HomeNewsJohn Waters si racconta: da San Francisco a Divine

John Waters si racconta: da San Francisco a Divine

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Alcuni di voi lo ricorderanno per il suo film più celebre, Grasso è bello (Hairspray il titolo originale), del quale è stato tratto negli anni Duemila un celebre remake interpretato da John Travolta. Ma John Waters è sempre stato il re del cinema alternativo, e il sovrano incontrastato di un cinema capace di divertire e disgustare al tempo stesso. Non per niente, lo scrittore William Burroughs lo ha definito “il Papa della Spazzatura”.

Recentemente, però, il cinema di Hollywood lo ha rivalutato: al punto che ha deciso di dedicargli una mostra presso il Museo dell’Academy, che verrà inaugurata il prossimo 17 settembre. All’indomani dell’inaugurazione, Waters riceverà quello che è uno dei riconoscimenti simbolici più importanti: la sua stella sulla Walk of Fame.

In occasione di questo evento, Hollywood Reporter gli ha dedicato una lunga intervista nella quale John Waters si è raccontato a tutto campo. Da San Francisco, la città in cui ha trascorso la giovinezza e nella quale si trova ora, fino all’amicizia con Divine, l’attore travestito protagonista di molti dei suoi film, da Pink Flamingos al sopraccitato Grasso è bello.

John Waters su Divine

John Waters, l’intervista

Sulla mostra che aprirà a settembre ha raccontato: “I curatori, Jenny He e Dara Jaffe, sono andati in giro per il mondo. È stato come una caccia al tesoro. Hanno trovato vicini del luogo in cui abbiamo girato Polyester, di cui non avevo idea che tenessero ancora dei cimeli.

Sono andati al mio archivio cinematografico all’Università di Wesleyan che ho avuto per molto tempo. Non so nemmeno cosa c’è dentro perché ho iniziato a dar loro cose negli anni ’80. (…) Nemmeno io ho visto l’intera mostra. Ho visto il catalogo, che è bellissimo. Ha saggi davvero meravigliosi. Non lo so, sarò sorpreso anch’io. Non la vedrò fino al giorno prima dell’apertura”.

Poi, Waters ha parlato dei suoi genitori e dell’educazione che ha ricevuto da ragazzo: “Mia madre era cattolica e mio padre no, il loro negli anni Cinquanta veniva definito un “matrimonio misto”. Ed è stato difficile. Sono un esempio tragico di ogni tipo di istruzione. Sono andato in una scuola elementare privata molto buona, una scuola media pubblica e un terribile liceo cattolico. E poi sono andato in un college in cui poteva entrare chiunque, e poi sono entrato alla New York University e sono stato cacciato per il primo arresto di marijuana in un campus universitario”.

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John Waters, Grasso è bello

Il cinema degli emarginati di John Waters

Waters è da molti considerato uno dei registi che più spesso si è occupato di storie di emarginati e personaggi borderline. Su questa sua predilizione ha dichiarato: “È dovuto anche a Pat Moran che è stata la mia responsabile del casting per sempre, e ha vinto un paio di Emmy per The Wire e Homicide. Ho inventato un po’ lo stunt casting in Cry-Baby, ma non ho mai fatto più una cosa del genere. Ho cercato di far interpretare ogni parte pazza da una star di un’epoca diversa. Sono stati tutti bravi.

Non ho mai scelto nessuno che non pensassi fosse bravo. Pensavo che Pia Zadora fosse fantastica in Hairspray. Ho probabilmente assunto persone come Kathleen Turner e Melanie Griffith e Sam Waterston, persone che erano conosciute per aver recitato in veri film di Hollywood, e gli ho chiesto di recitare nei miei senza mai fare l’occhiolino al pubblico. Ecco perché se mai riesco a fare film divertenti, è perché la mia direzione è: “Dì questo come se credessi ad ogni parola”.

La faccia di Kim McGuire

Tra i nomi decisamente non mainstream scelti dal regista c’è anche quello di Kim McGuire, la “Mannaia” di Cry Baby (in inglese Hatchet-Face). Su McGuire, Waters ha dichiarato: “Era fantastica. Ed è stato il genio di Van Smith, il ragazzo che ha fatto il trucco per tutti i miei film, perché aveva un volto interessante, ma niente del genere. Era un buon inizio, ma lui lo ha distorto. Lo ha distorto così tanto. E ora quando vado a firmare autografi e tutto, qualcuno appare sempre come Hatchet-Face. È un look. (…) Penso che tu debba esagerare quello che infastidisce le persone sono contrarie e trasformarlo in uno stile“. E questo è esattamente ciò in cui Waters è sempre stato eccellente: non compiacere il pubblico, anzi oltraggiarlo per dare vita a qualcosa di unico e irripetibile.

L’amicizia con Divine

Divine, al secolo Harris Glenn Milstead, è stato (è morto nel 1988, ndr) l’attore feticcio di John Waters. I due si erano conosciuti quando erano ragazzi: “Sono cresciuto a Lutherville, nel Maryland, e la famiglia di Divine si è trasferita nella strada accanto alla mia, forse a sei case di distanza. Avevano una scuola materna. E Divine era il loro unico figlio, che ho sempre pensato fosse una pubblicità discutibile. Ed era al liceo, ma è stato picchiato. È stato tormentato. Era sovrappeso, un po’ effeminato e un po’ nerd.

E la rabbia che ha accumulato dal fatto di essere stato abusato così tanto dagli studenti e dagli insegnanti lo ha portato a diventare Divine, un personaggio che lui non era affatto. Ma poi ho creato e scritto le battute per lui e ho inventato questa immagine che in pratica era fatta per spaventare gli hippy. Divine non era transessuale, non voleva essere una donna. Voleva essere Godzilla ed Elizabeth Taylor messi insieme. Non è mai andato in giro vestito da donna o qualcosa del genere, non ha mai fatto quello, non era transessuale”.

Comunque, nei panni di personaggi indimenticabili come Babs Johnson in Pink Flamingos, Francis Fishpaw in Polyester o Edna Turnblad in Grasso è bello, John Waters gli ha donato l’immortalità.

John Waters, Pink Flamingos. Nella foto: Divine.
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Giulia Bucelli
Giulia Bucelli
Lettrice e spettatrice onnivora, non crede nello snobismo. Tuttavia non fa mistero della sua passione per il cinema orientale, gli horror e Alfred Hitchcock. Non si perde nemmeno un film di Cronenberg e Lanthimos.

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