarnare uno dei più noti antagonisti dell’Arrampicamuri. Kraven – Il cacciatore rappresenta l’ennesimo tentativo da parte di Sony di rilanciare un universo condiviso popolato da villain, ma privo di un vero eroe. Sebbene le premesse iniziali lascino intravedere spunti interessanti, la narrazione, che si articola per oltre due ore, si rivela lenta e poco coinvolgente. Il film si dilunga inutilmente prima di raggiungere un climax concentrato solo nel finale, senza mai brillare, né offrire una caratterizzazione convincente dei personaggi, né fornire risposte chiare.

I molti elementi introdotti restano per lo più superficiali e, al momento dei titoli di coda, ciò che rimane è soprattutto un senso di incompiutezza.

Kraven – Il cacciatore

Kraven – Il cacciatore – Trama

La storia di Kraven – Il cacciatore si apre nelle fredde e innevate terre della Russia, dove Kraven viene rinchiuso in un carcere di massima sicurezza. Dopo aver eliminato il suo bersaglio, un potente trafficante d’armi detenuto nella stessa prigione riesce a fuggire. Da qui prende avvio un lungo flashback che ripercorre l’infanzia del protagonista, all’epoca conosciuto come Sergei Kravinoff.

Sergei è figlio del temuto trafficante di droga Nikolai e ha un fratellastro di nome Dmitri. Dopo il suicidio della madre, affetta da disturbi mentali, Nikolai porta i due figli in Africa per una battuta di caccia, con l’obiettivo di temprarli. L’impresa consiste nell’abbattere un leone leggendario, noto per essere imbattibile. Tuttavia, al momento cruciale, Sergei esita e non riesce a premere il grilletto, costringendo il padre a intervenire. L’animale ferito reagisce violentemente, lasciando Sergei in fin di vita. A salvarlo sarà Calypso, una misteriosa ragazza che gli infonderà poteri sovrumani e un legame speciale con il regno animale.

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A seguito di questa trasformazione, Sergei riconosce la crudeltà del padre e fugge, promettendo al fratello che un giorno tornerà. Si rifugia in un santuario appartenuto alla madre, nascosto tra le steppe della Russia, dove cresce e impara a padroneggiare i suoi poteri. Decide così di dedicare la sua vita a una nuova missione: dare la caccia a coloro che uccidono e sfruttano gli animali per interessi criminali, come il commercio illegale di zanne o corna.

La narrazione torna poi al presente, sedici anni dopo. Sergei è ormai noto come Kraven, un letale cacciatore di uomini. Tuttavia, dovrà confrontarsi con il proprio passato e con una nuova minaccia, rappresentata da una figura enigmatica che mira al controllo del mondo criminale, disposto a eliminare chiunque sia di ostacolo ai suoi piani, inclusi Kraven e la sua famiglia.

Kraven – Il cacciatore

Kraven – Il cacciatore – la Recensione

Kraven – Il cacciatore esplora le origini di uno dei villain più iconici dell’universo di Spider-Man, con premesse che sulla carta appaiono promettenti. Tuttavia, il film fatica a coinvolgere, penalizzato da un ritmo lento e da una narrazione che si appesantisce introducendo personaggi ed elementi poco sviluppati. L’impressione è che molti inserimenti servano solo a creare collegamenti forzati con l’universo Marvel/Sony, senza apportare vero valore alla trama.

Il protagonista, interpretato da un convincente Aaron Taylor-Johnson, è al centro della scena; tuttavia, la sua versione di Sergei Kravinoff rappresenta un vero e proprio what if rispetto alla controparte fumettistica. Il film lo trasforma in un antieroe tormentato dal rapporto con il padre, con poteri soprannaturali e una missione quasi ambientalista. Questa scelta narrativa si pone in netto contrasto con il Kraven dei fumetti: uno spietato predatore mosso da un delirio di onnipotenza, capace di impagliare le proprie prede come trofei. Il paradosso sta nel fatto che il Kraven cinematografico condanna il padre per la sua violenza sugli animali, mentre nella versione cartacea è proprio lui a incarnare quella stessa ferocia. In un certo senso, il film rifiuta la vera natura del personaggio, ribaltandone completamente l’identità.

A ciò si aggiunge una gestione poco efficace dei poteri: non viene mai spiegato nel dettaglio in cosa consistano né come funzionino, e la componente “da cacciatore” viene suggerita più che mostrata. Kraven appare spesso già sul luogo dell’azione, senza che venga illustrato il processo di tracciamento o di osservazione della preda, elemento che avrebbe potuto rafforzarne l’identità.

La tematica centrale del film, basata sulla contrapposizione tra forza e debolezza, preda e predatore, resta abbozzata e mai veramente approfondita. Ne risulta un prodotto che introduce diversi spunti ma non riesce a farli emergere del tutto.

Kraven – Il cacciatore

Nomi, poteri e poco altro: il problema dei personaggi secondari

Se la caratterizzazione di Kraven presenta elementi discontinui rispetto alla fonte originaria, ancora più evidente è il trattamento riservato agli altri personaggi del film. Calypso viene inizialmente presentata come figura chiave nel passato di Kraven, ma nel presente della narrazione la sua presenza si fa sempre più marginale, fino a scomparire del tutto senza alcuna spiegazione. Il legame tra i due e il potenziale mistico del personaggio restano completamente inesplorati.

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Lo stesso vale per Lo Straniero, misterioso sicario dotato della capacità di fermare il tempo per tre secondi. Nonostante attorno a lui venga costruita un’aura di mistero, il film non approfondisce né la sua motivazione né l’origine dei suoi poteri. Anche la sua uscita di scena è repentina e priva di reale peso narrativo.

Il villain principale, Aleksei Sytsevich alias Rhino, è altrettanto privo di profondità. La sua motivazione, vendicarsi di Nikolai per essere stato ignorato, appare debole e poco sviluppata. La trasformazione in Rhino avviene solo nel finale, risultando anti-climatica, e anche in questo caso sia l’aspetto umano che quello mostruoso mancano di incisività.

L’unico elemento che conserva una certa coerenza è il rapporto tra Sergei e la famiglia, in particolare con il padre Nikolai, figura crudele e dominante che incarna l’origine del suo conflitto interiore. Tuttavia, anche questa dinamica, inizialmente carica di tensione, perde forza con l’avanzare del film, fino a diventare un semplice pretesto narrativo.

Dal punto di vista tecnico, la CGI è altalenante: alcune scene risultano poco convincenti, in particolare nei fondali e nella trasformazione di Rhino. I dialoghi e la caratterizzazione generale non sempre sono all’altezza, mentre il montaggio evidenzia diverse incongruenze nei movimenti dei personaggi. Le scene d’azione, pur più violente rispetto ad altri cinecomic, non riescono a lasciare il segno, risultando poco memorabili per un film incentrato su un cacciatore.

Kraven – Il cacciatore

Kraven – Il cacciatore – Il Cast

Kraven – Il cacciatore presenta un cast solido, composto da volti noti che vantano esperienze pregresse nel mondo dei cinecomic.

Il protagonista Sergei Kravinoff, alias Kraven il cacciatore, è interpretato da Aaron Taylor-Johnson, alla sua seconda esperienza nell’universo Marvel dopo aver vestito i panni di Pietro Maximoff (Quicksilver) in Avengers: Age of Ultron (2015). A fianco a lui, Ariana DeBose (West Side Story, Wish) interpreta Calypso Ezili, un avvocato londinese che in gioventù salva Sergei dalla morte donandogli misteriosi poteri, diventando in seguito una sua alleata. Russell Crowe presta il volto a Nikolai Kravinoff, padre di Kraven, un uomo crudele a capo di una delle famiglie più influenti del crimine organizzato. Anche Crowe non è nuovo al genere: ha interpretato Jor-El, padre di Superman, in L’uomo d’acciaio (2013), e Zeus in Thor: Love and Thunder (2022).

Completano il cast: Fred Hechinger (The White Lotus) nel ruolo di Dmitri Kravinoff / Camaleonte, fratellastro di Sergei con l’abilità di riprodurre perfettamente la voce di qualsiasi persona, Alessandro Nivola (Disobedience) nei panni del villain Aleksei Sytsevich / Rhino e Christopher Abbott nel ruolo dello Straniero, un sicario capace di fermare il tempo per tre secondi.

Kraven – Il cacciatore – Conclusioni

Kraven – Il cacciatore rappresenta l’ennesimo tentativo da parte di Sony di costruire un universo condiviso popolato da villain, ma privo di un autentico eroe di riferimento. Sebbene le premesse iniziali lasciassero intravedere spunti interessanti, la narrazione, che si articola per oltre due ore, risulta lenta, poco incisiva e priva di reale tensione. Il film si dilunga prima di raggiungere un climax, concentrato solo nel finale, senza brillare né nella costruzione della trama né nella caratterizzazione dei personaggi.

I numerosi elementi introdotti restano perlopiù superficiali, e al termine della visione ciò che prevale è un senso di incompiutezza. Nonostante alcune scelte visive riuscite e la buona prova del protagonista, Kraven – Il cacciatore manca di una propria identità e non aggiunge nulla di realmente nuovo in un panorama già carico di cinecomic.

Il Trailer

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e Sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Kraven – Il cacciatore è l’ennesimo titolo realizzato da Sony nel tentativo di costruire un proprio universo condiviso. Nonostante le buone premesse iniziali e un protagonista visivamente accattivante, il film è penalizzato da una narrazione lenta e poco coinvolgente. I personaggi secondari sono poco caratterizzati, lo sviluppo narrativo appare debole e il potenziale viene in gran parte sprecato. La CGI risulta altalenante, i dialoghi non sempre all’altezza e poco incisivi. Con numerosi difetti e privo di una vera identità, il film non aggiunge nulla di nuovo all’universo dei cinecomic.
Francesco Simone
Francesco Simone
Laureato in DAMS e in Informazione, Editoria e Giornalismo, attraverso il cinema e le serie tv viaggio con la fantasia, vivo emozioni autentiche e mi immergo nelle storie e nei loro protagonisti. Raccontare questo mondo è ciò che amo di più: il modo migliore per condividere questa passione.

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Kraven – Il cacciatore è l’ennesimo titolo realizzato da Sony nel tentativo di costruire un proprio universo condiviso. Nonostante le buone premesse iniziali e un protagonista visivamente accattivante, il film è penalizzato da una narrazione lenta e poco coinvolgente. I personaggi secondari sono poco caratterizzati, lo sviluppo narrativo appare debole e il potenziale viene in gran parte sprecato. La CGI risulta altalenante, i dialoghi non sempre all’altezza e poco incisivi. Con numerosi difetti e privo di una vera identità, il film non aggiunge nulla di nuovo all’universo dei cinecomic.Kraven – Il cacciatore: una promessa mancata nell’universo di Spider-Man