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Ghislaine Maxwell – una storia di soldi e dominio incontrastato

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Questo che viviamo è un periodo molto florido per il Crime Drama. Dopo l’esperienza (a tratti trascendentale) della serie dedicata a Jeffrey Dahmer e i vari documentari che Netflix ha messo a disposizione degli abbonati, è il turno di Ghislaine Maxwell: soldi, potere e perversione.

Non si tratta di una serie tv, bensì appunto di un documentario (una nuova cifra stilistica che le piattaforme streaming stanno adoperando per dare ad alcuni contenuti una veste più divulgativa). Si ricollega inoltre al suo “prequel”, ovvero Jeffrey Epstein: soldi, potere e perversione che ha avuto, a ben vedere, un successo discreto. È uno dei primi prodotti, a essere sinceri, che ha ispirato l’avvento di un filone vero e proprio. Mischiando scandali sessuali con teorie del complotto legate all’alta finanza, la produzione ha trovato una formula vincente.

La parte dedicata a Ghislaine Maxwell invece ha un sapore insolito rispetto al precedente: da un lato si percepisce la volontà della produzione di approfondire un argomento assai delicato (che assurge a simbolo di un vero e proprio movimento oscuro che certi ambienti si portano dietro) dall’altro rileva purtroppo anche l’intento di seguire una strada sicura e che non porta a dei contenuti eccessivamente nuovi e succulenti (è un topic di successo; quindi, non c’è stato da sprecarsi troppo).

Al di là delle pecche che il documentario su Ghislaine Maxwell dimostra, al di là del fatto che i contenuti aggiunti non costituiscono delle grandi novità, rimane pur sempre un documentario ben strutturato e che soprattutto segue una vicenda sì macabra ma che comunque può insegnare molto. Dopo la visione, pertanto, quello che viene in mente è che sia un bene mettere a conoscenza le persone (in questo frangente gli spettatori) di dinamiche così perverse e disumane.

Ghislaine Maxwell

Ghislaine Maxwell – I fatti

Ghislaine Maxwell, come anticipato poc’anzi, è una figura poco conosciuta (è pur sempre rimasta all’ombra di Epstein per molti anni; compreso quando le loro storie incrociandosi hanno portato ad atti criminali). Il documentario si apre con la vicenda che fa da sfondo al tutto: la Maxwell sta per essere processata per tutto ciò di cui svariate donne la accusano (adescamento di minorenni, abusi e corruzione).

È il 2021 e tutti si apprestano a vivere quello che sembrerebbe essere l’atto finale di una storia molto triste; il termine ultimo di una vita dedicata all’inganno. Una volta proposta quest’apertura, la narrazione si concentra sul personaggio e la sua esperienza di vita. Ghislaine Maxwell, lo si percepisce subito, è una donna molto intelligente ma che nell’ombra ci ha vissuto per tutta la sua esistenza. Questo è uno dei motivi che la porterà a fare ciò che ha fatto.

Nona di nove figli, ha avuto quella che sulla carta può intendersi come un’infanzia d’oro. I suoi genitori erano niente di meno che Elisabeth Meynard (storica e ricercatrice) e Robert Maxwell, uno dei colossi mondiali dell’editoria. Il suo palazzo di Oxford, tuttavia, nascondeva molte istanze che sono pervenute agli occhi del mondo solo successivamente. Il mistero è sempre stato un fedele compagno della Maxwell che ha dovuto fare i conti nel 1991 con la scomparsa improvvisa e immotivata del padre.

Da lì per la Maxwell inizia un “vagabondare” di lusso che la porterà a frequentare i salotti più abbienti della Manhattan che conta. Verso la fine degli anni Ottanta, a quanto pare, fece conoscenza con Jeffrey Epstein (forse è stato addirittura il padre di lei a presentarli). Con la scomparsa del suo amato genitore, la donna ha sentito il bisogno di attaccarsi a qualcuno (non sapendo che quella era la persona più sbagliata di tutte).

Inizia quindi un periodo di perversioni, dove Ghislaine Maxwell si renderà partecipe e carnefice esecutiva dei piani malsani di Epstein: è stata lei a organizzare i suoi incontri in villa, lei a programmare i massaggi sessualmente espliciti che il finanziere richiedeva. Si descrive la dinamica come un qualcosa, non solo di triviale, ma di assolutamente velato. Il perverso rimaneva nascosto dietro una patina di professionalità e buon costume.

La Maxwell viene descritta infatti come un’abile tessitrice di rapporti sociali; pertanto, adescare minorenni e ottenere la loro fiducia era un gioco da ragazzi per la faccendiera. Poco importa se le ragioni dietro a ciò che è stato commesso sono legate a un senso di smarrimento a causa della perdita del padre o a seguito di un delirio di onnipotenza: il piano messo in atto è quanto più malsano si possa immaginare; quindi, la regia invita subito a prenderne le distanze, riportando lo spettatore a contatto con la realtà odierna (ovvero che Ghislaine Mawell ha subito un processo che l’ha definitivamente sconfitta).

Ghislaine Maxwell

Cosa insegna il caso Epstein

Nel caso Mawell-Epstein non c’è alcun tipo di letteratura. Bisogna dimenticare gli assunti derivanti da storie alla Diabolik ed Eva Kant e apprendere quanto più possibile da un fatto reale che ha avuto premesse e conseguenze devastanti.

Saggia la decisione di affidare la tematica a un documentario; il corpus contenutistico si staglia sullo schermo con un realismo apprezzabile e non lascia spazio a romanzi o poetica. Il caso di cronaca ha avuto un’eco gigantesca; eppure, la copertura mediatica è stata sempre distaccata e rispettosa.

L’importanza di conoscere fatti del genere sta in almeno due topic distinti (ma che vanno a braccetto l’uno con l’altro). Da un lato, ovviamente, vi è la questione della violenza sessuale: un cancro che si insinua anche negli ambienti più sani e rispettabili. Ci si approfitta di giovani alle prime armi o che hanno un passato turbolento per realizzare (con pochi dollari) il proprio intento predatorio.

Dall’altro rilevano sullo sfondo delle dinamiche di potere che pongono questi individui al di sopra degli altri. Gente come Ghislane Maxwell, alla luce dell’influenza sociopolitica raggiunta, pensano di potersi collocare al di sopra della legge e ritengono che i soldi possano comprare tutto (anche il silenzio e la libertà). Se si volesse tentare un parallelo cinematografico si potrebbe citare Eyes Wide Shut, il film che più di tutti ha descritto la portata di questo mondo di mezzo che cerca di esperire schematiche di dominio sociale, ritenendosi immune alla giustizia.

Kubrick, con il suo genio artistico e scenografico, aveva paventato l’avvento di una stretta cerchia di privilegiati che intendeva esperire quanto sopra espresso. L’insegnamento da recepire è che appunto alcuni ambienti sociali pensano di estendere la loro influenza anche all’ambito giuridico e tramite una ragnatela di favori pensa di poter comprare tutto.

Importante sapere anche che il processo che ha coinvolto la Maxwell ha condotto la stessa in carcere (anche per molti anni) e ha portato il carnefice originario, ovvero Jeffrey Epstein a un destino ancora più complesso: il finanziere è morto nel 2020 in cella, dopo pochi mesi di carcere effettivo. Rimane quindi un ultimo ragionamento: che sia questo la realtà un buon epilogo per lui? L’essere morto implica che non sono stati fatti i conti con la giustizia; pertanto, questa costituirebbe una vera e propria sconfitta (per le vittime e per la società intera).

In conclusione, tuttavia, la fine di questa vicenda può ritenersi una vittoria per la comunità sana. La difesa di certi valori ha quindi prevalso e le vittime possono continuare a sperare e a vivere.

PANORAMICA

Regia
Soggetto e sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Ghislaine Maxwell è una figura che rimane talvolta nell'ombra. Molto più famoso il carnefice originario (Jeffrey Epstein). In questo secondo appuntamento viene snocciolato tutto il discente sulla figura organizzatrice di quello scandalo sessuale che ha inquietato il mondo. Letteratura da parte, è un prodotto il più realistico possibile.
Federico Favale
Federico Favale
Anche da piccolo non andavo mai a letto presto. Troppi film a tenermi sveglio. Più guardavo più dicevo a me stesso: "ok, la vita non è un film ma se non guardassi film non capirei nulla della vita".

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