Donnie Darko il thriller psicologico di Richard Kelly, da film di nicchia a successo planetario
Proprio quest’anno si celebrano i vent’anni dall’uscita nelle sale di Donnie Darko, il celebre cult diretto da Richard Kelly e interpretato da un giovane e ormai iconico Jake Gyllenhaal (Animali notturni, Zodiac, Okja, Velvet Buzzsaw). Proprio lo scorso 20 gennaio l’attore celebrava l’anniversario del ventennale di Donnie Darko condividendo sui suoi canali social la sua copia della sceneggiatura e alcuni cimeli raccolti sul set. Gyllenhaal ha colto l’occasione per sottolineare l’attaccamento che ancora oggi prova per il famosissimo film, che ha costituito un trampolino di lancio senza pari per lo svilupparsi della sua incredibile carriera. Un enorme numero di persone conosce Donnie Darko, in tanti si sono arrovellati sulla sua complessa trama, in cui la fantascienza incontra il thriller in un gioco di enigmi irrisolti.
La sceneggiatura traccia il percorso del protagonista eponimo, un giovane dal fascino sinistro, apparentemente preda di crisi di schizofrenia e allucinazioni. La sua storia si intreccia con premonizioni dal futuro e viaggi nel tempo, mentre l’atmosfera viene angosciosamente permeata da un vago senso di morte. La narrazione è scandita dalle conversazioni tra l’irrequieto Jake e il suo amico immaginario, un enorme coniglio di nome Frank che contribuisce a generare il caos psichedelico che caratterizza il film. Se in un primo momento Donnie Darko era stato apprezzato da una ridotta schiera di spettatori, con gli anni si è guadagnato affetto e ammirazione di un’enorme fascia di pubblico, che oggi lo annovera come uno dei film più iconici degli ultimi anni.
10 curiosità su Donnie Darko
1- Quando conversa con Frank, Gyllenhaal ricorre ad una strategia che gli permette di risultare maggiormente inquietante rispetto ai momenti in cui non è colpito da psicosi: non sbatte le palpebre, o le sbatte molto raramente. L’attore tornerà ad utilizzare la stessa tattica interpretando Lou Bloom, protagonista di Lo sciacallo – Nightcrawler (2014): ancora una volta, il personaggio sarà un uomo angosciante, disturbante e disturbato. Adottando una tecnica diametralmente opposta, nel 2013 sul set di Prisoners, l’attore chiese al regista, Denis Villeneuve, di poter attribuire al suo personaggio (l’altrettanto oscuro detective Locki) un tic che lo porta a sbattere le palpebre in modo convulso di tanto in tanto.
2- Donnie Darko vanta il debutto cinematografico di Seth Rogen, allora diciottenne, che interpreta il bullo Ricky Danforth. L’attore aveva già lavorato per la pubblicità e si era cimentato nel mondo del cabaret, gettando le basi della vena comica che segnerà tutta la sua carriera. Era già comparso, seppur brevemente, in televisione grazie alla sua partecipazione nella serie tv Freeks and Geaks (Paul Feig, 1999-2000), condividendo il set con colleghi del calibro di James Franco, Linda Cardellini e Jason Segel. Tuttavia, è solo con Donnie Darko che, nel 2001, Rogen viene introdotto nel mondo del cinema.
3- In molti hanno attribuito come causa allo scarso successo al botteghino del film la sua vicinanza temporale con il drammatico episodio delle Torri Gemelle. La pubblicità del film, infatti, lasciava intendere l’implicazione di un incidente aereo, senza specificarne la natura. Donnie Darko, dopo la première al Sundance del mese di gennaio, è stato distribuito nelle sale dal 26 ottobre 2001, non molto tempo dopo la tristemente nota strage dell’11 settembre. La popolazione mondiale, e specialmente quella statunitense, ancora scossa dall’attentato, preferì evitare la visione di una pellicola in cui fosse implicato un imprecisato incidente aereo, e questa tendenza inevitabilmente si riflesse sui guadagni del film. Fortunatamente, quando fu resa disponibile la versione in dvd, il film ha incontrato il favore del pubblico diventando un cult.
4- Mentre si gettavano le basi per la produzione di Donnie Darko, Drew Barrymore (l’insegnante Karen Pomeroy nel film) stava ancora lavorando a Charlie’s Angels di McG, condividendo il set con le co-star Cameron Diaz e Lucy Liu. Sin da allora concordò con il futuro regista di Donnie Darko, Richard Kelly, che lei stessa avrebbe prodotto il lungometraggio tramite la sua casa di produzione, la Flower Films. Barrymore stessa figura, in prima persona, anche nell’elenco dei produttori esecutivi del film.
5- Nel film Patrick Swayze interpreta Jim Cunningham, un sedicente motivatore, un life coach che dietro una parvenza rassicurante nasconde una mostruosa vita privata. Al momento delle riprese l’attore era già estremamente celebre a causa dei successi precedenti, primo tra tutti l’iconico Dirty Dancing (1987) di Emile Ardolino, in cui condivide lo schermo con Jennifer Grey. Sebbene l’attore interpreti in Donnie Darko un individuo presuntuoso e pieno di sé, durante la produzione Swayze ha dato prova di essere l’opposto del suo personaggio. Il regista Richard Kelly, a tal proposito, ricorda come l’attore abbia indossato i suoi stessi vestiti, che portava negli anni Ottanta, e abbia facilitato la produzione volendo girare i ridicoli spot di Cunningham nel ranch di sua proprietà.
6- Ad oggi, tutti identificano l’iconico personaggio che dà il nome al film con i connotati dell’attore che lo interpreta. Per Gyllenhaal Donnie Darko è stato un indubbio trampolino di lancio, dopo il quale la sua carriera è decollata fino a renderlo la star che è oggi, conosciuta da tutti e apprezzata da pubblico e critica. Tuttavia, l’attore ha rischiato di non essere il protagonista del film. Una delle prime scelte della produzione era ricaduta su un già non più adolescente Vince Vaughn, che rifiutò la parte proprio a causa dell’età. Il ruolo fu offerto anche a Mark Wahlberg, che però chiese di poter conferire al personaggio caratteristiche che non rispecchiavano la visione del regista. Prima che la parte fosse di Gyllenhaal, fu offerta anche a Jason Schwartzman, che dovette rifiutare perché già occupato con altri progetti.
7- Le riprese si sono protratte per un breve arco di tempo, più precisamente per ventotto giorni tra il luglio e l’agosto del 2000. Curiosamente, su un piano narrativo, anche la trama del film si sviluppa durante ventotto giorni. Infatti, la scritta riportata sul braccio di Donnie all’inizio del lungometraggio riguarda un ipotetico arco di tempo di “28 giorni, 6 ore, 42 minuti e 12 secondi” entro cui il mondo dovrebbe finire.
8- Alla festa che si è tenuta in occasione della fine delle riprese (comunemente nota come wrap party) sia Jake Gyllenhaal che Seth Rogen hanno dichiarato di non avere minimamente compreso la trama e il senso del film. L’attore protagonista non ha mai smentito tale affermazione; anzi, negli anni successivi l’ha confermata e ripetuta più volte. Tuttavia, secondo l’interprete, Donnie Darko non è stato realizzato per essere compreso, e il valore del film sta proprio nel suo essere enigmatico. Dal suo punto di vista, ciò che scatena la perplessità degli spettatori contribuisce anche a portare il film verso le derive complesse e quasi filosofiche che ne hanno determinato il successo.
9- Nella scena in cui Donnie e Gretchen (una giovanissima Jena Malone) sono al cinema il regista avrebbe voluto che sullo schermo fosse proiettato C.H.U.D., un horror con influenze fantascientifiche del 1984, diretto da Douglas Cheek. Per complicazioni relative alla dubbia appartenenza sui diritti del suddetto film, la volontà del regista si dimostrò impossibile da attuare. Sam Raimi, venuto a conoscenza della complessa situazione, giunse in aiuto e offrì alla produzione la possibilità di proiettare gratuitamente nella scena il suo La casa, noto horror del 1981.
10- Donnie Darko fu mostrato in anteprima al Sundance Film Festival nel 2001: lo stesso anno debuttò, sempre al festival, un altro cult, ovvero Memento di Christopher Nolan. Oltre alla Flower Films di Barrymore, Donnie Darko era stato prodotto da Newmarket Films, che aveva finanziato anche il film di Nolan. Per evitare una spiacevole e conflittuale sovrapposizione, i vertici della Newmarket pensarono di non distribuire il film di Kelly nelle sale cinematografiche, programmando direttamente la distribuzione televisiva. Al momento di prendere la decisione, i dirigenti guardarono nuovamente Donnie Darko, e invitarono alla proiezione anche lo stesso Nolan. Fu proprio quest’ultimo ad insistere perché il film fosse distribuito regolarmente nelle sale cinematografiche, contribuendo al successo dell’opera.