HomeNewsDavid Yates rammaricato per una scelta legata a I Doni della Morte

David Yates rammaricato per una scelta legata a I Doni della Morte

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David Yates è il regista che, a partire da Harry Potter e L’Ordine della Fenice, si è indissolubilmente legato al franchise del maghetto più famoso del mondo. Sono ben quattro gli episodi diretti da lui e quando si nominano i film, almeno gli ultimi, si pensa al regista britannico.

Sappiamo che, nostro malgrado, non tornerà a dirigere altri progetti legati al genere, e che quindi la serie sarà orfana delle sue abilità.

Allo stesso tempo, durante un’intervista su Collider, si è lasciato andare a una considerazione non di poco conto su I Doni della Morte e la scelta legata alla divisione dell’ultimo capitolo della saga in due parti.

Premesso che David Yates sapeva benissimo che questa era un’espressa volontà della Rowling, il regista ha comunque chiosato che è stato molto difficile affrontare le riprese di due progetti essenzialmente distinti.

Il suo punto di vista è legato semplicemente al fatto che il primo film non ha un terzo atto. Pertanto I Doni della Morte – Parte 1 sembra finire in media res.

Certo, David Yates ha comunque riconosciuto che questa decisione incontrava esigenze di scrittura ben precise: si voleva avvicinare il settimo capitolo di Harry Potter a un road movie dove i protagonisti finissero al di fuori dello schema solito.

Tutto chiaro. Ma rimane il fatto che David Yates non ha sopportato l’idea di finire un film non chiuso, senza un finale e iniziarne un altro (l’ultimo) che cambiava completamente copione per ritornare subito alla scuola di magia.

Che sia anche questo uno dei motivi per cui il regista non prenderà più parte all’esperienza potteriana?

Per ora le strade di Warner e David Yates sembrano essersi separate per altre motivazioni. C’è bisogno di un netto restart. Ma certamente anche quest’ultimo dato è indicativo su come al di fuori della produzione molte scelte non siano mai state accettate senza fiatare.

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Federico Favale
Federico Favale
Anche da piccolo non andavo mai a letto presto. Troppi film a tenermi sveglio. Più guardavo più dicevo a me stesso: "ok, la vita non è un film ma se non guardassi film non capirei nulla della vita".

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