Quando in Italia è appena andato in onda in chiaro su TV8 Spectre, il penultimo capitolo della fortunata serie, James Bond non ha ancora un nuovo volto. E una nuova data di uscita in cui potremmo ammirare un’altra spettacolare sequenza gunbarrel.
Numeri da record ai botteghini e hype che agitano fan fedelissimi e semplici spettatori. Questi gli ingredienti unici sulla storia dell’agente segreto al servizio di Sua Maestà (che nel frattempo è stato appena incoronato) che giustificano il titolo incontrastato di franchise straordinario.
Ben 25 film, 28 se si contano anche le pellicole fuori serie, 6 attori che lo hanno reso iconico e inarrivabile. Lungo un arco di quasi 70 anni.
Dove eravamo rimasti con James Bond
L’ultimo ciclo di film di James Bond è passato alla storia come quello più lungo, ben 15 anni, dal 2006 al 2021, con uno 007 più crudo e muscolare. Un evento mondiale, il Covid, e questioni commerciali, il catalogo Metro Goldwin Mayer acquistato da Amazon, hanno dato il via ad un percorso di rinnovamento. Che passa necessariamente per il volto che ne raccoglierà il testimone.
L’ipotesi rosa, circolata per un po’, è stata smentita e definitivamente archiviata nel corso del 2020. Mentre la lista dei papabili e dei candidati continua ad arricchirsi di nomi che solo per questo mantengono alta l’attenzione. Henry Cavill, Tom Hardy, Regè-Jean Page, James Norton, Tom Hiddleston, Chiwetel Ejiofor.
Gli ultimi due in lizza, Aaron Taylor Johnson e Idris Elba, sono diventati i protagonisti di una sfida nella sfida, loro malgrado. Se a favore del primo si è schierato Chris Evans neanche un mese fa in coppia con Ana de Armas, ecco irrompere sulla scena l’endorsement appassionato di Tom Hanks. Che dai microfoni di BBC News gli ha da poco conferito la sua personale licenza di uccidere.
Non vi resta quindi che restare sintonizzati, per sapere chi la spunterà. Perché invece sembra potersi dare per certo che il nuovo James Bond resterà in carica per almeno un decennio e regalerà ai fan della saga altri due capitoli da record. Parola di Barbara Broccoli.