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Auguri a Mastroianni, gatto sornione del cinema italiano

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Oggi Marcello Mastroianni, uno degli attori simbolo del cinema italiano, avrebbe compiuto 99 anni. Ripercorriamo la sua filmografia e i film che lo hanno consegnato al mito.

Esterno, notte. “Marcello, vieni!“. Ed eccola lì: una prorompente sirena dalla chioma biondo platino inguainata in un vertiginoso abito nero. L’attrice che la interpreta è una svedese, Anita Ekberg. Si può dire che questa scena de La dolce vita di Fellini sia quella che maggiormente ha consegnato Marcello Mastroianni all’immaginario collettivo.

Bello, distinto, sempre composto nel modo di recitare e di interagire in pubblico, aveva un fare da gatto sornione che gli è spesso e volentieri valso ruoli da elegante seduttore.
Nasce a Fontana Liri, in quella che oggi è la provincia di Frosinone, ma tutto ha meno che un’aria provinciale: complice il trasferimento a Torino e, successivamente, a Roma.

Della provincia, a Mastroianni, rimane solo la semplicità e l’essere alla mano. Ma la passione per il cinema, e l’idea di trasformarla in lavoro, è molto precoce: esordisce come comparsa cinematografica a soli 15 anni, nel film di Carmine Gallone Marionette (1939).

Durante la guerra lavora, sempre come comparsa, con due registi importanti: Mario Camerini, con il quale fa Una storia di amore (1942) e Vittorio De Sica, con cui gira I bambini ci guardano (1943).

Marionette, il film di esordio di Marcello Mastroianni

Dopo la guerra: le lezioni di recitazione e primi ruoli

Per rivederlo al cinema, passeranno cinque anni: cinque anni durante i quali Mastroianni prende lezioni di recitazione e conosce una giovane attrice alle prime armi, Silvana Mangano: con lei avrà anche una breve relazione.

Il suo ritorno al cinema è nei panni di un rivoluzionario senza nome, nella pellicola I miserabili di Riccardo Freda (1948): condividerà il set con Valentina Cortese e Gino Cervi. Su di lui, anni dopo, Cortese spenderà solo belle: “Per Marcello recitare è sempre stato un gioco. Ha debuttato nei Miserabili con me.

Bello come un dio. Grande attore, amato in tutto il mondo, lo vidi nella sua ultima interpretazione a Milano, nelle Ultime lune. Anche se invecchiato e malato, percepivi in lui una sorta di attrazione particolare. È stato una persona vera e un amico fedele
“.

Marcello Mastroianni in Cronache di poveri amanti

Dai Cinquanta in poi: il successo

Dopo l’esordio tanti piccoli film, tra i quali qualche pellicola d’autore. La prima occasione vera per farsi notare arriva con Cronache di poveri amanti di Carlo Lizzani (1954), tratto dall’omonimo romanzo di Vasco Pratolini. Qui, calato nei panni dell’anti-fascista Ugo, avrà la possibilità di essere protagonista e non una presenza evanescente che noti solo per caso.

La sua interpretazione, insieme a quella di Anna Maria Ferrero, spiccherà su tutte le altre.
Questo malgrado, inizialmente, fosse considerato inadatto per la parte: reduce da una lunga serie di commedie, lo consideravano fuori ruolo in una parte più drammatica.

Comunque, tanto basterà a catapultarlo nel firmamento di Cinecittà. A decretare l’inizio della parabola del successo dell’interprete sarà Mario Monicelli, che lo vorrà in I soliti ignoti (1958) al fianco di Totò. Il regista e Mastroianni si troveranno bene a lavorare insieme, tant’è che si riuniranno anche sul set di quello che il film al quale Monicelli era più affezionato, I compagni (1963).

Marcello Mastroianni in I compagni

E all’improvviso… la Dolce Vita

Alle stelle, Marcello ci arriverà due anni dopo, quando al cinema uscirà La dolce vita (1960) e inizierà il fortunato sodalizio artistico e amicale con Federico Fellini. Il regista romagnolo lo considererà una sorta di alter ego, e gli regalerà quello che forse è il suo ruolo più bello: quello del regista in crisi Guido Anselmi in Otto e mezzo (1963).

Un’altra collaborazione che gli porterà grande fortuna sarà quella con Pietro Germi per Divorzio all’italiana (1961). Nel 1965, in una delle sue rare interviste Germi, interrogato sul perché Mastroianni riscuotesse tanto successo, rispose:

Onestamente non lo so. Ci sono degli elementi evidenti: la sua capacità, la sua bravura di attore, ma… non è lui solo così bravo. (…) Il perché è impossibile a dirsi (…) Probabilmente, in Mastroianni ci sono delle caratteristiche italiane che interessano all’estero. Ma contenute, e quindi rese meno folkloristiche“.

Insomma: Mastroianni ha quel non-so-che che piace irresistibilmente, in Italia e all’estero. Subito lo etichettano come irresistibile latin lover: etichetta che lui cerca di scrollarsi di dosso interpretando la parte di un marito impotente in Il bell’Antonio di Mauro Bolognini (1960).

Marcello Mastroianni in Otto e mezzo

Anni Settanta, nel segno di Ferreri

Se c’è un regista che ha amato Mastroianni, oltre a Fellini, Scola, Monicelli e compagni, quello è stato Marco Ferreri. Con il regista, Marcello lavorerà in ben 7 film, a partire dal 1965 con L’uomo dei cinque palloni e Oggi, domani, dopodomani, film a episodi co-diretto da Eduardo De Filippo e Luciano Salce.

Seguiranno La cagna (1972), La grande abbuffata (1973) – forse il suo film più estremo – Non toccare la donna bianca (1974), Ciao maschio (1978) e, infine, Storia di Piera (1983). Sul set di Ciao maschio, Mastroianni si era trovato quasi per caso, dopo il rifiuto di Ugo Tognazzi. Come ha ricordato la costumista del film in un’intervista a Repubblica:

«Tre giorni prima della mia partenza Marco mi chiamò e mi disse: “Me devi vesti Mastroianni da Tognazzi”. Io: “Ma che significa?”, “Tognazzi non lo fa più”. Ma Marcello aveva due numeri di scarpe in più, due taglie in più di vestiti… provai a obiettare. “Non mi frega me lo devi vestì”, rispose. Marcello era la persona più disponibile del mondo e alla fine ce la cavammo».

Marcello Mastroianni in Ciao Maschio

La premiata coppia Mastroianni – Loren

La fortunata carriera cinematografica di Mastroianni, evidentemente, è legata anche agli incastri felici con registi e attori. Tra questi ultimi, particolare risalto merita il lungo sodalizio con Sophia Loren.

Con lei, il primissimo incontro risale al lontano 1950: lui è un giovane attore alle prime armi, lei una comparsa, appena sedicenne. Galeotto fu il film Cuori sul mare. Il destino vuole che i due si ritrovino, prima nel 1954 in Peccato che sia una canaglia e poi in Ieri, oggi e domani di Vittorio De Sica (1963): Sophia è ormai una donna fatta e un’attrice da Oscar. Qui gli dedica un ironico spogliarello che resterà nella storia del cinema.

Tra i due si creerà una chimica unica sul piano lavorativo, che mai si tradurrà in una relazione d’amore ma che darà i suoi frutti: Matrimonio all’italiana (1964) e I girasoli (1970), entrambi di De Sica, La moglie del prete (1970) e il bellissimo Una giornata particolare di Ettore Scola (1977).

Marcello Mastroianni insieme a Sophia Loren

I set “fatali”

Prima del capolavoro di Scola, ci saranno film che avranno un impatto importante anche sulla sua vita privata. E’ sposato con l’attrice di teatro Flora Carabella dal 1950 ma si concede numerose avventure.

Nel 1968 prende parte al film Amanti e conosce Faye Dunaway, con la quale inizia una breve e turbinosa relazione d’amore.

Un altro set che gli sarà fatale è quello di La cagna di Marco Ferreri, sul quale incontrerà colei che diventerà la sua compagna di vita per 4 anni: Catherine Deneuve. Con lei avrà una figlia, Chiara, e si trasferirà a Parigi. Fino al 1974, anno nel quale farà ritorno in Italia.

Marcello Mastroianni e Catherine Deneuve in La cagna

Mastroianni, gli ultimi anni

Anche le decadi Ottanta e Novanta gli regaleranno nuovo lustro. E un ritorno: quello sul set con Federico Fellini. In ben due film: La città delle donne (1980) e Ginger e Fred (1985), nel quale interpreta un ballerino di tip-tap ormai invecchiato, in coppia con Giulietta Masina. L’atto finale, tra i due, sarà Intervista (1987), film-fiume in cui Fellini si metterà in gioco in prima persona.

Gli ultimi anni di Mastroianni gli porteranno ancora diversi film importanti. In Italia lavorerà ancora con Ettore Scola, con Giuseppe Tornatore, Francesca Archibugi e Roberto Faenza. All’estero lavorerà con Bruno Barreto in Gabriela (1983), adattamento cinematografico del romanzo di Jorge Amado, Theodoros Angelopoulos in Il volo (1985) e Il passo sospeso della cicogna (1991), Robert Altman, Agnes Varda, Wim Wenders e, in fin di vita, con Manoel De Oliveira.

Che Mastroianni, malgrado tre candidature ricevute, non abbia mai vinto un Oscar poco importa: si è consegnato prepotentemente alla Storia del Cinema.

Giulia Bucelli
Giulia Bucelli
Lettrice e spettatrice onnivora, non crede nello snobismo. Tuttavia non fa mistero della sua passione per il cinema orientale, gli horror e Alfred Hitchcock. Non si perde nemmeno un film di Cronenberg e Lanthimos.

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