Il live action Biancaneve, dopo mille polemiche, è finalmente al cinema. Il regista Marc Webb porta in scena della scelte narrative che potevano essere interessante sulla carta, ma purtroppo non riescono nel grande schermo.
Cast e Trama
Il live action rilegge la storia del classico Biancaneve e i sette nani. La giovane Biancaneve, dopo essere rimasta orfana, è costretta a diventare una sguattera dalla malvagia regina Grimilde. Quest’ultima teme che la figliastra possa rubarle il trono e superarla in bellezza, per questo ordina la sua esecuzione. La giovane, graziata dal Cacciatore, fugge nella foresta e trova riparo in una casetta abitata da sette creature magiche. Inoltre, incontrerà Jonathan, il capo di un gruppo di banditi che lotta in nome del vero re, ovvero il padre di Biancaneve,
Biancaneve è interpretata da Rachel Zegler e non ha bisogno di un principe a suo fianco; infatti, il suo interesse amoroso è il ladro Jonathan, che ha volto di Andrew Burnap. La sua acerrima nemica è Gal Gadot.
I nani in originali sono doppiati da Jeremy Swift, Martin Klebba, George Salazar, Andy Grotelueschen, Tituss Burgess, Jason Kravits e Andrew Barth Feldman. Lo specchio magico ha la voce di Patrick Page.
Biancaneve è la cronaca di un disastro annunciato?
Biancaneve è forse il live action più tormentato della Disney. La scelta della Zegler non ha mai soddisfatto i fan, in primis per le sue origine colombiane che contrastano l’idea della fanciulla con “la pelle bianca come la neve“, per il fatto che venga definita più bella della Gadot e infine perché, in una della sue interviste, ha affermato che il vecchio cartone è datato e il live action è molto meglio del classico.
A peggiorare la situazione c’è stata l’opinione dell’attore americano Peter Dinklage, fortemente contrariato all’idea di riportare in una storia che poteva mettere in cattiva luce persone affette da nanismo.
La produzione ha cercato in tutti modi di mettere “delle pezze” a tutto ciò. La bellezza di cui si parla nel live action è quella interiore e, non a caso, il termine fairiest in inglese non significa solamente bella esteriormente, ma anche saggia, splendente e altro. Concetto non traducibile in italiano, che viene semplificato con la più bella.
La carnagione non caucasica della Zegler viene giustificata con il fatto che il nome è dovuto alla nascita di Biancaneve in una fredda notte d’inverno e i nanetti sono sostituiti con delle creature magiche in CGI che non vengono mai chiamate nani.
Proprio quest’ultimo aspetto merita un’analisi.
La sceneggiatura non funziona
Per fronteggiare la polemica di Dinklage, la produzione decise di sostituire i nani con delle creature magiche. Quando uscirono le prime foto del film era palese che i sette nani erano stati sostituiti con il gruppo dei sette banditi. Gli appassionati non hanno apprezzato il cambio e la produzione è corsa ai ripari e il film ha subito dei ritardi per modifiche nella sceneggiatura.
Il gruppo dei banditi è pressoché inutile, non si capisce quale possa essere la loro utilità all’interno della storia una volta sostituiti dai “nani”. E anche quest’ultimi non hanno lo stesso impatto del classico animato.
Biancaneve diventa una ribelle che abbraccia gli ideali marxisti e tutto questo è molto interessante, peccato che trova risvolto negli ultimi minuti del film e, in certi punti, la scrittura diventa delirante. Dunque, il finale non ha nulla di quella potenza del classico.
Lo stesso incontro con la strega e Biancaneve è troppo affrettato. Non c’è per nulla pathos, paura e angoscia. Si tratta una scena che sembra forzata; deve esserci perché c’è nel cartone ed è uno dei momenti più importanti della stessa storia.
Il personaggio più riuscito è forse quello di Jonathan, che possiamo definire come un mix tra Robin Hood e Flynn Ryder di Rapunzel. Gal Gadot è sicuramente una bellissima donna, ma a livello recitativo non è in grado di dare interpretazioni buone; la sua performance è forzata e macchiettistica. Rachel Zegler ha dato prova di essere una buona interprete in West Side Story, ma qui non riesce a dare il massimo.
La parte tecnica lascia molto a desiderare
La CGI è una delle parti peggiori di tutto il film. Gli animali sono realizzati in maniera pessima e i “nani” sembrano quelle della pubblicità della Loacker di fine anni Novanta.
Ma ci sono altri aspetti tecnici che non soddisfano. La fotografia è fittizia, in alcuni momenti sembra un filtro Instagram, come per esempio nella scena della festa in cui Biancaneve e Jonathan iniziano a provare dei sentimenti l’uno per l’altra. Scena che dovrebbe omaggiare il momento delle lanterne in Rapunzel, ma non ci riesce in pieno.
Dal punto di vista tecnico l’unica scena riuscita è forse quella della miniera, dove i nani che non sono nani cantano la classica canzone “Ehi-oh“.
Il vestito di Biancaneve sembra un costume di Carnevale e anche quello di Jonathan ha dei problemi, soprattutto la sua calzamaglia, ma è meglio sorvolare.
Biancaneve – In conclusione
Biancaneve aveva degli spunti interessanti per un nuovo adattamento, ma purtroppo non riescono nel grande schermo. Probabilmente la causa del flop è dovuta anche delle correzione che la produzione ha effettuato per calmare le polemiche degli spettatori.
Niente è memorabile. Le nuove canzoni non ha nulla di magico. E ci viene spontaneo chiederci: perché la Disney non riesce più a creare i capolavori di un tempo?