Hunger Games è una delle saghe più acclamate degli ultimi anni, un successo senza precedenti che ha lanciato la carriera di Jennifer Lawrence come attrice. La sua Katniss Everdeen è infatti diventata un simbolo per le ragazze di tutto il mondo. In occasione dell’uscita de La ballata dell’Usignolo e del Serpente, prequel sull’adolescenza dello spietato Presidente Snow, è necessario fare un salto nel passato e analizzare gli ingredienti che hanno reso il franchise uno dei più apprezzati a livello internazionale.
Hunger Games: trama
La trilogia è stata scritta da Suzanne Collins. L’autrice ha ammesso che l’ispirazione per i romanzi è arrivata durante un banale pomeriggio in cui stava facendo zapping tra canali televisivi. I programmi che l’avevano incuriosita erano un reality show in cui un gruppo di adolescenti in stato di isolamento doveva trovare il modo di sopravvivere; e il telegiornale con aggiornamenti sull’evoluzione della guerra in Iraq. Collins decise pertanto di combinare i due elementi contestualizzandoli in un futuro prossimo dai toni distopici.
Il Nord America, è stato trasformato in un singolo stato, Panem, diviso in 12 distretti governati da una città principale, Capitol City. Ogni anno, a seguito di una ribellione avvenuta in passato, i distretti sono costretti ad offrire come tributo un ragazzo e una ragazza di età compresa tra i 12 e 18 anni, che si cimenteranno in una sfida mortale all’interno di un’arena decretando un singolo vincitore. Katniss Everdeen, proveniente dal distretto 12, è costretta ad offrirsi come volontaria per partecipare ai giochi, prendendo il posto della giovane sorella Primrose. La ragazza diventerà ben presto una minaccia per il precario equilibrio tirannico di Panem.
Gli Hunger Games
Hunger Games, dopo l’esito di Twilight si era proposto l’obiettivo di diventare il nuovo titolo di punta per il pubblico adolescenziale. A tale riguardo non solo è stato in grado di superare il predecessore, ma di avviare un incremento nella produzione cinematografica di saghe letterarie distopiche, quali Divergent e Maze Runner. Il franchise è stata pertanto in grado di affascinare un vastissimo pubblico a livello internazionale, diventando, nell’ultimo decennio, un punto di riferimento per il genere Young Adult.
Il lungometraggio è incentrato su un gioco mortale, in cui adolescenti sono costretti a uccidersi a vicenda. Una prospettiva profondamente brutale, che allo stesso tempo è in grado di instaurare un dialogo immediato con il pubblico a cui si riferisce, ovvero la Generazione Z. Il passaggio dall’infanzia all’età adulta viene mostrato in modo crudo e violento, facendo emergere un profondo senso di frustrazione e rabbia, per una realtà diversa dalle aspettative. In fondo l’obiettivo principale del genere distopico è sempre stato quello di raccontare problemi sociali contemporanei in chiave futuristica. Mostrare queste contraddizioni attraverso gli Hunger Games è il modo più estremo di sottolineare disfunzioni odierne reali e profonde, che spesso vengono ignorate perché nascoste in modo ingegnoso da chi detiene il potere.
I social Media
Lo schermo che mostra al suo pubblico ogni fase degli Hunger Games è il riflesso di una società malata; ossessionata dai social media e dalla loro ostentazione di falsità. Sulle piattaforme digitali tutto è glamour e scintillante, non c’è spazio per la verità. Allo stesso modo gli Hunger Games sono uno show televisivo amato dal pubblico, perché arricchito da finte storie strappalacrime, concorrenti carismatici e abiti sfarzosi, che mascherano una scioccante brutalità di fondo. I cittadini di Capitol City tifano per i loro beniamini e possono partecipare attivamente inviando loro doni necessari alla sopravvivenza. La violenza diventa un gioco, per stemperare la malvagità e isolare i giudizi morali.
Gli schermi presentano sia nel film che nella società contemporanea una visione distorta della realtà, capace di romanzare ogni situazione. Una dolce illusione generata dalla menzogna che ci consente almeno apparentemente di sfuggire dai problemi, di dimenticare temporaneamente le difficoltà di esistenze complesse e mai unidimensionali come quelle dei social. Così Katniss è costretta a fingere di essere innamorata di Peeta per restare viva, riuscendo a convincere non solo il pubblico di Capitol City, ma lo spettatore stesso che guarda il film. La natura della ragazza è però profondamente diversa da quella mostrata in televisione, schiva e timida nella vita di tutti i giorni sullo schermo si trasforma in una donna vivace e alla mano. Il film invita per questo il pubblico e soprattutto i più giovani, facilmente impressionabili, ad usare i social media responsabilmente, imparando a distinguere il vero dal falso.
Katniss Everdeen
Katniss Everdeen è un’eroina che ha cambiato la rappresentazione femminile nei film destinati al grande pubblico. La ragazza, attraverso il suo carattere freddo e distaccato, è in grado di abbattere i ruoli prestabiliti di genere promuovendo un concetto di femminilità del tutto nuovo e rivoluzionario. Secondo la teoria di Judith Butler, sulla performatività di genere, infatti, i suoi atteggiamenti sono prettamente maschili, in contrasto con la controparte Peeta, che nel mostrarsi gentile e sensibile adotta comportamenti tipicamente attribuiti al genere femminile. Non c’è più una distinzione netta tra sessi, ognuno è libero di mostrarsi come preferisce abbattendo stereotipi e aspettative sociali, mostrando come le donne possano possedere tratti maschili e viceversa, senza per questo essere deprivate della loro essenza.
Fuoco e neve
Il contrasto tra Katniss e Snow, simboleggia una lotta tra opposti, il fuoco che rappresenta la volontà di ribellione, tipica delle generazioni più giovani, a disagio nella contemporaneità. La neve o ghiaccio, riflesso del mondo degli adulti, dominato da regole rigide e ordine prestabilito. O ancora la differenza tra schermi asettici che offrono una visione alterata della realtà ed esperienze di vita autentiche. L’emancipazione di nuovi movimenti che cercano di opporsi ad un sistema tradizionale e patriarcale ancora fortemente radicato.
Scavando ancora più a fondo, il lungometraggio è una critica al capitalismo. Del resto, come Capitol City sfrutta i distretti per il suo tornaconto personale, allo stesso modo le grandi corporazioni delocalizzano le proprie sedi in paesi del terzo modo per ottenere profitti maggiori a costi di manodopera sempre più bassi.
In conclusione, Hunger Games, così come la sua ghiandaia imitatrice, è diventato simbolo di una generazione stanca di essere manipolata da un sistema fatto di apparenze. Un movimento desideroso di far sentire la propria voce contro un sistema oppressivo e gerarchico, nascosto una facciata superficiale e buonista, che cerca disperatamente di reprimere la creatività e l’originalità, favorendo ignoranza e omologazione.
Questi sono i motivi per cui il franchise è ancora molto attuale e continua ad essere apprezzato dai fan di tutto il mondo. Hunger Games: la ballata dell’usignolo e del serpente arriverà nelle sale italiane il 15 novembre 2023.