Harvey Weinstein non trova pace. Si è appena fatta avanti l’ennesima attrice che lo accusa di molestie: si tratta di Julia Ormond. L’attrice britannica, interprete di pellicole come il remake di Sabrina e L’ultimo cavaliere con Richard Gere, fa riferimento a fatti avvenuti nel 1995.
All’epoca, Ormond aveva appena finito di girare le succitate pellicole, mentre Weinstein era reduce dalla produzione di un film co-diretto da Quentin Tarantino, Four Rooms. Lei viveva a New York, ed è proprio lì che avvenne l’episodio incriminato: stando ai suoi racconti, dopo una cena di lavoro, il produttore venne a casa sua e la costrinse a fare sesso orale con lui.
Pare che all’epoca Ormond ne avesse parlato con i suoi agenti, e che questi l’abbiano convinto a non sporgere denuncia per non rovinarsi la carriera. Carriera che, ad ogni modo, prese una china decisamente calante, relegandola spesso e volentieri a ruoli secondari, anche in film importanti come Inland Empire di Lynch (2006) o Marilyn di Curtis (2011).
Caso Weinstein, il calvario processuale
Ciò che semini raccogli: questo è un detto che ben si confà a Weinstein, il quale vede il suo impero iniziare a disintegrarsi nel 2017, con le prime accuse di violenza sessuale. Una lunga battaglia legale durata due anni e mezzo, che ha portato al riconoscimento della sua colpevolezza nel 2020, condanna infine il produttore.
E’ l’11 marzo 2020. La condanna pesa come un macigno: 23 anni di carcere. Si trasferisce al Walden Correctional Center di Alden (Stato di New York) per poi essere estradato, l’anno dopo, a Los Angeles. Qui affronterà un altro processo, nel mese di ottobre 2022, in cui si troverà a rispondere di ben 11 capi d’accusa.
Le accuse fanno riferimento a un periodo quasi ventennale che va dal 2004 fino al 2013, e includono sia il suo ruolo in Miramax, società poi acquisita dalla Disney, che soprattutto, quello alla Weinstein Company, fondata nel 2005 e finita con l’apertura del caso Weinstein.
Un’ulteriore condanna arriverà solo l’11 dicembre del 2022: riconosciuto colpevole di 3 capi d’accusa, verrà ulteriormente condannato per stupro a scontare altri 16 anni di prigione.
Caso Weinstein, l’inizio
In verità, da alcuni anni si parlava di Weinstein come di un personaggio controverso. Nel 2010 esce addirittura un articolo, The Harvey’s Girls, nel quale ci si riferisce al produttore in termini di abusatore sessuale. All’epoca sono semplici rumors, e non suscitano particolare clamore.
La prima scintilla parte, nel 2015, da una modella italiana di origini filippine, Ambra Gutierrez: questa accusa Weinstein di averla toccata in modo inappropriato. Gutierrez, però, è oggetto di critica da parte della stampa, che la accusa di essere un’opportunista in cerca di visibilità.
L’incendio vero e proprio scoppia a mezzo stampa il 5 ottobre 2017, in seguito alla pubblicazione sul New York Times di alcune testimonianze che accusano apertamente il produttore di molestie. L’articolo è firmato da due giornaliste donne: Jodi Kantor e Megan Twohey.
Seguono, solo 5 giorni dopo, le accuse del giornalista (figlio di Mia Farrow) Ronan Farrow, il quale riporta altri 13 casi di donne che dichiarano di avere subito abusi: di queste 3 affermano di essere state stuprate.
Il mese di ottobre 2017 si rivela un mese horribilis per Weinstein. Si apre ufficialmente un’inchiesta giudiziaria e vengono alla luce nuovi dettagli sui suoi reati. A partire dalla prima vittima ad averlo denunciato, la succitata Ambra Gutierrez.
Da allora, il caso ottiene un’incredibile eco mediatica. E sempre più donne si aggregano alla pletora delle denuncianti. Il 30 ottobre, la giornalista dell’Huffington Post Claire Tervé compila il catalogo: non delle donne che amò il Don Giovanni, ma di quelle che molestò: ben novantatré, di cui 14 stuprate.
Le donne dell’accusa
Nell’elenco delle accusanti figurano diverse attrici di primo piano: tra queste Rosanna Arquette, Kate Beckinsale, Daryl Hannah, Salma Hayek, Angelina Jolie, Gwyneth Paltrow, Uma Thurman e Cate Blanchett.
Tra di loro, anche l’italiana Asia Argento, che riferisce che, nel 1997, Weinstein l’ha costretta a farsi praticare un cunnilingus.
Sarà poi un’altra attrice, Alyssa Milano, a lanciare l’hashtag #MeToo che darà vita a una vera e propria campagna, per invitare le donne a raccontare le proprie esperienze di violenza subita. Il resto è storia.
Weinstein oggi
Oggi, Harvey Weinstein è un uomo solo. Lo scorso aprile è stato trasferito dalla Wende Correctional Facility di Buffalo, carcere di massima sicurezza, in un penitenziario di media sicurezza nella contea di Oneida.
Nel 2017, a seguito delle accuse, la moglie Georgina Chapman gli ha chiesto il divorzio. La sua carriera di produttore cinematografico è finita per sempre.