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James Caan avrebbe potuto interpretare Rocky

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James Caan è venuto a mancare nella giornata di ieri. Alla veneranda età di 82 anni lascia l’olimpo del cinema un attore inconfondibilmente legato alla saga de Il Padrino. Come tutti sanno, ha interpretato Sonny, il figlio manesco di Don Vito Corleone, garantendosi l’accesso al gotha di Hollywood. Questo è il ruolo per cui tutto il mondo conosce James Caan. Eppure, la carriera dell’attore è costellata da ulteriori grandi successi: in pochi sanno infatti che Caan fu scelto per interpretare Rocky, uno dei personaggi più iconici in assoluto, protagonista di un franchise che avrebbe poi consegnato a Stallone le chiavi dell’immortalità cinematografica.

James Caan nel 1977 (anno di uscita del primo film di Rocky) era un attore già affermato: insieme al già citato Il Padrino completava il quadro Rollerball che dava l’idea di come l’attore potesse di fatto essere all’altezza di tutti i generi cinematografici. Robert Chartoff e Irwin Winkler pensarono subito a lui nel momento in cui Stallone presentò in sede MGM la prima sceneggiatura di Rocky. La loro idea era quella di affidare le chiavi del film a una figura già pronta e ben più carismatica di uno Stallone alle prime armi.

Si sa che la scelta fu poi differente (e grazie al cielo). Stallone si impuntò e pretese di fatto che la parte del protagonista fosse interpretata da lui. Avendo scritto il personaggio a sua immagine e somiglianza, il progetto non avrebbe potuto decollare e fare incassi record senza abbinare il suo volto a quello del pugile più famoso di sempre.

James Caan

James Caan non prese parte all’opera ma ci andò molto vicino. Il suo sarebbe stato un Rocky, oltre che credibile, molto ben strutturato. Al di là dell’esperienza professionale, che all’epoca risultava essere già accresciuta, la biografia stessa di Caan supportava questa tesi. Era sempre stato avvicinato a ruoli di personaggi forzuti e dai modi non propriamente gentili: nonostante egli stesso volesse scrollarsi di dosso questa etichetta, c’è da dire che la sua vita parla concretamente di lotta.

Conobbe Francis Ford Coppola al liceo, anni in cui James Caan registrò il primo vero avvicinamento al cinema. I primi anni della sua infanzia sono invece caratterizzati da tutta una serie di difficoltà, esperite nel quartiere del Bronx dove era di fatto cresciuto. Le strade della grande città forgiarono il suo carattere, tanto da evidenziare la sua personalità a tutti i provini delle scuole superiori. Di contro c’era invece una sensibilità che faceva di lui una persona unica. Questo mix tra punti di forza e punti deboli poteva costituire un retroterra essenziale per dare volto allo stallone italiano. La sua fragilità di fondo, oltre che renderlo un attore molto affascinante, lo avvicinò tuttavia anche alle droghe. Negli anni Ottanta soffrì infatti di una pesante depressione e si cominciò a parlare soltanto dei suoi lati oscuri: la sua adesione al partito repubblicano completò poi il quadretto di un attore che stava sull’orlo di una crisi di nervi.

Non si sa come sarebbe stato il Rocky di James Caan ma questa curiosità può assurgere a contenuto celebrativo della carriera di un attore che dire indimenticabile è dire poco.

Federico Favale
Federico Favale
Anche da piccolo non andavo mai a letto presto. Troppi film a tenermi sveglio. Più guardavo più dicevo a me stesso: "ok, la vita non è un film ma se non guardassi film non capirei nulla della vita".

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