Il futuro del cinema è appeso a un filo. Lo dicono gli studi, gli addetti ai lavori e l’ondata di scioperi che si stagliano in orizzonti temporali anche molto ravvicinati.
In un quadro simile, Christopher Nolan rappresenta una piacevole eccezione. Il suo successo con Oppenheimer è un banco di prova importante per la settima arte. Soprattutto, è una sfida vera e propria allo streaming.
Il regista ha dimostrato che il futuro del cinema è legato anche ai contenuti che vengono veicolati. I suoi capolavori continuano inesorabilmente ad attrarre seguito.
Futuro del cinema – Un errore di concetto
Intervenuto alla City of New York University, insieme alla moglie e collaboratrice Emma Thomas, Nolan ha esposto la sua teoria sul futuro del cinema nelle sale.
Tutti gli studi possibili e immaginabili segnano una netta vittoria statistica a favore dello streaming. Per i coniugi Nolan non stanno tanto così le cose. Si può ammettere che a livello di flusso i click vadano in quella direzione, ma è anche altrettanto vero che il concetto di uscire di casa per vedere un film non morirà mai.
Il futuro del cinema è legato alla tecnologia ma è quest’ultima a non poter prescindere dai contenuti che vengono riprodotti. Il cinema non vende tecnologia, vende storie.
Fino a che ci sarà una sceneggiatura o una regia di livello, andare al cinema sarà solo e soltanto un piacere. Un tempio, un contenitore di esperienze. Questo è il vero significato della sala in sé per sé.
Si sbaglia dunque a ritenere un pc o un televisore i soppiantatori di un intero movimento artistico. Ci sono proteste in ballo, e vale la pena lottare. Sta di fatto che la socialità viene prima del progresso. Almeno secondo Nolan è così.
Otto volte su dieci si preferirà vedere un film o una serie tv a casa. Ma rimarrà al contempo la voglia di vivere un’esperienza diversa. “Vivere” è proprio quel qualcosa che permetterà al futuro del cinema di essere più roseo di quanto ci si aspetti.
