Il futuro di Hunger Games è uno degli argomenti più dibattuti dell’ultimo periodo. Sappiamo che il franchise ha di fatto segnato una generazione, ponendosi come saga quasi alla pari di Harry Potter e Il Signore degli Anelli.
Diciamo quasi perché riesce ad essere meno intergenerazionale delle precedenti e dato che il respiro non è proprio vintage ma futuristico, la tematica di fondo è ben più generica e lineare dei casi precedentemente enunciati.
Rimane palese comunque che il recente prequel ha riaperto discorsi seppelliti nel tempo, con tanto di diatribe legate al da farsi. Dopo La Ballata dell’Usignolo e del Serpente, le domande che i fan si pongono sono infatti molte. Una su tutte: che ne sarà del futuro di Hunger Games?
Tom Blyth, che ha interpretato un giovane Coriolanus Snow ha voluto dire la sua dichiarandosi fiducioso in un futuro roseo. Anche il regista, Francis Lawrence, ha annunciato che Suzanne Collins (scrittrice della saga letteraria) lo aveva rassicurato sull’uscita di altri romanzi, nuove storie ambientate in quel futuro distopico che è per l’appunto Panem.
Ad oggi non vi sono certezze sul futuro di Hunger Games, né tantomeno questi romanzi promessi sono in dirittura d’arrivo. La storia stessa di Snow sembra essere giunta a una degna e coerente conclusione.
Il sopra citato, dopo aver condotto Lucy Gray subdolamente alla vittoria, è condannato a una vita da pacificatore. Il contesto narrativo si allinea dunque perfettamente alla storia madre (quella del 2011) che soffre di un distacco temporale enorme. Dopo più di dieci anni era difficile riprendere il filo del discorso.
Rimane solo la speranza che Tom Blyth vuole essenzialmente mantenere viva ma lo spettatore, a cui non sfugge niente, è consapevole che il futuro di Hunger Games non può dipendere solo da dinamiche commerciali.
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