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Arancia Meccanica di Stanley Kubrick

Arancia Meccanica (A Clockwork Orange) di Stanley Kubrick è un film monumentale, a distanza di 52 anni dalla sua realizzazione rimane una perfetta analisi della parte più oscura dell’umanità, una riflessione profonda sulla violenza, la politica, il potere, la follia.

Stanley Kubrick in Arancia Meccanica, così come in tutti i suoi altri film, scava a fondo nell’animo umano, riportando l’uomo alla sua essenza.

Stanley Kubrick ha raccontato l’uomo, in tutte le sue sfaccettature, alla stregua dei grandi filosofi ed artisti di tutta la storia dell’umanità.

Trama

Soffermarsi in maniera troppo dettagliata sulla trama di Arancia Meccanica è superfluo, il film infatti è diviso sostanzialmente in due grandi blocchi e la narrazione è piuttosto lineare. A fare la differenza sono come sempre i dettagli.

Nella prima parte Alexander DeLarge, detto Alex, (Malcolm McDowell) è un giovane violento a capo di una banda di teppisti, detti drughi. I quattro compiono rapine, stupri e scorribande varie ed esercitano quella che Alex denomina “l’amata ultraviolenza”. Alex arriva addirittura all’omicidio di una donna durante un’irruzione in una casa ma, visti dei precedenti litigi con i drughi stanchi dell’assolutismo di Alex, i compagni lo tradiscono ed abbandonano nelle grinfie della polizia.

Arancia Meccanica

Alex viene condannato a quattordici anni di carcere, ma dopo due anni di detenzione riesce a riconquistare la libertà. Essa gli viene concessa dal governo inglese dopo una cura riabilitativa che da cattivo dovrebbe renderlo buono: la “cura Ludovico”.

Dopo il trattamento Alex rifiuta la violenza, che lo fa star male. Una volta libero però viene picchiato da un barbone che aveva colpito quasi a morte con i drughi, e poi da due dei suoi vecchi amici diventati poliziotti. Si ritrova dunque a casa di uno scrittore, anch’egli vittima dell’Alex pre-cura: viene smascherato e torturato con la Nona Sinfonia di Beethoven, adorata da Alex ma ormai associata alla violenza e quindi motivo di dolore psico-fisico. Alex tenta il suicidio: la stampa e l’opinione pubblica accusano il governo inglese.

Il Ministro quindi, per sanare la situazione, va a trovare Alex convalescente e gli offre un impiego di rilievo nella polizia: l’effetto della cura è svanito, la violenza si manifesta di nuovo nella mente del protagonista, ma l’apparenza è salva così come Alex stesso, divenuto tutore della legge e quindi immune da qualsiasi punizione.

Arancia Meccanica, significato

Già dalla breve sinossi presentata è evidente che Arancia Meccanica  di Stanley Kubrick, così come l’omonimo romanzo del 1962 di Anthony Burgess da cui è tratto il film, sia un’aspra critica al potere.

Un’analisi profonda che dal particolare va al generale, si passa infatti da un rapporto tra i quattro giovani a quello tra il singolo e lo Stato, la stampa, addirittura la legge.

I temi sono numerosi: oltre al potere si parla di violenza, di mass media e pubblica opinione, si riflette sulla pena giudiziaria, sulla reintroduzione dei carcerati nella società, sulla religione e religiosità, sulla donna-oggetto, sul libero arbitrio.

Arancia Meccanica

Tutto però in fondo ruota attorno al binomio uomo-bestia. Alex infatti, dice il parroco del carcere, una volta finita la cura non dispone più di libero arbitrio, non può più scegliere tra bene e male ma è costretto ad un bene coatto, dunque non un bene vero: non è più un uomo (ma un’arancia meccanica).

Nadsat: la lingua di Arancia Meccanica 

In Arancia Meccanica il linguaggio parlato è alquanto singolare: è ampio infatti l’utilizzo di termini aulici ed in disuso unito però a vocaboli russi o inventati.

La lingua prende il nome di nadsat, un vero e proprio slang, all’inglese infatti vengono applicate variazioni ed aggiunte, non solo nel film ma già nel romanzo.

Tra i vocaboli che più colpiscono vi sono gulliver (inventato), ossia cervello testababushka devočka, rispettivamente donna anziana e giovane, inoltre il bar dove è ambientata la prima scena prende il nome di korova, che in russo significa mucca. Sempre nello stesso locale sulle pareti vi è la scritta moloko, latte: la bevanda preferita dai drughi è infatti il  latte+, “[…] latte rinforzato con qualche droguccia mescalina […]. È roba che ti fa robusto e disposto all’esercizio dell’amata ultraviolenza.”.

Arancia Meccanica

Il latte dopo Arancia Meccanica ha iniziato ad assumere nei film un significato preciso, spesso di presagio di violenza estrema: basta pensare a Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino o Non è un paese per vecchi di Joel ed Ethan Coen, questi ultimi citano Arancia Meccanica non solo nel film con protagonista un perfido Javier Bardem, ma anche ne Il grande Lebowski. Jeffrey Lebowski infatti si fa chiamare Drugo, e fin dalla prima scena fa del latte una sorta di sua personale coperta di Linus: è una parodia di Arancia Meccanica, un omaggio meraviglioso. Sempre nello stesso film la citazione si estende anche quando Drugo espone i suoi possibili soprannomi, Drughino, Drughetto, Drugantibus. Anche ad Alex vengono affibbiati ad inizio film dei diminutivi, Alexino ed Alex bello.

La parola Drugo nasce proprio con il film di Stanley Kubrick, o meglio con il romanzo di Burgess, e trae radice dal russo, per cui drugo significa più o meno amico.

La musica mi venne in aiuto

Elemento portante di Arancia Meccanica è senza ombra di dubbio la colonna sonora. L’impiego di musiche non originali da parte di Stanley Kubrick era già iniziato nel precedente film, ossia 2001Odissea nello spazioKubrick cita la colonna sonora del suo precedente film mostrando un vinile con il titolo 2001.

In Arancia Meccanica la musica classica regna sovrana: Alex è infatti letteralmente ossessionato da Beethoven, lo chiama il grande Ludovico Van ed il compositore appare in poster e miniature di busti, come un personaggio sempre presente. Ma Beethoven non è l’unico autore la cui musica è udibile nel film, vi sono infatti anche Rossini, Elgar, Purcell: la musica però è spesso distorta.

arancia meccanica

In molte sequenze infatti, a partire già dalla prima, la musica è elettronica pur essendo parte del repertorio classico. Prendiamo in esame la scena di apertura del film.

Schermo rosso (colore dell’istintualità per eccellenza), in sottofondo Henry Purcell, Funeral of  Queen Mary, nella versione elettronica di Wendy Carlos, Alex con lo sguardo fisso in camera guarda lo spettatore.

La scena iniziale ed il tema musicale

Alla musica di Purcell, che, suonata con un sintetizzatore, diventa tema del film, viene però aggiunto un motivo particolare, quello del Dies Irae: inno gregoriano legato alle celebrazioni dei defunti. Il dies irae racconta il catastrofico giorno del giudizio universale.

Il tema, chiaramente allusivo rispetto al mondo narrato, caratterizzato dall’ingiustizia e dalla violenza nonostante il progresso e la modernità, sarà presente anche in Shiningpartendo dalla Sinfonia Fantastica di Hector Berlioz.

È interessante creare un legame tra l’uso divinatorio del dies irae e le parole del barbone pestato nei primi minuti del film: l’anziano si riferisce al mondo a lui contemporaneo come un mondo in cui, nonostante l’uomo sia andato sulla luna, tutto va a rotoli. Sembra quasi un profeta, un moderno Zarathustra che vorrebbe riformare la società ma ne è sopraffatto, ed al contempo appare quasi come la voce dello stesso Stanley Kubrick. Buffa l’enfasi applicata nei riguardi dell’uomo sulla luna, uomo che in qualche modo in 2001 diventa schiavo delle macchine, pur conservando in sé l’aspetto basilare dell’umanità, ossia la violenza.

Altro profeta (e voce di Kubrick) è il parroco, che si esprime proprio sulla natura umana.

Per quanto riguarda la musica oltre al già citato tema iniziale appare interessante l’uso delle melodie rossiniane. Esse infatti esprimono la parte “dionisiaca” di Alex, la più istintiva e selvaggia, tanto che dopo la cura Ludovico non le sentiamo più: Rossini “interviene in aiuto di Alex” e lo spinge a reagire (in ralenti)  al tentativo di ribellione dei suoi drughi, lo accompagna (con la musica velocizzata) nell’atto sessuale con le due ragazze conosciute nel negozio di dischi.

Arancia Meccanica, la cura Ludovico

Rossini è colonna sonora dello spirito dionisiaco di Alex, Beethoven dell’apollineo, almeno in teoria.

Prova ne è il discorso di  Alex nella scena appena citata: “…e d’un tratto capii che il pensare è per gli stupidi, mentre i cervelluti si affidano all’ispirazione e a quello che il buon Bog manda loro. La musica mi venne in aiuto, c’era una finestra aperta con uno stereo e seppi subito che cosa fare.”.

Arancia Meccanica

La cura Ludovico non riguarda minimamente l’ispirazione: Alex, nonostante l’amore smisurato per Beethoven, non agisce mai sotto effetto della sua musica. Prendendo in analisi la scena in cui il protagonista, dopo la serata violenta e quindi soddisfacente, accende lo stereo per festeggiare possiamo notare come all’ascoltare Beethoven prima del trattamento conseguano “incantevoli visioni”. Beethoven genera in Alex un’onirica armonia, è lo spirito apollineo, che Alex traduce sostanzialmente come “piacere impiacentito e divenuto carne”.

La cura Ludovico sovverte quest’ordine mentale (malato) di Alex, spingendolo ad odiare ciò che amava, ossia Beethoven e l’ultraviolenza. Essa consiste nella visione coatta di immagini cruente, compresi documentari sul nazismo, mentre si ascolta la Nona di Beethoven, il tutto durante l’effetto di un farmaco nauseante. Il trattamento però non ha davvero effetti, o meglio essi vengono annullati nel momento in cui Alex diventa tutore della legge e dunque assume potere verosimilmente illimitato. Il governo inoltre gli regala un enorme impianto stereo, elemento simbolico che va a suggellare l’importanza della dimensione musicale nella mente di Alex. Sostanzialmente da quel momento in poi potrà liberamente essere violento ed ascoltare la sua musica per festeggiare la sua personale idea di armonia materializzata.

Singin’ in the rain

Altro brano di grande importanza ed impatto è Singin’ in the rain, opposto l’uso in Arancia Meccanica rispetto a quello del musical con Gene Kelly. Alex canticchia il brano (improvvisazione di McDowell appezzata da Kubrick) per la prima volta durante l’esercizio dell’ultraviolenza a casa dello scrittore, e successivamente diventa l’elemento cardine per lo smascheramento di Alex post-trattamento e quindi la prova che lo porterà ad essere torturato con la Nona di Beethoven e lo spingerà al suicidio. Tale smascheramento avviene in bagno, ambiente della casa che in Kubrick assume sempre un ruolo chiave, è sempre il luogo dell’epifania, della rivelazione della verità (così è in Shining, Eyes Wide Shut, Full Metal Jacket).

arancia meccanica

Ogni balletto in Arancia Meccanica assume una forza contraria rispetto a quella comune, le danze sono sempre grottesche perché violenti, caratterizzate da un’armonia ripugnante e riprovevole.

Kubrick mostra un mondo che purtroppo funziona come una macchina armonica, dotata di meccanismi perfetti nella loro mostruosità. C’è armonia nella violenza? Lo sguardo è pessimistico (come sarà anche nel successivo Barry Lyndon), l’uomo è un essere violento, così come la scimmia di 2001. Forse non ci si può evolvere nel bambino delle stelle, ma si è destinati a diventare per colpa della società malata, delle arance meccaniche, dunque non più uomini ma macchine.

Considerazioni finali

Arancia Meccanica di Stanley Kubrick è un capolavoro, un film noto, apprezzato, continuamente citato ma troppo spesso mal interpretato. Forse i molti lo vedono solo come un film violento. Arancia Meccanica è invece un ritratto della parte più infima dell’uomo, di ciò che più lo avvicina alle bestie. L’amore di Alex per la musica (e quindi metaforicamente per tutta l’arte) è solo una dimostrazione di come il cinema possa essere amorale- come spiega bene Enrico Ghezzi–  ma non per questo bisogna trasferire i contenuti filmici nel mondo reale ed applicarli alla realtà.

Se lo sguardo di Kubrick è pessimista significa che c’è un monito, un augurio, una speranza per un mondo migliore. Purtroppo però, a distanza di poco più di 50 anni, il nostro mondo, rimane pieno di violenza ed ingiustizia, dominato da pubbliche opinioni distorte e meccanismi disumani.

L’arte però, poiché può anche essere amorale, si limita a mostrare, le conclusioni spettano agli spettatori, ciò che è certo è che grazie a Stanley Kubrick potremo sempre sapere qualcosa di più sulla complessa natura umana.

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e Sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Ciò che è certo è che grazie a Stanley Kubrick potremo sempre sapere qualcosa di più sulla complessa natura umana.
Redazione
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