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Broken Rage di Takeshi Kitano, due identità che si incontrano

Broken Rage (disponibile su Prime Video) di Takeshi Kitano è il ventesimo capitolo cinematografico di uno dei più grandi cineasti viventi. Il film, si colloca contemporaneamente come summa e rottura di tutto l’universo Kitano, un incontro/scontro del suo cinema. A metà strada tra Yakuza movie e commedia dell’assurdo. Presentato Fuori concorso a Venezia 2024, Broken Rage è un film doppio; in cui la seconda parte mette volontariamente alla berlina la prima, capovolgendone i toni, le atmosfere e le reazioni.

Prima di tutto l’autore. Chi è Takeshi Kitano? Beh, non facile a dirsi. Innanzitutto, quante versioni di Kitano esistono? C’è il “Beat” Takeshi primordiale, il comico amato da tutto il Sol Levante. Capace con la sola espressione del viso, di salire su un palco e conquistare tutti con la sua comicità manzai. Poi, c’è il Kitano autore e regista, splendidamente aggiungerei. Il Kitano che cambia completamente registro e decide di dare una svolta alla sua carriera, cercando di svestire – con non poche difficoltà – definitivamente i panni del comico slapstick.

Circa questi discorsi, Broken Rage cade a pennello; giacché l’opera si presenta come un film che procede fino a metà come un classico film yakuza, con tanto di fredde esecuzioni, droga e criminalità organizzata. Poi, la svolta surreale, grottesca e irreverente che riprende la stessa storia identica, cambiandone modalità e riferimenti.

Broken Rage – La trama

Broken Rage

Broken Rage racconta la storia di un sicario di nome Nezumi (Takeshi Kitano) costretto a collaborare con la polizia per incastrare un boss della yakuza. Due atti di uguale durata che mettono a confronto due modi diversi di mettere in scena la medesima storia. Nella prima parte, Nezumi si barcamena con bravura e sangue freddo tra omicidi eccellenti e giochi di doppia identità; nella seconda, invece, i toni e i registri sono completamente stravolti.

In un perfetto gioco di equilibri, la prima parte si alimenta grazie alla seconda. Da sole, mancherebbero di visione, di sguardo d’insieme. Messe a confronto, invece, l’una dà significato all’altra. In un perfetto gioco di specchi, le due parti dialogano costantemente con la memoria dello spettatore. Che ad ogni sequenza della seconda parte si chiede continuamente e adesso cosa cambierà Kitano? Dove metterà l’accento parodistico il creatore di Hana-bi e Boiling Point?

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Broken Rage – La recensione

Broken Rage

Broken Rage è un racconto dell’assurdo, una presa in giro della propria filmografia con occhio lucido e dissacrante. È un modo di fare cinema del tutto originale, giocando con gli schemi classici della narrazione e della scrittura cinematografica. È un viaggio dell’eroe che si interrompe a metà, cliccando il tasto restart capovolgendone i toni e le intenzioni. Una dissacrazione personale che Kitano compie a partire proprio dai temi che hanno caratterizzato il suo cinema.

Potrebbe essere anche una nuova direzione cinematografica, una coda finale di carriera che decide di non prendersi sul serio (e Kitano su questo è vero maestro) per giocare con lo spettatore e le sue aspettative. Broken Rage viaggia su un confine sottile tra il Kitano (autore) cinematografico e Kitano (comico), e quindi televisivo, per fondersi in un esperimento unico e originale.

Due identità che collidono per rendersi conto che sono entrambe facce della stessa medaglia. Inscenando un racconto cinematografico che alterna canoni di genere, a gag surreali e assurde una dopo l’altra. In un continuo andirivieni di rimandi e citazioni alla sua poetica.

Kitano regista e Kitano comico

A tal proposito sono illuminanti le dichiarazioni del regista sul film: “Quando si parla di pittura, si parla di migliaia di anni di storia, ma quando si guarda al cinema, forse la sua storia dura circa cento anni o poco più. Se si parla di pittura, si parla di Cubismo, Impressionismo, molti stili diversi. Invece, se si fa il paragone con il cinema, non c’è ancora stato il tempo per attraversare così tante correnti. Se penso al Cubismo e all’Impressionismo in un analogo cinematografico, non credo di averli trovati nel mio film, ma credo che i film debbano evolversi man mano che andiamo avanti nel futuro. E in futuro credo che il cinema si possa anche suddividere in singoli schermi”.

Aggiungendo, infine: “Con Broken Rage mi sono cimentato nel formato dei film per lo streaming e ho scoperto che in quell’ambiente un film può anche essere corto, così Broken Rage dura molto meno di quanto avevo preventivato”.

Un cinema dunque che evolve e adatta i suoi stilemi al mondo che cambia e con esso i suoi spettatori. E di cui Kitano è attento osservatore, perché lucido analista e spesse volte anche anticipatore. Tant’è vero che Broken Rage fa proprio questo: analizza la propria arte, per dissacrarla in pieno. E chi meglio del suo creatore.

Per oltre quarant’anni, Kitano ha tenuto separato le sue due identità, trovando forse in un finale di carriera una sintesi originale e incredibile. Come già ha spiegato una volta, Kitano dice: “Un mio film precedente, Outrage, era un film sulla Yakuza. Era un film violento e moderno. Broken Rage è, in un certo senso, una parodia di quel film. Il titolo stesso implica che si tratta di una versione “spezzata”, “rotta” di quel film. È anche l’occasione di “rompere” la mia carriera cinematografica: ha anche quel tipo di significato, sebbene non sia un significato molto profondo”.

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e Sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Broken Rage è l'ennesimo capolavoro di Takeshi Kitano. Un cineasta e artista unico nel suo genere, con un sguardo sul mondo originale e personale. Broken Rage è un film che racchiude i grandi temi del suo cinema con un occhio dissacrante.
Valerio Autuori
Valerio Autuori
Con le storie ho un rapporto speciale, amo il cinema e la sua capacità di incantare e di raccontare il mondo. Da piccolo, Chaplin mi conquistò completamente. Da lì ho scoperto altri registi meravigliosi, Keaton, Wilder, Hitchcock, Allen e poi, il cinema italiano, amore incondizionato, tra Fellini, De Sica, Monicelli, Scola, Troisi e tanto altro ancora.

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