Chronicle è un titolo che, per un gioco di parole malsano, non è passato alle cronache come avrebbe dovuto. Sarà per quello stile Found Footage che non ha mai attecchito veramente ma che comunque ha avuto un suo periodo di gloria tra il 2008 e il 2014.
Tanti gli esempi di un registro filmico del genere: da segnalare Cloverfield, oltre ai vari Paranormal Activity e Rec. Tralasciando però il genere horror, l’esempio più vivido di quanto un modo di procedere di questo tipo nasconda una qualità indiscussa è proprio Chronicle.
Il film risale al 2012 e probabilmente apparì come un esperimento tardivo in relazione a quanto si è detto poc’anzi. Al di là di questo singolare dettaglio, è tuttavia palese come l’opera sia da far rientrare di diritto nel novero dei film sottovalutati. Per una pronta visione (di cui nessuno si pentirebbe) Chronicle è disponibile su Disney Plus e oscura addirittura alcune delle ultime uscite.
Giusto per segnalare un dettaglio imprenditoriale degno di nota, è bene ricordare che il budget ad esso dedicato era molto basso. Certo, il Found Footage mescola risparmio con novizia tecnica, ma ancora una volta c’è da fare i complimenti a Josh Trank, artefice di un prodotto ben riuscito e godibilissimo. Questa è la vera ragione per cui Chronicle è nettamente al di sopra del poco successo ottenuto.
Chronicle è molto più di un teen movie: è un film che tratta di superpoteri senza tuttavia tirare in ballo alcun tipo di supereroe. Ha a che fare con la responsabilità nuda e cruda che è connessa all’acquisizione di capacità paranormali. Pone i protagonisti, e lo spettatore, davanti a un assunto che Marvel e Dc hanno talvolta trascurato: il potere (quello che ti colloca al di sopra comuni mortali) non è gestibile da tutti e non fa di un uomo un supereroe.
Chronicle – La Trama
Andrew, il protagonista di Chronicle, (interpretato da Dane DeHaan di Valerian) è il classico adolescente americano con una vita disastrata alle spalle. Vive con sua madre malata di cancro e suo padre alcolista che, insoddisfatto di uno stato di cose del genere, non fa altro che bere e scaricare le sue frustrazioni su di lui. Come se non bastasse, la situazione a scuola non è da meno: è il classico ragazzo silenzioso le cui esperienze liceali gli passano davanti senza che lui faccia niente.
Solitario ed emarginato, ha soltanto due persone che tengono a lui: il cugino Matt (classico school boy super popolare) e Steve, un giovane candidato al consiglio studentesco. Ciò che rafforzerà il loro rapporto è un’esperienza ai limiti dell’incredibile. Durante una festa scolastica, alla quale Andrew viene quasi trascinato a forza, i tre si imbattono in una fossa luminescente situata nel bosco retrostante l’istituto.
Entrando dentro assistono a un fenomeno inspiegabile che li fa svenire ma donerà loro capacità come telecinesi, volo e altro ancora. La loro vita cambia, ma c’è da capire se in meglio o in peggio. Tante le vicissitudini che coinvolgeranno la cricca e che porteranno ognuno di loro a fare i conti con quanto la natura gli ha conferito.
Se Matt si rende subito conto di quanto quei poteri possano costituire un pericolo per gli altri, Andrew comincia a provare un senso di rivalsa e dominio che non aveva mai esperito prima. Durante una lite stradale, il giovane usa la telecinesi per scansare un automobilista infuriato con loro: piuttosto che venire ancora una volta infastidito da terzi, Andrew decide di far prevalere la sua superiorità e lo scaglia in un fossato con tutto l’autoveicolo.
Da qui le cose andranno sempre peggiorando e preso da un delirio a metà tra il salvifico e l’onnipotente, il protagonista arriverà a macchiarsi di crimini indicibili che, come estrema ratio, porteranno alla sua stessa morte.
La Recensione
Si è detto fin da subito che Chronicle spiega meglio dei film sui supereroi cosa può fare il potere in mano a chi non sa gestirlo. Le inquadrature amatoriali di Trank sono il mezzo perfetto raggiungere questo scopo: l’ansia di Andrew e la sua iper-vigilanza sociale traspaiono dal susseguirsi delle scene che, ovviamente, mantengono il suo punto di vista personale. Le riprese amatoriali, tuttavia, evolvono nel corso dell’opera e rendono l’approccio intero ben più cinematico dell’inizio. Il sistema del Found Footage sembra talvolta scomparire in quanto Andrew comincia a filmare sé stesso grazie ai suoi poteri.
Da segnalare anche che l’opera propone un rimando, decisamente collaterale, al mondo dei manga. Questa scelta è stata fatta per mettere su schermo le reazioni umane, l’istinto primo che muove l’operato degli uomini e che può portarli a conseguenze anche molto estreme.
La scena madre di un approccio del genere è quando Andrew si esercita nella sua cameretta per mettere alla prova le sue abilità e scompone un ragno che stava camminando sul suo tappeto. Li si ha contezza del cambiamento che il protagonista sta vivendo e di come i poteri abbiano di fatto scatenato la sua rabbia.
Chronicle può essere inteso come una sorta di origin story sulle gesta di supereroi molto differenti tra loro con un timbro che è, neanche troppo lontanamente, assimilabile a The Boys. Non c’è una minaccia, non c’è un nemico da sconfiggere ma l’unico villain che rientra in quest’esperienza sono le turbe personali e gli angoli scuri della propria psiche. La persona è il vero capostipite dell’intera sceneggiatura: ognuno mantiene una sua propria personalità e non è detto che i poteri acquisiti vadano a migliorarla (come non è detto che siano qualcosa di facilmente gestibile).
Trank ha cercato quindi, in maniera molto graduale, di conferire realismo a un genere che, tra minacce cosmiche e presenze extraterrestri aveva smarrito la sua natura più umana. Il prodotto ben si presta al concetto di franchise antologico e al netto di un successo al botteghino non esaltante, gli adetti ai lavori ne sono sempre stati consapevoli.
Per Chronicle era addirittura previsto un sequel: 20th Century Fox aveva in mente di proporre un secondo film incentrato stavolta su un’esperienza a carattere femminile. Il dato è interessante in quanto il regista ha dichiarato a più riprese di essersi ispirato al film Carrie (tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King) e i cui assunti hanno imbevuto anche l’opera stessa di Trank.
Tra smentite e conferme gridate a voce non troppo alta si potrebbe presto assistere alla stesura di una seconda sceneggiatura. I tempi sono forse più maturi per approfondire una tematica che è diventata sterile nel corso del tempo. Lo sceneggiatore non sarà lo stesso dato che John Landis ha ricevuto accuse di comportamenti sessuali inappropriati ma certamente chi metterà mano su quest’opera avrà con sé un’arma molto potente: Marvel e Dc sono avvisate.