A distanza di quasi dieci anni le emozioni tornano ad animare le sale con Inside Out 2. Dopo il premio Oscar nel 2016 per il miglior film d’animazione, per molto tempo si è parlato di un sequel della pellicola Inside Out, ma questo faticava ad arrivare. L’attesa è giunta al capolinea, e dal 19 giugno sarà disponibile anche nelle sale cinematografiche italiane Inside Out 2. Un lungometraggio che negli Stati Uniti sta già facendo faville, e con un esordio nel weekend di 155 milioni di dollari, Inside Out 2 si è già presentato come uno dei giganti del box office 2024. I timori iniziali verso un seguito che potesse ripetersi senza raccontare più nulla e la mancanza della mano di Pete Docter a reggere le fila sembra non abbiano affatto spaventato gli spettatori, che a fiumi stanno invadendo le sale.
Inside Out 2: trama
Riley ha ormai compiuto tredici anni. E’ giunto il tempo di cambiare scuola, iniziare a fare sogni sul futuro e stringere nuove amicizie. Un età meravigliosa quella dell’adolescenza, che però porta con se grandi cambiamenti fisici ed emotivi. Gioia, Tristezza, Rabbia, Disgusto e Paura vengono messi in un angolo dai nuovi arrivati: Ennui, Imbarazzo, Invidia, Nostalgia e soprattutto Ansia.
Un sequel del quale non sapevamo di avere bisogno
Quando a un giovane regista, che fino ad oggi ha realizzato un unico cortometraggio, viene designato per realizzare un sequel di un capolavoro come Inside Out, la strada che gli si presenta davanti è a dir poco tortuosa. I fan più tossici sono con i forconi in mano pronti a criticare, e chi non ha amato il capitolo precedente parte ancora più prevenuto nei confronti del progetto. Questo è un po’ quello che deve essere capitato a Kelsey Mann, qui con Inside Out 2 al suo esordio alla regia di un lungometraggio animato. Inutile nascondere che inizialmente un po’ tutti, addetti a lavori e non, hanno silenziosamente manifestato scetticismo e dubbi sulla scelta della Disney Pixar di affidare un sequel così importante a un autore ancora poco blasonato. Ora che però la pellicola è finalmente uscita, c’è bisogno di fare le dovute scuse per la mancata fiducia.
Le emozioni raccontate come solo Inside Out riesce a fare
Com’era più che intuibile Inside Out 2 segue lo schema narrativo già visto nel primo. I protagonisti, dopo un inizio di euforia per le nuove sfide di Riley, si rendono conto che la crescita è un qualcosa di incontrollabile, un turbinio di emozioni che rivoluziona le emozioni delle emozioni stesse. Grazie però all’arrivo di Ansia, Ennui, Imbarazzo, Invidia e Nostalgia l’opera diretta da Kelsey Mann non cadere nella ripetizione ridondante di quanto appreso e visto nel primo film, cosa che ormai troppo spesso accade nei sequel.
Ansia mette in atto un “colpo di stato” che porta ad uno scompiglio nella realtà interna ed sterna di Riley. Questo, lungo tutto lo scorrere della pellicola, approfondisce come l’intensità di alcune emozioni varino nelle varie fasi della vita dell’essere umano. Inside Out 2 riflette attentamente ed egregiamente su come l’ansia sia purtroppo capace di imporsi nella vita di un adolescente, sovrastando in maniera subdola ogni altro tipo di emozione positiva. Quando si vive in uno stato ansioso si ha difficoltà a relazionarsi con il prossimo, la gioia e la felicità diventano piccoli lampi che lasciano poi il passo a lunghi momenti di agitazione e poca lucidità emotiva.
La crescita sta anche in questo, nell’affrontare nuove sfide e nell’autocontrollo delle proprie emozioni. Ogni emozione se fuori dai propri limiti porta ad un malessere interiore che si ripercuoterà inevitabilmente sulla propria vita. Riley rimane una delle protagoniste Dinsey Pixar più interessanti degli ultimi anni, specchio delle difficoltà che le varie si fasi della vita portano con se. Un ipotetico terzo capitolo potrebbe analizzare le problematiche relative alla giovane età adulta. Chissà, magari Amore e Desiderio sono già con le valige in mano e pronte ad entrare prossimamente nel meraviglioso universo di Inside Out!.
In conclusione
Nonostante Inside Out 2 non sia certo rivoluzionario il suo precedente, non si può negare il grande lavoro che inaspettatamente è venuto alla luce. L’ansia, che in moltissimi temevano sarebbe stata scimmiottata, è trattata in maniera delicata, ma allo stesso tempo brutale. Il film mostra gli effetti negativi di uno stato ansioso, purtroppo ormai sempre più frequente anche nei giovanissimi. Inside Out continua a regalare grandi momenti di riflessione, ma allo stesso tempo rimanendo ancorato alla tradizione della Disney Pixar, major pensate per l’intrattenimento dei più piccoli. Lo spasso e il divertimento non mancano certo in quest’opera, pensata per divertire il giovane pubblico, ma anche fornirgli qualche strumento in più per affrontare quelli che saranno i suoi compagni di vita futuri.