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Christopher Reeve – L’uomo dietro Superman

Il mito legato al supereroe del grande schermo più famoso di sempre ha origini e sorti più che umane, legate a impegno, sacrificio e inaspettate disgrazie che hanno contribuito a rendere Christopher Reeve il monumento d’uomo che è ad oggi noto a tutti.

Il percorso artistico dell’attore, classe 1952, si plasma a partire dai suoi studi alla Cornell University, che nel 1974 lo portano alla tanto agognata laurea in Inglese e Teoria Musicale.

Proprio in quegli anni il soon to be Superman si avvicina al mondo del palcoscenico e della recitazione prendendo parte ai più svariati spettacoli previsti dal suo curriculum scolastico, fra cui una versione del ben noto Aspettando Godot

Christopher Reeve

Sono tuttavia i successivi anni in cui l’attore prosegue i suoi studi alla Julliard School che gli permettono di indirizzarsi in modo definitivo verso la recitazione.

Sotto gli insegnamenti del programma avanzato gestito dal celebre attore e produttore John Houseman (reduce da collaborazioni con Welles, Pollack e Carpenter), e al fianco di un compagno di studi di primissimo piano quale Robin Williams, con il quale sarebbe poi rimasto amico fraterno a vita, Christopher Reeve ha modo di far notare il suo talento agli sguardi più celebri del mondo del cinema e del teatro. Fra questi, l’eterna diva Katherine Hepburn ,destinata a diventare sua duratura madrina creativa, dopo averne visto un provino insiste affinché ottenga un ruolo nello spettacolo A matter of gravity: così, nel 1976, Christopher Reeve debutta a Broadway

La nascita del mito globale di Superman

Oltre a segnare il suo esordio sui palcoscenici più importanti al mondo, nonché la data d’origine della longevissima amicizia con la sopracitata Katherine Hepburn – rapporto instauratosi sulla più pura delle ammirazioni professionali, e a dispetto dei quasi cinquant’anni di differenza fra i due .

Il 1976 è per Christopher Reeve l’anno di un’insperata svolta poiché, proprio allora, l’attore viene chiamato ad effettuare un provino per il ruolo che gli consegnerà la fama, quello da protagonista in Superman di Richard Donner.  

Christopher Reeve

Tutt’altro che certo di ottenere la parte, ma entusiasmato dalla possibilità di dividere la scena con idoli internazionali del calibro di Marlon Brando e Gene Hackman (nel film rispettivamente Jor-El e Lex Luthor), l’attore si presenta ai provini.

Ulteriore entusiasmo scaturisce dalla lettura dello script, tramite cui l’interprete apprende (e ha modo di apprezzare) il lavoro di approfondimento emotivo unito ad un’innovativa vena di realismo e verosimiglianza che il regista Richard Donner vuole applicare al personaggio. Grazie allo stampo fresco che la regia vuole imprimere al supereroe, una volta ottenuta la parte Reeve si appassiona alle possibilità che quest’ultima offre in termini interpretativi.

Nonostante l’assenza di una pre-esistente passione per il fumetto delle origini, collaborando con Donner l’attore si dedica ad una rilettura molto personale del personaggio.

Nonostante lo statuto monolitico insito nel supereroe, infatti, Christopher Reeve sente che i tempi sono maturi per poter applicare ad un personaggio maschile storicamente “tutto d’un pezzo” una componente di fragilità e vulnerabilità che lo arricchisca agli occhi del pubblico facilitando l’empatia.

Christopher Reeve, la preparazione al ruolo di Superman

A partire da questo, e prendendo come riferimento la performance del glorioso Cary Grant nei panni del Dottor David Huxley nel cult Susanna! (Hawks, 1938) l’attore si concentra sul dualismo insito nel suo inedito Superman, al contempo integerrimo e turbato, intrepido e vulnerabile – ma sempre sorprendentemente in forma, tanto che con un allenamento intensivo Christopher Reeveriuscì ad ottenere più di quattordici chili di muscolatura per rendere il suo personaggio più credibile sul grande schermo facendo riferimento alla fisicità del tradizionale superiore dei fumetti. 

Christopher Reeve

Christopher Reeve: da Superman alla nascita di un’inarrestabile stella

Nel ’78 viene distribuito nei cinema del mondo intero Superman di Donner, che per Christopher Reeve spalanca i portoni di una gloriosa carriera. Cavalcando l’onda del successo del film, negli anni a seguire vedranno la luce Superman II e III, entrambi diretti da Richard Lester nel 1980 e nel 1983, permettendo all’attore di continuare ad esplorare le sorti del suo personaggio.

Dopo un rapido cambio alla regia, la trama prosegue con Superman IV (Sidney J. Furie, 1987). Non contento, negli anni che intercorrono fra i capitoli della saga, grazie alla fama e al plauso ottenuti, l’interprete collabora coi registi più importanti al mondo, fra cui Sidney Lumet (Trappola mortale, 1982), James Ivory (I bostoniani, 1984, e Quel che resta del giorno, 1993) e Peter Bogdanovich (Rumori fuori scena, 1992). 

La collaborazione con John Carpenter ne Il Villaggio dei dannati

Nel 1995 la significativa collaborazione con John Carpenter (che aveva già diretto cult del calibro di Essi vivono e Avventure di un uomo invisibile), per la realizzazione di Villaggio dei dannati.

Il film, remake della pellicola omonima del ’60 diretta da Wolf Rilla, trae come quest’ultima ispirazione dal lungometraggio di fantascienza di John Wyndham I figli dell’invasione del 1957. Grazie alla regia di Carpenter, e alla conseguente interpretazione di Christopher Reeve, in questa rilettura della storia viene introdotta una massiccia dose di violenza che differenzia il prodotto dai suoi precedenti, rendendolo estremamente innovativo agli occhi del pubblico internazionale a dispetto del suo statuto di remake.

Non meno importante, il film marca l’ultima interpretazione dell’attore sul grande schermo prima di una brusca e duratura pausa

Dopo il successo del supereroe, tuttavia, Christopher Reeve non manca di esplorare il piccolo schermo, prendendo parte oltre che a molte puntate singole di alcune serie anche ad una notevole quantità di film tv, ai tempi particolarmente in voga – fra i tanti, Anna Karenina (’85), La Rosa e lo sciacallo (’90), Confessione mortale (’92) e Al di sopra di ogni sospetto (’95, ultimo prodotto girato prima della brusca interruzione di carriera). 

L’incidente di Christopher Reeve: la paralisi e la prematura interruzione

Dopo aver imparato a cavalcare in preparazione al suo ruolo nel film tv Anna Karenina, l’attore mantiene a lungo l’hobby per l’equitazione, tanto da partecipare negli anni anche a svariate gare equestri. Proprio durante una di queste, il 27 maggio 1995, a Charlottesville (Virginia), Reeve cade dal suo cavallo Buck, restio a saltare un ostacolo. Il trauma provoca un’irrimediabile lesione del midollo spinale cervicale, che lo rende paralizzato dal collo in giù e incapace di respirare autonomamente. Immediatamente trasportato in ospedale, per cinque giorni l’attore in fin di vita fa esperienza di folli deliri ed è costretto ad assumere dosi massicce di medicinali per riprendere piena conoscenza. 

Nonostante la ripresa di uno stato cosciente, permane la dolorosa pentaplegia (paralisi corporea sommata all’impossibilità di una respirazione autonoma). Così, la carriera dell’interprete subisce in modo del tutto inaspettato un brusco scossone che lo porta ad una momentanea ma pur sempre prematura interruzione di carriera, costringendolo per il resto della sua vita su una sedia a rotelle connessa ad un respiratore automatico di cui l’attore non riuscirà più a fare a meno. 

La rinascita di Christopher Reeve: le apparizioni, le interpretazioni e l’attivismo

Dopo un’interruzione di quasi tre anni, durante i quali si impegna a ritrovare un nuovo equilibrio fisico e conseguentemente psicologico e mentale, Christopher Reeve rientra a piccoli passi nel mondo dell’audiovisivo percorrendo una strada per lui inedita, tanto nuova quanto lo è la fase della sua vita a cui è costretto.

Nel 1998 esce infatti il suo primo lavoro da regista dal titolo La luce del crepuscolo, un film tv con star del calibro di Glenn Close e Whoopi Goldberg.

Poco più tardi, lo stesso anno, riprende anche le redini della sua carriera attoriale interpretando il ruolo del protagonista che un tempo era stato di James Stuart nel remake per la tv di La finestra sul cortile (dal capolavoro omonimo di Hitchcock del ’54). 

Fra le nuove interpretazioni, certamente più sporadiche rispetto alla prima fase della sua carriera ma ugualmente continue nel tempo, si inserisce anche un velo di ironia unito alla volontà di omaggiare la saga di Superman che gli aveva regalato tanto successo.

Così, a partire dal 2003, l’attore compare occasionalmente nella serie tv Smalville, che investiga la nascita del supereroe anni prima interpretato dallo stesso Christopher Reeve. Nella serie, quest’ultimo riveste il ruolo del Dottor Swann, che aiuta il protagonista a fare chiarezza sui suoi poteri. 

Christopher Reeve

Christopher Reeve Paralysis Foundation e l’attivismo per i diritti dei disabili

Contemporaneamente, a causa della sua paralisi, nella seconda parte della sua vita l’attore scopre un rinnovato interesse per l’attivismo. Dopo il grave incidente infatti, Reeve sviluppa parallelamente  a quello cinematografico un percorso in qualità di attivista di notorietà internazionale per i diritti dei disabili.

Grazie al suo nuovo statuto, perorando la sua causa negli anni l’attore si batte in particolare modo per la ricerca sulle cellule staminali e sulla clonazione terapeutica. Allo stesso scopo crea la Christopher Reeve Paralysis Foundation e, con la moglie Dana, dà vita in New Jersey al Christopher and Dana Reeve Paralysis Resource Center, un ospedale che aiuta i tetraplegici a mantenere quanta più indipendenza possibile per poter vivere in parziale autonomia. 

Così, quando il 10 ottobre 2004 a causa di un infarto (determinato da una grave infezione dovuta alle piaghe da decubito conseguenti alla sua paralisi) muore Christopher Reeve, a morire non è solo un uomo, non è solo un attore.

A spegnersi, ma solo parzialmente e mai nella memoria degli spettatori di tutto il mondo, è un vero e proprio supereroe sia dentro che fuori al grande schermo, che con stoico coraggio ha preservato il suo dono interpretativo e la sua forza di volontà anche nei momenti più difficili della sua carriera e della sua vita. 

Eleonora Noto
Eleonora Noto
Laureata in DAMS, sono appassionata di tutte le arti ma del cinema in particolare. Mi piace giocare con le parole e studiare le sceneggiature, ogni tanto provo a scriverle. Impazzisco per le produzioni hollywoodiane di qualsiasi decennio, ma amo anche un buon thriller o il cinema d’autore.

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