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Il Cigno Nero recensione film di Darren Aronofsky con Natalie Portman

Il cigno nero recensione film di Darren Aronofsky con Natalie Portman, Mila Kunis, Vincent Cassel, Barbara Hershey e Winona Ryder

Il topos narrativo de Il cigno nero è riassunto in una celebre frase del pittore spagnolo Salvador Dalì: “Non aver paura della perfezione: non la raggiungerai mai.”

Il cigno nero

Il cigno nero la trama

Nina Sayers, una giovane ballerina di grande talento, pretende sempre il massimo da se stessa in modo maniacale; non l’aiuta il rapporto morboso con la madre, ex ballerina mediocre che cerca il proprio riscatto personale nella figlia che tratta come una bambina da proteggere dalle insidie del mondo esterno.

Un giorno il direttore artistico Thomas Leroy annuncerà a Nina di averla scelta come protagonista per mettere in scenaIl lago dei cigni, uno dei più famosi e acclamati balletti del XIX secolo, musicato da Čajkovskij, che ebbe la sua prima rappresentazione al teatro Bol’ šoj di Mosca il 20 febbraio 1877.
Leroy vede in Nina un perfetto “cigno bianco” in quanto possiede una fragilità ed una purezza fuori dal comune; manifesta però dei problemi a trovare dentro di sè quell’eros e quella sicurezza tali da farle interpretare impeccabilmente anche Il cigno nero; Leroy di conseguenza la sedurrà e la metterà continuamente sotto pressione allo scopo di tirarle fuori la grinta giusta.

La giovane ballerina di danza classica, già emotivamente instabile, avrà notevole difficoltà a reggere la pressione a cui sarà sottoposta, tanto da avere allucinazioni di vario genere e da aumentare significativamente i gesti autolesionistici.
Instaurerà oltretutto un rapporto ambiguo con la ballerina Lily, rea secondo Nina di volerle sottrarre la parte da protagonista nel balletto.

Il cigno nero

Il cigno nero la recensione

Il regista visionario Darren Aronofsky, celebre per alternare nelle sue opere primi piani estremizzati a riprese a grandi distanze in modo tale da creare un senso di isolamento, ne Il cigno nero si serve invece di una regia più sottile al fine di mettere in mostra la recitazione e la narrazione, allo stesso modo di come aveva fatto nel precedente “The Wrestler”, un’opera che vedeva il “grande” ritorno di Mickey Rourke nei panni di un lottatore di Wrestling in declino.
Natalie Portman è divina nei panni di Nina, riesce a regalare una performance di alto livello premiata meritatamente con l’Oscar come miglior attrice protagonista, al suo personaggio infonde la dose necessaria di fragilità e di follia grazie anche a scene dal forte impatto emotivo che non possono non scuotere l’animo e le menti degli spettatori, come la sequenza lesbo e quella del balletto finale su tutte.
Vincent Cassel è bravo nell’interpretare un direttore pragmatico a cui sostanzialmente interessa solamente la buona riuscita dello spettacolo, sue risultano essere le parole più significative pronunciate durante il film: “L’unico vero ostacolo al tuo successo sei tu: liberati da te stessa. Perditi, Nina.”

Mila Kunis è una perfetta antagonista di Nina, la sua Lily è sexy, sicura di sè e fortemente disinibita.
Il cigno nero, vero e proprio thriller psicologico a tinte horror, si avvale oltretutto di un’ambientazione claustrofobica e della fantastica colonna sonora del compositore britannico Clint Mansell, con il quale Aronofsky è giunto alla quinta collaborazione. La musica presente nel film ha fonti classico-sinfoniche ed è suonata in parte da un’orchestra ed in parte dal violoncello; Mansell inoltre mette in atto una riesecuzione della partitura originale ciaikovskiana.

Il cigno nero

Il cigno nero ha ottenuto numerosi premi internazionali e si è rivelato un enorme successo di pubblico, arrivando ad un incasso globale di 222 milioni di dollari; anche la maggior parte della critica ha elogiato il lavoro di Aronofsky, lodando in particolar modo il suo stile metaforico e visionario.
Impossibile non citare le parole del grande Stephen King, decisamente in linea col significato della pellicola: “Smettiamo di cercare i mostri sotto al nostro letto quando realizziamo che sono dentro di noi.”

PANORAMICA RECENSIONE

regia
soggetto e sceneggiatura
interpretazioni
emozioni

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