El Paraìso, il nuovo film di Enrico Maria Artale, è una delle tante sorprese dell’80 Edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Presentata in concorso nella sezione Orizzonti, la pellicola prodotta da Ascent Film e Rai Cinema sbarcherà nelle sale nel 2024 con I Wonder. Un dramma intenso ambientato nell’hinterland romano che intende analizzare senza filtri e inibizioni il rapporto complesso e profondo tra madre e figlio.
Nel cast figurano personaggi già noti al grande pubblico, in particolare nei ruoli dei protagonisti troviamo Edoardo Pesce e Margarita Rosa De Francisco. Tra gli interpreti principali ricordiamo anche Maria Del Rosario Barreto Escobar e Gabriel Montesi.
El Paraìso – La trama
Julio Cesar (Edoardo Pesce) è un quarantenne che vive ancora con la madre (Margarita Rosa De Francisco Baquero), una colombiana emigrata in Italia quando era ancora incinta. I due conducono un’esistenza ai margini della società, nella loro piccola casa nei pressi di Fiumicino, tra la passione per il merengue e il traffico di droga. Uniti da un legame morboso e viscerale, Julio e sua madre vivono in un microcosmo fatto di prostitute, spacciatori e tossici, che rappresenta tutto il loro mondo. Ma questo equilibrio così precario sarà messo a dura prova dall’arrivo di Ines (Maria Del Rosario), una giovane colombiana anche lei coinvolta nel narcotraffico.
Un legame di sangue
Un racconto intimo basato su un rapporto edipico di cui Artale intende mostrare tutta la complessità sospendendo ogni tipo di giudizio, così come spiega in un’intervista: “Una storia d’amore tra una madre e un figlio, una tragedia colorata che affonda i propri eroi nelle sfumature cangianti dei loro umori più intimi, nella delicatezza e nella violenza. È il racconto quasi mitologico di un legame basato sul sangue che ho tentato di sottrarre al giudizio, senza voler stabilire se ciò che unisce profondamente i due protagonisti sia un atto di amore, più forte delle convenzioni sociali, o un atto psichico disfunzionale che dimostra l’impossibilità di accettare una naturale separazione”.
Prosegue poi con un interrogativo che induce alla riflessione sui rapporti umani e sui legami affettivi: “Possiamo davvero tracciare una linea che distingua amore e follia, la forza irriducibile del sentimento dalla paura profonda di restare soli per sempre?”.